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venerdì 22 dicembre 2017

Dio in fasce - Federico Garcia Lorca

E così, Dio scomparso, che voglio averti.
Piccolo cembalo di farina per il neonato.
Brezza e materia unite nell'espressione esatta
per amor della carne che non sa il tuo nome.
E così, forma breve d'inefferabile rumore,
Dio in fasce, Cristo minuscolo ed eterno,
mille volte ripetuto, morto, crocifisso,
dall'impura parola dell'uomo che suda.

- Federico Garcia Lorca -

Dipinto :Andrea Mantegna – Adorazione dei pastori

E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

- Madre Teresa di Calcutta - 





Caro Gesù, vieni, nasci ancora una volta,
nasci nella nostra famiglia,
nei problemi e nelle preoccupazioni del nostro oggi,
nei litigi e nella mancanza di dialogo,
nelle separazioni e nelle divisioni.
Nasci, abbiamo bisogno di Te per restare uniti.

Caro Gesù, vieni, nasci ancora una volta,
nasci nella nostra famiglia,
nella mancanza di lavoro e nelle difficoltà economiche,
nel precariato dei nostri figli e nella paura per il futuro,
nella malattia e nella morte, quando ci toccano da vicino.
Nasci, abbiamo bisogno di te per continuare a sperare.

Caro Gesù, vieni, nasci ancora una volta,
nasci nella nostra famiglia,
nella mente e nel cuore di ogni suo membro,
nella concretezza e nella fatica dell’amore,
nei sogni e nei progetti di bene che desideriamo realizzare.

Nasci, abbiamo bisogno di te per essere felici.

- don Maurizio Mirilli -



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

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domenica 16 aprile 2017

La Resurrezione - Beato John Henry Newman

"O giorno beato della risurrezione, che nei tempi antichi era chiamato « 
regina dei giorni di festa » e suscitò fra i cristiani un ansioso, anzi polemico scru­polo di onorarlo debitamente! Giorno beato, che una volta venne trascorso solo nel dolore, quando Cristo risorse davvero e i discepoli non vi credettero; da allora, però, è un giorno di gioia per la fede e l’amore della Chiesa! Nei tempi antichi in tutto il mondo i cristiani lo aprivano con un saluto del mat­tino. 
Ciascuno diceva al suo vicino: «Cristo è risor­to!», e il vicino rispondeva: «Cristo è davvero ri­sorto ed è apparso a Simone ! ». Persino per Simone, il discepolo pauroso che lo rinnegò tre volte, Cristo è risorto. 
Persino per noi, che tanto tempo fa abbia­mo promesso di obbedirgli e da allora lo abbiamo tante volte rinnegato davanti agli uomini, tante vol­te abbiamo preso le parti del peccato e seguito il mondo, quando Cristo ci chiamava per un’altra strada. «Cristo è davvero risorto ed è apparso a Si­mone!»: Cristo è apparso a Simon Pietro, l’aposto­lo amato su cui è costruita la Chiesa. Egli è apparso prima di tutto alla sua santa Chiesa e nella Chiesa egli dispensa benedizioni, che il mondo non cono­sce. 

Sarebbero beati se conoscessero le loro benedi­zioni coloro ai quali è consentito, come lo è a noi, settimana dopo settimana, giorno di festa dopo giorno di festa, di cercare e trovare in questa santa Chiesa il Salvatore delle loro anime!"

- Beato John Henry Newman -

dal sermone della Domenica di Pasqua 3 aprile 1831



«Il cristianesimo è l'esaltazione della realtà concreta. 
Senza la Resurrezione di Cristo c'è una sola alternativa: il niente, tutto appare come un’effimera illusione. 
Ma nella luce di Pasqua, che irradia il nostro vivere, il reale si rigenera». 

- Don Luigi Giussani - 



La risurrezione di Cristo non è il frutto di una speculazione, di un’esperienza mistica: è un avvenimento, che certamente oltrepassa la storia, ma che avviene in un momento preciso della storia e lascia in essa un’impronta indelebile.

- Papa Benedetto XVI -



C'era un Uomo che perdeva sangue nel giardino degli ulivi,
ma un traditore, baciandolo, rivelò l'amore
di cui quell'Uomo era capace.
C'era un uomo in silenzio davanti all'adultero Erode,
ma il silenzio del condannato sconfisse l'eloquenza del peccatore.

Si udì un grido di dolore uscire dal petto ferito:
«Padre, perdona loro».
La voce si perse nel vento,
ma spaccò il velo del tempio rivelando l'unità nell'amore.
Ci furono segni di fallimento nell'ultimo sospiro del crocefisso,
ma un grido di fede esplose dal petto del centurione romano.
Ci furono tenebre che dominavano la terra,
mentre il buon ladrone entrava nella vera luce.
Ci fu un corpo inerte fra le braccia di una donna piena di vita,
prima che un sepolcro prestato accogliesse il redentore dell'umanità.
All'improvviso dal sepolcro sbocciò la vita,
ed il risuscitato riempì di festa la terra redenta.
La notte fuggì spaventata facendo sorgere l'eterna aurora.
Auguri di Luce!


O Signore risorto,
fa’ che ti apra
quando bussi alla mia porta.

Donami gioia vera
per testimoniare al mondo
che sei morto e risorto
per sconfiggere il male.
Fa’ che ti veda e ti serva
nel fratello sofferente,
malato, abbandonato, perseguitato…
aiutami a riconoscerti
in ogni avvenimento della vita
e donami un cuore sensibile
alle necessità del mondo.

O Signore risorto,
riempi il mio cuore
di piccole opere di carità,
quelle che si concretizzano in un sorriso,
in un atto di pazienza e di accettazione,
in un dono di benevolenza e di compassione,
in un atteggiamento di perdono cordiale,
in un aiuto materiale secondo le mie possibilità.
Amen.


- Madre Teresa di Calcutta - 




Il Signore è risorto!

È veramente risorto!

Allelúia!




Amici ed amiche Buona Pasqua!!!




lunedì 10 aprile 2017

Settimana Santa - Padre Matteo Munari

E’ una settimana piena di contraddizioni, o meglio di contrasti, una settimana di gioia e di dolore, una settimana di menzogna e di verità.
Una settimana che comincia con la gioia della Domenica delle Palme, momento in cui ci si illude che Gesù sia stato accolto. Una gioia già segnata dalla tristezza, dipinta sul volto di Gesù che sa che dovrà essere condannato, soffrire, essere flagellato, morire, fino alla gioia nuova e grande della Resurrezione.
Forse è la settimana in cui è stata fatta l’ingiustizia più grande nella nostra storia, la settimana in cui Dio è stato considerato un bestemmiatore. 
E’ la settimana nella quale un innocente viene dichiarato colpevole, è la settimana nella quale un giusto viene condannato a morte come malfattore. Però è anche una settimana di verità, perché è una settimana nella quale noi possiamo incontrare e conoscere il vero volto di Dio, cioè di un Dio che ci ama cosi tanto al punto di essere pronto a soffrire e morire in croce per noi. 
Ed è anche un Dio che fa trionfare la verità nel momento in cui risorge e ci dice che quell'uomo condannato come malfattore e come ingiusto in realtà era il figlio di Dio stesso che ci ama infinitamente ed è pronto a morire per noi e a risorgere per noi.

- Padre Matteo Munari , ofm - 
Studium Biblicum Franciscanum






Quando t'imbatti in una cosa bella, la racconti.
E quando t'imbatti in una cosa vera, la dici.

E se hai capito che la storia di Gesù ha illuminato il cammino del mondo e dell'uomo dandogli senso, allora lo racconti. 

Non puoi farne a meno.
E se l'incontro con Gesù ha cambiato la tua esistenza dandole forza, direzione, senso, allora inviti gli amici a condividerla.




- Bruno Maggioni - 



Ricordate che la Passione di Cristo termina sempre nella gioia della Risurrezione, così, quando sentite nel vostro cuore la sofferenza di Cristo, ricordate che deve venire la Resurrezione, deve sorgere la gioia della Pasqua. Non lasciatevi mai invadere in tal maniera dal dolore da dimenticare la gioia di Cristo risorto.

- Madre Teresa di Calcutta - 





Madre d’amore, Chiesa pellegrina
nella valle del pianto,
canta di gioia: il Re
ti ammanta della sua gloria.
Splendono le sue vesti come neve
e la sua luce fino a te discende;
tu dalla cima del monte
rifulgi ormai nei secoli.
Odi: la voce dei profeti antichi
parla di croce e di morte,
dal cielo la voce del Padre
esalta l’Unigenito.
Tale, Sposa fedele, è la tua sorte:
lacrime e sangue ti rigano il volto,
ma divina bellezza
arcanamente ti adorna.
Su Cristo si posa lo Spirito,
un solo mistero vi avvolge:
lucida nube vi cela
all’incredulo sguardo.
Lode a Gesù Signore
trasfigurato sul monte,
al Padre lode e allo Spirito Santo
canti gioiosa la Chiesa in eterno.


(Inno per la liturgia ambrosiana)





giovedì 29 dicembre 2016

L'amore del dono - Madre Teresa di Calcutta

Prego per voi,
perché possiate conservare nei vostri cuori la gioia di amare Dio,
la gioia dell'amore e della bontà,
e di condividere questa gioia con tutti quelli con i quali vi trovate,
con le persone che lavorano al vostro fianco,
davanti a tutti i membri della vostra stessa famiglia.
Quello che importa non è la quantità del dono,
bensì l'intensità dell'amore con cui lo diamo.
C'è qualcosa in più di cui vi posso parlare:
della mia esperienza con i Poveri più poveri.
Devo ancora trovare la prima donna Povera disposta ad abortire.
Senza dubbio darà alla luce suo figlio.
È possibile che abbandoni la sua creatura sulla strada,
ma non sarà lei a eliminare suo figlio.
È un qualcosa che dobbiamo imparare dai Poveri:
la grandezza del loro amore per il figlio.
Preghiamo.
Chiediamo a nostro Signore che non si allontani dal nostro fianco
nel momento della tentazione.
Perché allo stesso modo in cui fu tentato Gesù,
il diavolo tenterà anche noi.
Non dobbiamo aver paura,
perché Dio è amore.
Se Dio ci ama, dal momento che lui è Padre amoroso,
non smetterà di aiutarci.
Quando ci rendiamo conto di aver commesso un errore,
andiamo da lui e diciamogli:
«Dio mio, mi spiace! Sono pentito!».

- Madre Teresa di Calcutta - 



"Ascoltatemi ancora, si dice infatti che dalla bocca dei bambini viene la verità: 
se sono un bambino, sfuggito dal carnaio notturno, trattenuto da un filo d'amore lanciato da chissà dove. 
Se sono un bambino caduto dal nido, abbandonato da padre e madre, rapiti o mortalmente feriti alle sbarre della loro gabbia. 
Se sono un bambino nudo, senza panni d'amore, o con panni imprestati, ma col diritto di vivere, perché sono vivo. 
E se nello stesso istante persone innamorate piangono davanti a una culla vuota, consumandosi nel desiderio di accarezzare un bambino. 
Se sono ricchi d'amore che ritengono sprecato, e vogliono gratuitamente donarlo, perché cresca e fiorisca ciò che non hanno piantato. 
Allora voglio che vengano silenziosamente a chiedermi se io desidero adottarli come miei genitori del cuore. Ma non voglio dei fanatici del bambino, come collezionisti d'arte che cercano febbrilmente il pezzo raro che manca alla loro vetrina. Non voglio clienti che hanno fatto l'ordinazione e, pagata la fattura, reclamano il loro bebè prefabbricato. 
Perché non sono fatto per salvare genitori dalle membra amputate, ma loro sono stati fatti, misterioso percorso, magnifico progetto, per salvare dei bambini dal cuore malato, forse anche condannato.

E sarà come addormentarci l'un l'altro.

Io berrò il latte di cui ignoravo il sapore, ascolterò musiche sconosciute, imparerò nuove canzoni sulle vostre dita, sulle vostre labbra genitori adottati, decifrerò lentamente l'alfabeto della tenerezza. E l'amore sconosciuto per me prenderà volto alla luce dei vostri occhi. 
Voi innesterete le vostre vite sulla mia crescita selvatica e grazie a voi io rinascerò una seconda volta. Così sarò ricco di quattro genitori, due lo saranno della mia carne e due del mio cuore e della mia carne cresciuta. 
Voi non giudicherete i miei genitori sconosciuti, li ringrazierete e mi aiuterete a rispettarli. Perché dovrò riuscire lo so, ad amarli nell'ombra, se un giorno vorrò poterli amare nella luce. 
E se in una sera di tempesta, adolescente focoso, impacciato di me stesso, io vi rimprovererò di avermi accolto, non vi addolorate, ma amatemi ancor di più: lo sapete, perché un innesto prenda ci vuole una ferita e, chiusa la ferita, rimane la cicatrice. 
Ma io sogno. Io sogno perché non sono che un bambino in viaggio, lontano dalla terra ferma, la mia parola è muta e il mio canto senza musica. Ciò che vi dico piano non potrò dirlo ad alta voce, se non il giorno in cui, avendomi voi adottato, mi avrete messo in cuore tanto amore e autentica libertà, sulle mie labbra parole sufficienti, perché possa dire: papà, mamma, io vi scelgo e vi adotto allora saprete che il vostro amore è dono, e che è riuscito."

- Padre Michel Quoist -
dal testo "Parlami d'amore"






È nato un bambino

"È nato un bambino".
Questa la frase che, identica, risuona sotto diversi cieli.
Non si dice: "È nato un cristiano, un musulmano,
un ricco, un povero o un americano".
No! Ma semplicemente: "Un bambino".
Un essere umano bisognoso d'amare e di essere amato.
Un figlio di Dio e dell'uomo.
Un miracolo: un nuovo continuo "natale".

- Don Valentino Salvoldi -



Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 23 dicembre 2016

Il presepe vuoto - Patrizio Righero

A poco più di un’ora dalla mezzanotte la sconcertante scoperta: la statuetta di Gesù Bambino è sparita!
Don Mimmo ha un bel predicare calma e sangue freddo, ormai le catechiste, con addosso l’agitazione delle grandi occasioni, hanno convocato l’unità di crisi.
E adesso che cosa si fa?
Andarne a comprare una nuova? Troppo tardi. I negozi sono già chiusi e poi trovarne una a grandezza naturale non è mica facile.
Chiederla in prestito alla parrocchia vicina? Tanto vale provare.
«Don Giuseppe, ha per caso una statua di Gesù bambino da prestarci?»
«Spiacente. Ne abbiamo una sola. E la usiamo noi…»
Le suore del convento di santa Lucia?
No, troppo lontane. Impossibile farcela per mezzanotte.
Intanto il coro prosegue con le prove: astro del ciel, adeste fideles, gloria gloria… I bambini a far chiasso in sacrestia. I pastori in pole position per la sfilata. E don Mimmo?
Da quando è iniziata la riunione di emergenza più nessuno l’ha visto.
Passi perdere il bambinello («al limite – aveva suggerito una mamma di quelle che sanno sempre aggiustare le cose – ci mettiamo un cicciobello!»); ma perdere anche il parroco è davvero troppo.
Il campanile, impietoso, suona le 23.
Dovrebbe iniziare la veglia. Sì, ma come?
Il direttore del coro taglia corto e dà disposizioni per partire: avanti con i canti, le poesie dei bambini, una sgambettata danzante delle ragazze della cresima, un testo di Tonino Bello che non guasta mai.
23.30. E ancora niente. Né bambinello, né parroco.
«Non risponde nemmeno al telefonino… gli sarà successo qualcosa?». L’inquietante dubbio inizia a serpeggiare tra i fedeli assiepati nei banchi nella chiesa.
«Se non arriva ce ne torniamo a casa? Stiamo qui? Che cosa si fa?»
23.45. Il coro la tira lunga con canti natalizi a sedici strofe ciascuno.
23.50. Il rombo inconfondibile della panda di don Mimmo.
Le catechiste si lanciano nel cortile dell’oratorio come proiettili di una catapulta. Ed ecco lì. Il don scende dall’auto. Con lui una ragazza diafana che sembra proprio la madonna. In braccio un fagotto di bambino.
In men che non si dica i tre hanno dribblato le zelanti catechiste e si sono infilati in canonica. Ma non abbastanza in fretta.
«Ma quella non è la Romina?»
«Chi? La figlia della Michela?»
«Proprio quella… che brutta storia. Incinta a 16 anni».
«Ma quella che faceva l’animatrice?»
«Ne sono sicura!»
«E il padre?»
«Chi lo sa… quel mascalzone è sparito chissà dove».
«Credevo che non l’avesse tenuto il bambino. Così dicevano».
«No, no. L’ha tenuto. Ma quando è nato la Michela e il Giovanni non han voluto che si sapesse in giro. Si vergognano…».
«E come si chiama la creatura?»
«Non saprei. Non l’hanno ancora battezzata»
«Forse è una bambina… chissà!»
23.59. Sfilza di chierichetti minuscoli, seguiti da chierichetti medi e due extra large. Poi don Mimmo e… quei due lì. La Romina e il suo fagotto che ha iniziato a gorgheggiare canti che conosce solo lui.
Don Mimmo li accompagna fino alla cappella del presepe e li fa accomodare proprio lì. Tra l’asino e il bue di cartapesta. Scostando perfino le antiche e preziose statue di Giuseppe e Maria.
Nel nome del Padre (quello che non è scappato, chiaro!)
Del figlio (che sta lì infagottato, in braccio a quella ragazzina).
E dello Spirito Santo (che ha già fatto il suo dovere soffiando su quell’assemblea radunata nella notte Santa un’inattesa capacità di accoglienza).
Amen.
E buon Natale.
Anche se il bambinello è una femminuccia e si chiama Lorena.

- Patrizio Righero - 


La Santa Eucaristia è la continuazione dell’incarnazione di Cristo sulla terra. Il mistero dell’Eucaristia ci dà la gioia di avere il Natale tutti i giorni. Quando arriviamo al Santissimo Sacramento, noi arriviamo a Betlemme, un nome che significa “Casa del Pane”. 
Gesù ha voluto nascere a Betlemme, perché Egli dimorerà con noi per sempre come il “Pane Vivo” disceso dal Cielo. 
Quando i pastori ed i Magi sono venuti per adorarLo, Gli hanno portato tanta gioia con la loro umile visita a Betlemme e quella loro visita è stata elogiata e raccontata attraverso i secoli. 
Dio non ha mai smesso di onorarli poiché era onorare Suo Figlio a Betlemme. E così anche oggi la tua umile visita a Gesù, nel Santissimo Sacramento, Gli reca tanta gioia che sarà raccontata per tutta l’eternità e porterà il mondo più vicino alla Sua promessa di pace sulla terra. 

- Madre Teresa di Calcutta -





Oh Padre, cosa mi manca 
quando tengo ben stretti i miei progetti, 
le mie speranze, i miei sogni? 
Aiutami a fidarmi di Te 
quando io non comprendo, 
quando avrei scelto un’altra strada 
rispetto a quella che Tu hai scelto 
per me o per i miei cari. 
Mentre cammino attraverso 
questo tempo con Te, oh Padre, io consegno a Te 
tutto quello che ho di più caro. 
Io voglio vivere Cristo come fece Maria, 
con fede, con fiducia e con speranza. 
La speranza nel Cristo a Natale!


Buona giornata a tutti. :-)






domenica 4 settembre 2016

Madre Teresa di Calcutta SANTA, 4 settembre 2016

In un momento di onestà
Signore, quando credo
che il mio cuore sia straripante d'amore
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di amare me stesso nella persona amata,
liberami da me stesso.
Signore, quando credo
di aver dato tutto quello che ho da dare
e mi accorgo, in un momento di onestà,
che sono io a ricevere,
liberami da me stesso.
Signore, quando mi sono convinto
di essere povero
e mi accorgo, in un momento di onestà,
di essere ricco di orgoglio e di invidia,
liberami da me stesso.
E, Signore, quando il Regno dei cieli
si confonde falsamente
con i regni di questo mondo,
fa' che io trovi felicità e conforto solo in Te.




La bontà
Non permettere mai
che qualcuno venga a te
e vada via senza essere
migliore e più contento.
Sii l'espressione
della bontà di Dio.
Bontà sul tuo volto
e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso
e nel tuo saluto.
Ai bambini, ai poveri
e a tutti coloro che soffrono
nella carne e nello spirito
offri sempre un sorriso gioioso.
Dai a loro
non solo le tue cure
ma anche il tuo cuore.



 Madre Teresa morì il 5 settembre 1997. A soli due anni dalla morte san Giovanni Paolo II, papa aprì il processo di beatificazione.  
Il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata dallo stesso  papa Giovanni Paolo II.  
Per considerare Beata Madre Teresa è stata necessaria un’indagine approfondita riguardo i suoi miracoli, migliaia secondo le testimonianze, uno solo secondo la Chiesa.
Per la beatificazione è stata riconosciuta come miracolosa la guarigione di una donna di religione induista  Monica Besra.
La donna era in cura presso un ospedale a causa di una meningite tubercolare o di un tumore all’addome (i medici non avevano ben chiara la malattia), ma non potendo più permettersi le spese mediche, andò a farsi curare dalle Missionarie della Carità, nel centro di Balurghat. Mentre Monica era in preghiera assieme alle suore, nota un fascio di luce provenire da una fotografia di Madre Teresa.
Successivamente Monica chiede che le venga posta una medaglia raffigurante la missionaria di Calcutta sul suo addome. Il giorno dopo era guarita, e rilasciò questa dichiarazione: “Dio mi ha scelto come mezzo per mostrare alla gente l’enorme potere di cura di Madre Teresa, non solo attraverso le cure fisiche, ma attraverso i suoi miracoli”.

Nel 2005 viene avviata la pratica per la canonizzazione.
Per la canonizzazione è stata riconosciuta come miracolosa la guarigione di Marcilio Haddad Andrino, brasiliano.
Il Postulatore della causa di canonizzazione di Madre Teresa, padre Brian Kolodiejchuk, racconta con precisione il miracolo che ha portato alla decisione di papa Francesco di proclamarla santa. «Il caso riguarda la guarigione miracolosa che ha avuto luogo nel 2008 a Santos, Brasile. 
Il caso riguarda un uomo con una infezione virale del cervello che ha prodotto più ascessi con idrocefalo triventricolare». I vari trattamenti assunti non sono stati efficaci, e, quindi, le sue condizioni sono peggiorate sempre di più. 
Il 9 dicembre 2008, il paziente era in uno stato clinico acuto: idrocefalo ostruttivo; era in coma e stava morendo. Si è quindi deciso di procedere con un intervento chirurgico d’urgenza. Alle 18:10 il paziente è stato portato in sala operatoria, ma l’anestesista non ha potuto eseguire l’intubazione tracheale per l’anestesia. Nel frattempo, prosegue padre Kolodiejchuk, dal marzo 2008 la moglie del paziente ha di continuo cercato l’intercessione della Beata Madre Teresa per il marito. Alle sue preghiere di intercessione si sono aggiunte quelle dei suoi parenti, amici, e il parroco. 
Quello stesso giorno, il 9 dicembre 2008, quando il paziente è entrato in grave crisi e ha dovuto essere trasportato per un intervento di emergenza, sono state intensificate le preghiere rivolte alla Beata Teresa per la sua guarigione. 
Alle 18.40 il neurochirurgo è tornato in sala operatoria e ha trovato il paziente inspiegabilmente sveglio e senza dolore. Il paziente ha chiesto al medico, «Cosa sto facendo qui?”. 
La mattina dopo, 10 dicembre 2008, quando alle 7.40 ha esaminato il paziente, lo ha trovato completamente sveglio e senza mal di testa; era asintomatico e con funzioni cognitive Il paziente, ora completamente guarito, ha ripreso il suo lavoro come ingegnere meccanico senza particolari limitazioni. 
In più, va sottolineato che a causa dell’intensa e prolungata immunosoppressione e degli antibiotici, i test avevano mostrato uno stato di sterilità; nonostante ciò, la coppia ha ora due bambini sani, nati nel 2009 e nel 2012.

Papa Francesco giovedì 17 dicembre 2015 nel giorno del suo compleanno, ha disposto di promulgare il decreto di santificazione ed ha riconosciuto come vero il miracolo attribuito all’intercessione di Madre Teresa di Calcutta.

Oggi 4 settembre 2016 Madre Teresa di Calcutta verrà proclamata santa da papa Francesco.


Buona giornata a tutti. :-)