O Maria, che sei invocata quale Rifugio dei Peccatori,
rivolgi il Tuo sguardo pietoso sulla nostra amata Italia,
che porta in sé la
grande eredità dei santi Apostoli,
dei Martiri, dei
Pastori, delle beate Vergini
e di tanti discepoli del tuo Figlio Gesù:
è vero,
questa nostra Patria ormai da troppo tempo tiene
in dispregio le leggi divine e
i mandati del Divin Redentore,
per cui i pubblici flagelli che in questi tempi
ci opprimono sono espiazione di quelle colpe onde le pubbliche autorità
e le
nazioni si sono allontanate da Dio,
però noi egualmente peccatori, ma figli
Tuoi, ci rivolgiamo a Te.
Guarda con benevolenza il popolo italiano
che in
larghe sue parti soffre oggidì per la recrudescenza del terremoto,
per il
freddo intenso ed il gelo:
a te sono noti i suoi peccati e le sue virtù,
le sue
ricchezze e le sue miserie,
le sue debolezze e i suoi gesti di bontà e per
questo trattieni,
o Madre pietosissima, ancora una volta il braccio di Dio
onnipotente,
che guarda la terra e la fa tremare, che comanda agli elementi e
li placa.
Intercedi per noi, o Vergine Maria,
affinchè Iddio
perdoni a quelli che lo temono,
usi misericordia con chi lo supplica, cosicché,
come paventiamo la Sua ira che scuote le fondamenta della terra,
così
sperimentiamo la Sua clemenza nel ripararne le rovine.
Prega per le anime delle vittime,
asciuga le
lacrime di chi ha perso i suoi cari,
soccorri coloro che sono nella
tribolazione,
aiuta quelli che con sincera generosità cercano di portare
ausilio
in questi giorni di calamità
senza precedenti alle popolazioni
martoriate e non negare,
o Vergine benedetta, che la tua materna protezione
ci
accompagni ogni giorno, in questa valle di lacrime.
Salve Regina.
„Tutti dovettero avere una grande
superbia, un grande orgoglio, un alto senso si sé, di sé come individui e di sé
come comunità, se subito dopo il terremoto vollero e seppero ricostruire
miracolosamente quelle città, con quelle topografie, con quelle architetture
barocche: scenografiche, ardite, abbaglianti concretizzazioni di sogni,
realizzazioni di fantastiche utopie.
Sembrano nei loro incredibili movimenti,
nelle loro aeree, apparenti fragilità, una suprema provocazione, una sfida ad
ogni futuro sommovimento della terra, ad ogni ulteriore terremoto; e sembrano
insieme, le facciate di quelle chiese, di quei conventi, di quei palazzi
pubblici e privati, nei loro movimenti, nel loro ondeggiare e traballare
"a guisa di mare", nel loro gonfiarsi e vibrare come vele al vento,
la rappresentazione, la pietrificazione, l'immagine, apotropaica o
scaramantica, del terremoto stesso: la distruzione volta in costruzione, la
paura in coraggio, l'oscuro in luce, l'orrore in bellezza, l'irrazionale in
fantasia creatrice, l'anarchia incontrollabile della natura nella leibniziana,
illuministica anarchia creatrice; il caos in logos, infine, che è sempre il
cammino della civiltà e della storia.“
– Vincenzo Consolo -
scrittore e saggista italiano 1933-2012
„Passato il sabato, all'alba del primo giorno della
settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro.
Ed
ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si
accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.
Il suo aspetto era
come la folgore e il suo vestito bianco come la neve.
Per lo spavento che
ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l'angelo disse alle donne:
"Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È
risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto,
andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in
Galilea; là lo vedrete.
Ecco, io ve l'ho detto". Abbandonato in fretta il
sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi
discepoli.
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: "Salute a voi".
Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse
loro: "Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in
Galilea e là mi vedranno". (28, 1 – 10)“
– Matteo apostolo ed evangelista -
Ti prego, Signore,