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domenica 1 novembre 2015

Io non so né il giorno né l'ora - Philippe Warnier -

Io non so né il giorno,
né l'ora, né il modo,
ma ho la fede nella tua promessa.
Morti al peccato
grazie al dono della tua vita,
noi risusciteremo dai morti,
rivedremo coloro che abbiamo amato,
con loro vivremo della tua vita divina.
Oggi siamo già riuniti
nella comunione dei Santi.
Signore, ti preghiamo per i morti:
accoglili nel tuo amore.
Ti preghiamo per i viventi:
fa' che camminino verso la tua luce.


- Philippe Warnier - 













L’origine della ricorrenza odierna risale al IV secolo quando la Chiesa che era in Roma adottò l’usanza, che già era di quella di Antiochia, di celebrare in un’unica domenica tutti i martiri; questo avveniva la prima domenica dopo Pentecoste e all’inizio del VII secolo Bonifacio IV stabilì la data fissa del 13 maggio. L’ultimo cambio di data avvenne nell’835 quando Gregorio IV la trasferì al 1° novembre, come oggi.

I santi sono proposti alla venerazione non per un loro beneficio, ma per un nostro vantaggio, in quanto possono intercedere per noi presso Dio; essi proprio perché hanno realizzato nella vita il mistero pasquale di Cristo sono modelli da imitare per poter raggiungere a nostra volta la vita eterna. Gli stessi concetti sono ribaditi dai testi liturgici della Messa odierna il cui Prefazio afferma: “Verso la patria comune noi, pellegrini sulla terra, affrettiamo nella speranza il nostro cammino, lieti per la sorte gloriosa di questi membri eletti della Chiesa, che ci hai dato come amici e modelli di vita”.


"Nella coscienza e nel dolore per il proprio male, 
il SANTO riconosce Cristo come salvezza 
con la semplicità del cuore di un bambino.
Riconosce che la sua libertà e la sua moralità 
non stanno in quello che riesce a realizzare, 
ma nella verità con cui chiede a Dio,
con cui mendica Cristo..."

- Giovanni Fighera -
Da. "Una riflessione per la festa di tutti i santi: 
chi è il santo?"





O voi tutti che regnate con Dio nel cielo,
dai seggi gloriosi della vostra beatitudine,
volgete uno sguardo pietoso sopra di noi,
esuli dalla celeste patria.
Voi raccoglieste l'ampia messe delle buone opere,
che andaste seminando con lagrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche
e l'oggetto dei vostri gaudii.
O beati del cielo,
ottenete a noi di camminare dietro i vostri esempi
e di ricopiare in noi stessi le vostre virtù,
affinchè, imitando voi in terra,
diventiamo con voi partecipi della gloria in cielo. Così sia.
Pater, Ave, Gloria


O Dio, Padre buono e misericordioso,
ti ringraziamo perchè in ogni tempo
tu rinnovi e vivifichi la tua Chiesa, 

suscitando nel suo seno i Santi:  attraverso
di essi tu fai risplendere la varietà 
e la ricchezza dei doni del tuo Spirito di amore.
Noi sappiamo che i Santi, deboli e fragili come noi, 

hanno capito il vero senso della vita, 
sono vissuti nell'eroismo della fede, della speranza e della carità,
hanno imitato perfettamente il Figlio tuo,

ed ora, vicini a Gesù nella gloria, 
sono nostri modelli e intercessori.
Ti ringraziamo perchè hai voluto 

che continuasse tra noi e i Santi la comunione
di vita nell'unità dello stesso Corpo mistico di Cristo.
Ti chiediamo, o Signore, la grazia e la forza di poter seguire il cammino 
che essi ci hanno tracciato, affinché alla fine della nostra esistenza terrena
possiamo giungere con loro al beatificante possesso della luce e della tua gloria



Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 13 luglio 2015

In grato ricordo di Monsignor Giacomo Biffi -

"...Quando il mondo è più desolato e tutto sembra irrimediabilmente perduto, allora si manifesta la presenza di colui che era stato estromesso. 
Percepire questa presenza è l’inizio della resurrezione, dal momento che il pericolo è proprio quello di naufragare nel vuoto delle creature provvisorie e relative. L’atto di fede è appunto atto dello spirito che si apre all’esistenza - consistente e perciò salvifica - del Dio vivo: è un rendersi conto di che cosa significhi veramente, tra la folla di larve garrule ed evanescenti, potersi aggrappare a uno che silenziosamente ed efficacemente esiste. 
Perciò la redenzione è in primo luogo, disperse le mille nullità frastornanti, una manifestazione di esistenza: «Io sono», dice a Mosè la voce del roveto in fiamme (Es 3,14). «Se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati», dice il Redentore ai Giudei (Gv 8,24). «Sono io», dice Gesù nell’ora delle tenebre alle potenze umane, che subito sono abbattute (Gv 18,6). «Sono io», dice Geppetto al burattino incosciente che sta per perire.
C’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle idee; c’è chi pensa che la salvezza possa venire dalle azioni: tutte le rivoluzioni - che in definitiva lacerano i tessuti sociali e non cambiano molto - sono ispirate a questi principi, inadeguati senza essere totalmente erronei. 
La sola vera rivoluzione, quella di Dio, è diversamente fondata: la salvezza si gioca sul piano dell’ essere.
Al risonare della voce di Geppetto, Pinocchiò si rende finalmente conto della propria miseria e insieme intravede la strada per uscirne, nella presenza di colui che lo può ricreare."

Card. Giacomo Biffi, 
da: "Contro maestro Ciliegia. Commento teologico alle avventure di Pinocchio"



“A ogni votazione ricevo sempre un solo voto. Se scopro chi è che si ostina a votarmi giuro che lo prendo a schiaffi”. 
A sfogarsi così con un confratello durante il Conclave 2005 è stato il cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo emerito di Bologna. 
“Cosa Eminenza?”, gli domanda perplesso l’altro cardinale. “Sì, ha capito bene, Eminenza”, replica Biffi. “Giuro che lo prendo a schiaffi”. 
Al che il porporato lo guarda perplesso e gli spiega: “Eminenza, ormai è chiaro chi stiamo eleggendo come nuovo Papa ed è anche abbastanza evidente che questo candidato abbia scelto di votare per lei. Quindi se vorrà ancora mantenere il suo proposito sarà costretto a prendere a schiaffi il Papa”. 
Biffi rimase senza parole: Joseph Ratzinger aveva deciso di votare per lui.

- Conclave 2005 -



“Vorrei dirLe grazie anche perché ci ha donato diagnosi molto acute e precise della nostra situazione di oggi e soprattutto ci ha mostrato come dietro a tanti fenomeni del nostro tempo, apparentemente molto lontani dalla religione e dal Cristo, ci sia una domanda, un'attesa, un desiderio; e che la unica vera risposta a questo desiderio, onnipresente proprio nel nostro tempo, è Cristo.  
Vorrei dirLe grazie per il suo realismo, per il suo umorismo e per la sua concretezza; fino alla teologia un po' audace di una sua domestica: non oserei sottoporre queste parole «il Signore forse ha i suoi difetti» al giudizio della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ma in ogni caso abbiamo imparato ed i suoi pensieri, Signor Cardinale, ci accompagneranno non solo nelle prossime settimane”.

Ringraziamento di Papa Benedetto XVI al Cardinale Biffi per gli esercizi spirituali per la Curia Romana nella Quaresima 2007.




Mangiare i tortellini con la prospettiva della vita eterna, rende migliori anche i tortellini, più che mangiarli con la prospettiva di finire nel nulla. 

- Card. Giacomo Biffi - 



«Mi accusano di essere preconciliare, ma poi mi consolo, sapendo che lo era pure Gesù.»

- Card. Giacomo Biffi - 





"[...] Possiamo aggiungere un’annotazione, che riguarda da vicino soprattutto il comportamento auspicabile dallo Stato e da tutte le autorità civili. 
I criteri per ammettere gli immigrati non possono essere solamente economici e previdenziali (che pure hanno il loro peso). 
Occorre che ci si preoccupi seriamente di salvare l’identità propria della nazione. 
L’Italia non è una landa deserta o semidisabitata, senza storia, senza tradizioni vive e vitali, senza una inconfondibile fisionomia culturale e spirituale, da popolare indiscriminatamente, come se non ci fosse un patrimonio tipico di umanesimo e di civiltà che non deve andare perduto. 
In vista di una pacifica e fruttuosa convivenza, se non di una possibile e auspicabile integrazione, le condizioni di partenza dei nuovi arrivati non sono ugualmente propizie. E le autorità civili non dovrebbero trascurare questo dato della questione. 
In ogni caso, occorre che chi intende risiedere stabilmente da noi sia facilitato e concretamente sollecitato a conoscere al meglio le tradizioni e l’identità della peculiare umanità della quale egli chiede di far parte".

- Cardinale Giacomo Biffi - 

nota pastorale "La città di San Petronio nel terzo millenio", Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 2000


«Io penso che l'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. 
Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l'atteggiamento dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. 
Questa “cultura del niente” (sorretta dall'edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all'assalto ideologico dell'Islam che non mancherà: solo la riscoperta dell' “avvenimento cristiano” come unica salvezza per l'uomo - e quindi solo una decisa risurrezione dell'antica anima dell'Europa - potrà offrire un esito diverso».

- Cardinale Giacomo Biffi - 




"Nessun uomo ormai può sfuggire al suo Creatore, che lo insegue, lo vuol raggiungere e legare a sé. Non possiamo sfuggirgli, perché il suo amore corre più veloce di noi."

- Card. Giacomo Biffi - 




Buona giornata a tutti. :-)









domenica 14 giugno 2015

da "Diario di un curato di campagna" - George Bernanos -

“Una cristianità non si nutre di marmellata più di quanto se ne nutra un uomo. Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale.
Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame.
Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire. 
Con l’idea di sterminare il diavolo, l’altra vostra mania è di essere amati, amati per voi stessi, s’intende.
Un vero prete non è mai amato, ricòrdatelo. E vuoi che te lo dica? La Chiesa se ne infischia che voi siate amati, ragazzo mio. 
Anzitutto, siate rispettati, ubbiditi.
La Chiesa ha bisogno di ordine.
Fate dell’ordine per tutta la durata del giorno.
Fate dell’ordine pensando che il disordine il giorno dopo la vincerà di nuovo, perché è proprio nell’ordine, ahimè, che la notte butta all’aria il vostro lavoro del giorno. La notte appartiene al diavolo.

- George Bernanos -
da: "Diario di un curato di campagna"




La chiesa è come la vecchia fontana del villaggio, che disseta le varie generazioni. Noi cambiamo, la fontana resta.

- Papa Giovanni XXIII -



Cecco del Caravaggio, Cacciata dei mercanti dal Tempio 
(1610  1615), Berlino - Gemäldegalerie

Non si mercanteggia col buon Dio: bisogna arrenderglisi senza condizioni. Dategli tutto, egli vi renderà assai di più.

- Georges Bernanos -






L’uomo libero è colui che è pronto a pagare con la solitudine e la povertà la sua testimonianza interiore, che ha tanto valore per lui. 
L’uomo libero si dà o si rifiuta, ma non si presta mai 

- Georges Bernanos - 





La minaccia peggiore per la libertà non consiste nel lasciarcela strappare - perché chi se l'è lasciata strappare, può sempre riconquistarla - ma nel disimparare ad amarla e nel non capirla più.
- Georges Bernanos - 

Rivoluzione e libertà, Borla Roma 1963, p 16



Buona giornata a tutti. :-)






martedì 14 aprile 2015

Che cos'è la vita -

Un caldo giorno d'estate, verso la metà della giornata, il bosco fu avvolto, da un profondo silenzio!
Gli uccelli piegarono la testa, sotto l'ala...
Tutto, riposava!
Solo il fringuello, alzò il capo, e domandò:
«Che cos'è, la vita?».
Tutti furono colpiti, da questa difficile domanda. Una rosa, che aveva appena messo fuori un bocciolo, e dispiegato un petalo, dopo l'altro, disse:
«La vita, è sbocciare!».
Una farfalla che, dal mattino, non si era fermata, e volava felice, da un fiore all'altro, assaggiando, qua, e là, disse:
«La vita, è tutta gioia, e sole!».
Una formica, che si affannava a trascinare una pagliuzza, lunga dieci volte lei, disse:
«La vita, è lavoro, e stanchezza!».
Un'ape, affaccendata a caricare nettare, da un fiore, ronzò:
«La vita, è un miscuglio di lavoro, e di piacere!».
Il discorso diventava sapiente, e la talpa, messa fuori la testa, dalla terra, disse:
«La vita, è un combattimento, nell'oscurità!».
La gazza, che vive per giocare brutti tiri, al prossimo, osservò:
«Ma che razza, di discorsi! dovremmo chiedere il parere, di persone intelligenti!».
Si accese, allora, una vivace disputa, finché fu interrogata una pioggerellina sottile, che sentenziò:
«La vita, è fatta di lacrime: nient'altro, che lacrime!».
Poco lontano, rombava il mare , le onde si alzavano, imponenti, e si abbattevano, con veemenza inaudita, contro le rocce, e gli scogli: poi, indietreggiavano, quasi, per riprendere forza, e tornare ad assalire il granito, delle rive! Anche le onde, espressero il loro parere:
«La vita, è una sempre inutile lotta, verso la libertà!».
Nel vasto cielo azzurro, un'aquila reale tracciava i suoi cerchi e, fieramente, esultò:
«La vita, è conquistare le altezze!».
Un salice flessuoso intervenne:
«La vita, è sapersi piegare, sotto le bufere!».
Cadde la notte , un gufo espresse il suo parere:
«La vita, è approfittare dell'occasione, mentre tutti gli altri dormono!».
Per un po', ci fu un grande silenzio Un giovane, che tornava a casa, a notte fonda, sbottò:
«La vita, è una continua ricerca della felicità, e una catena di delusioni!».
Finalmente, sorse una fiammeggiante aurora. Si dispiegò, in tutta la sua gloria, e disse:
«Come io, l'aurora, sono l'inizio, del giorno, che viene, così, la vita è l'inizio, dell'eternità!».
Dio ha mille anni, per fare un giorno; io ho solo un giorno, per fare qualcosa di eterno: oggi!”





 Qualunque ora lieta il dio ti abbia concesso, tu accettala con riconoscenza e non rinviare a domani le cose belle, di modo che dovunque tu sia di te si dica che sei vissuto bene.  

- Orazio -
(Epistole)





La sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. 


- Papa Francesco - 



La volontà di Dio è verità d’amore ..

...Alla fine la gloria di Dio, la sua signoria, la sua volontà è sempre più importante e più vera che il mio pensiero e la mia volontà. Ed è questo l’essenziale nella nostra preghiera e nella nostra vita: apprendere questo ordine giusto della realtà, accettarlo intimamente; confidare in Dio e credere che Egli sta facendo la cosa giusta; che la sua volontà è la verità e l’amore; che la mia vita diventa buona se imparo ad aderire a quest’ordine. Vita, morte e risurrezione di Gesù sono per noi la garanzia che possiamo veramente fidarci di Dio. È in questo modo che si realizza il suo Regno...

- Papa Benedetto XVI - 
dalla "Omelia del 05 Aprile 2009" 





Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 11 settembre 2014

Cattolici in stato confusionale - di Mario Palmaro


Il disagio nella Chiesa di fronte alle sortite che contestano apertamente il Magistero. Ecco come riconoscere alcuni fra gli errori più diffusi, anche fra i credenti. Per evitare di fare “naufragio nella fede”.

Ogni tanto capita, con la stessa ripetitività delle stagioni. Una personalità del mondo cattolico rilascia un'intervista nella quale prende le distanze dall'insegnamento della Chiesa. A questo punto i giornali - giustamente - rilanciano con grande fragore la notizia, gli intellettuali discutono, il mondo cattolico ufficiale soffre in silenzio per non alimentare scandali. 

E il popolo dei fedeli rimane disorientato, stordito. Come un gregge nel quale qualche pecora si mettesse a contestare l'affidabilità del pastore.

In realtà, questi episodi hanno alcuni elementi fra loro comuni, che permettono di smascherarli per quello che sono: l'espressione dell'antica e mai sopita ambizione dell'uomo di essere norma a sé stesso. 

L'adesione alla Chiesa è un atto insieme di libertà e di sottomissione: fede e ragione si sostengono, ma l'atteggiamento richiesto al cuore dell'uomo è innanzitutto l'umiltà. 
Dio, e non l'uomo, è l'artefice della Creazione. E dunque, Dio e non l'uomo è il Legislatore. Dunque, la verità è stata affidata da Cristo alla Chiesa. 

Spetta al Papa custodirla, in conformità alla Tradizione e in comunione con i vescovi. I teologi, gli intellettuali, i sinodi, i convegni ecclesiali, e perfino i singoli vescovi sono voci senza dubbio interessanti; ma non sono la Chiesa.

Ora, basta rileggere alcuni esempi di queste "voci fuori dal coro" del Magistero, per riconoscere che esse mettono a repentaglio la salvezza stessa delle anime. 

Ricordiamo che, per l'uomo, il rischio più grande è fare "naufragio nella fede", e perdere così la vita eterna, come San Paolo ricorda con toni accorati a Timoteo. 

Ecco una sintesi dei principali errori che si ritrovano in queste sortite, compiute da cattolici in stato confusionale.

1. L'importante è dialogare: meglio evitare divisioni che dire la verità. 

Il cattolico "dialogante" ritiene che affermare delle verità oggettive, insegnate dalla Chiesa e confermate dalla ragione umana, sia un atto di prevaricazione, frutto di preconcetti e di posizioni pregiudiziali. 
La Chiesa deve scendere dalla sua scomoda cattedra, per lasciare il suo posto ai non credenti, che assumono il compito di insegnare la (loro) verità ai cattolici, che brancolano nel buio. Questo tipo umano sogna un Papa che si affacci dalla sua finestra, solo per benedire e salutare in molte lingue. 
Ma che sia muto ogni volta che ci sia di affermare verità scomode e impopolari sulla dottrina della fede e della morale. 

L'importante è evitare affermazioni apodittiche. E siccome i dieci comandamenti sono quanto di più apodittico si possa immaginare, ecco che si propone di ritirare dal mercato il decalogo, almeno nelle sue prescrizioni più contestate.

2. La verità forse esiste, ma l'uomo non può conoscerla. 

Per questo cattolico, la Chiesa non può dirimere sempre ogni controversia morale, perché esistono delle "zone grigie", delle aree nebbiose dove la verità non si distingue, e dove la cosa migliore è aprire un dibattito. Quali sono queste zone grigie? Quelle nelle quali si manifesta una diversità di opinioni nella società. Dunque, in una società pluralista e relativista, tutta la vita morale può diventare una sconfinata "zona grigia", riducendo l'autorità della Chiesa al silenzio praticamente su tutto. 

Saranno da evitare in particolare pronunciamenti su divorzio, aborto, fecondazione artificiale, eutanasia.

3. La verità è un prodotto del dialogo. 


Per questo genere di cattolici, la verità non preesiste alla discussione. Non è una realtà che c'è, e che l'uomo ha il compito di scoprire con l'aiuto della Chiesa. No: la verità si rinnova continuamente, grazie alla dialettica: le "parti" esprimono rispettosamente delle posizioni, e così si raggiunge un punto di mediazione (provvisorio) che costituisce la verità accettabile da tutti in quel momento. Se, ad esempio, uno dice che l'aborto è lecito, e un altro dice che non è lecito, la verità prodotta sarà che l'aborto è un po' lecito: si può fare in certi casi.

4. Anche se sei ignorante, dialoga lo stesso. 

Per discutere, è buona regola sapere ciò di cui si parla. Ma la foga di dialogare è così forte, in alcuni cattolici, che si va al confronto senza essere preparati. 
Il tuo interlocutore dice, ad esempio, che l'ootide non è un essere umano? Prendi subito per buona questa solenne corbelleria. Mentre dovresti sapere che dal primo momento della fecondazione in poi il nuovo organismo vivente (anche con due pronuclei, cioè allo stadio di ootide) è caratterizzato da uno sviluppo coordinato, continuo e graduale, che permette di qualificarlo appunto come individuo (umano) e come vivo (A. Serra e R. Colombo, Identità e statuto dell'embrione umano: il contributo della biologia in Pontificia Accademia Pro Vita, Identità e statuto dell'embrione umano, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998). 

All'ignoranza scientifica si accompagna talvolta un'imbarazzante impreparazione morale: potrà così accadere che si giustifichi l'aborto facendo leva sul principio della legittima difesa; tesi assurda, che implicherebbe attribuire al concepito il ruolo di "ingiusto aggressore"!

5. Bisogna inventare un "cattolicesimo sostenibile". 

Il cattolicesimo oggi è diventato impresentabile di fronte alla modernità: bisogna aggiornarne gli elementi più scomodi per renderlo sostenibile, un po' come affermano gli ambientalisti di fronte allo sviluppo. La prima regola per questo lifting è astenersi dal giudicare frettolosamente: meglio discutere serenamente per non creare inutili divisioni, e far derivare le regole da ciò che i più pensano e fanno. 

La sociologia sostituisce la riflessione morale e soppianta la legge naturale. La prassi genera la norma. Per cui, se a gente chiede la fecondazione artificiale, noi gliela dobbiamo dare.

6. Il male non si combatte: si regolamenta. 

Secondo questo falso cattolicesimo, si può anche riconoscere che una certa condotta sia cattiva. Ma - in base al principio assoluto che si deve dialogare con tutti - bisogna in un certo senso dialogare anche con il male. E scendere a patti con esso. Quindi, le leggi dello Stato non vieteranno l'aborto. Se lo facessero, si creerebbero inutili divisioni. Meglio regolamentare il fenomeno. Così, il male non consiste più nell'atto dell'uccidere il concepito. 

Il male è l'aborto clandestino (che minaccia la vita delle donne) mentre l'aborto legale diventa "buono", perché fatto secondo le norme dello Stato. Verranno uccisi molti innocenti, è vero; ma sarà salva la pace sociale e il dialogo permanente con tutti i sopravvissuti.

7. Chi compie il male va capito e giustificato. 

La Chiesa insegna una dottrina esigente e offre insieme un perdono senza limiti da parte di Dio. Invece, per il cattolico del dissenso (dal Papa) il perdono sostituisce la dottrina. Siccome chi commette un male può agire in circostanze molto difficili, allora occorre sospendere il giudizio sulla sua condotta, ed evitare ogni condanna. Questo approccio non ha solo valenze morali - potremmo dire "da confessionale" - ma pretende di avere conseguenze giuridiche e politiche. 
Esempio: una donna abortisce. Peccato, ma poiché ha vissuto un dramma, come può la società prevedere una pena, anche lieve, per la sua condotta? 
E ancora: un uomo elimina con l'eutanasia sua moglie. Non è bello. Però, vista la sua sofferenza, quale giudice potrà dichiararlo colpevole? 

Questo criterio potrà essere applicato ad altre infinite "zone grigie": un uomo scopre che la moglie lo tradisce, e la uccide. Ma in quest'ultimo caso, il cattolico politicamente corretto si dichiarerà inflessibile e per nulla comprensivo, nonostante le "terribili circostanze" in cui il delitto è avvenuto.

Come si vede, quello che alla fine ci resta in mano è soltanto un pallido ricordo del cattolicesimo. Un corpo freddo e morto, che ha perso per strada l'amore per la Verità e la certezza della presenza viva e reale di Cristo in mezzo alla Chiesa. Un cattolicesimo senza croce e senza testimonianza, in fuga di fronte al martirio quotidiano dell'incomprensione del mondo. Non rimane che aiutare questi fratelli con l'apostolato della verità. E pregare per loro, perché grande è il pericolo che rappresentano per la salvezza di molte anime. A cominciare dalla loro.


- Mario Palmaro -
© IL TIMONE – N. 54 - ANNO VIII - Giugno 2006 - pag. 10 - 11

Fonte: iltimone.org




"...Domandiamoci allora: c'è qualche speranza per noi, così come siamo, con le debolezze che abbiamo, nel punto in cui ci troviamo, non all'inizio, non prima di incontrare Cristo, non prima di incontrare il movimento, ma adesso, in mezzo al guado? C'è speranza per noi?"

- don Julian Carron - 
"Nella corsa per afferrarlo"
Esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione, aprile 2014


     dipinto di Gerhard Nesvadba



Ed ecco, Signore, che ti prego per chi non ti prega: o non vuole, o non può, o non sa. Per il carcerato e per il suo carceriere; per l'oppressore e per la vittima;. per il bambino che non ha ancora parola, per il morente che non ha più voce. E ti lodo per l'albero... Anch'io metto foglie, a primavera, e la mia bocca fiorisce nel papavero: ti parlo fatta cielo, fatta terra, fatta erba e prato, distesa ad accogliere il tuo passo...

(Adriana Zarri) 



"Insegnami, Iddio, a pregare
sul mistero di una foglia appassita,
sulla luce che manda un frutto maturo,
su questa libertà: vedere, sentire, respirare,
sapere, desiderare e fallire.
Insegna alle mie labbra a ringraziarti e darti lode
nell’eternità del tuo tempo, il mattino e poi la sera,
affinché il mio giorno non sia mai come quello di ieri
una pigra abitudine".

(Leah Goldberg)




Buona giornata a tutti :-)






martedì 15 aprile 2014

L'amore crocifisso – don Dolindo Ruotolo

Il nostro amore deve essere crocifisso:
nella mente, con le oscurità
nel cuore, con le aridità
nella vita, con le contrarietà
nell'onore, con le ingiustizie
nella dignità, con le umiliazioni
nelle persone care, con l'ansietà
negli ideali, con i disinganni
nelle speranze, col vuoto
nelle preghiere stesse, con la sterilità
nell'apostolato, con l'insuccesso
nella carità, con l'ingratitudine
nel corpo, con i malanni
nelle necessità, con la povertà
negli slanci dello spirito, col peso delle miserie.

Quando in questa completa crocifissione
l'anima crede
l'anima spera
l'anima ringrazia
l'anima rimane fedele a Dio
l'anima glorifica tutte le cose
allora essa Lo ama.

(Sacerdote Dolindo Ruotolo)


Calmati

Se la tua fede vacilla, calmati: Dio ti guarda.
Se tutto sembra finire, calmati: Dio rimane.
Se sei nella tristezza, calmati: Dio è la consolazione.
Se il peccato ti opprime, calmati: Dio perdona.
Se hai i nervi tesi, calmati: Dio è pazienza.
Se nessuno ti comprende, calmati: Dio ti conosce.
Se urgono scelte importanti, calmati: Dio ti guida.
Se sei smarrito, calmati: Dio ti vede.
Se sei in difficoltà, calmati: Dio è provvidente.
Se la malattia ti logora, calmati: Dio guarisce.
Se la croce è pesante, calmati: Dio ti sostiene.
Se la morte ti spaventa, calmati: Dio è risurrezione.
Dio è sempre con noi, ci ama e ci ascolta.



Le scelte di ogni giorno

Signore,
sto comprendendo che spesso
cerco la via più semplice e meno faticosa:
faccio l'autostop
piuttosto di camminare;
invento malesseri
piuttosto di affrontare momenti impegnativi;
regalo menzogne
quando mi è chiesta la verità
preferisco nascondermi
quando mi è chiesto di collaborare;
scarico la colpa sugli altri
quando dovrei assumermi le mie responsabilità;
prendo in giro gli amici
invece di essere solidale con loro;
ho dato spazio alle lamentele e ai piagnistei
anziché vivere le giornate con gioia.
Signore,
fammi capire il senso della vita.



O Mamma Maria,
dolcissima regina del Cielo e della Terra,
insegnami Tu ad amare Gesù,
ed a celebrare bene il Santo Sacrificio della Messa!
Scuoti da me ogni fiamma terrena,
donami i tuoi affetti,
partecipami la tua purezza,
fa' che io sia veramente Sacerdote,
vivendo di Gesù Cristo e donandolo alle anime!
Così sia.

(servo di Dio don Dolindo Ruotolo)


Buona giornata a tutti :-)