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giovedì 24 agosto 2017

Guardare la vita con gli occhi di Dio - Padre Michel Quoist

Se sapessimo guardare la vita con gli occhi di Dio, vedremmo che nulla è profano nel mondo, ma che, al contrario, tutto ha parte nella costruzione del suo Regno. 
Così, avere fede non è solamente alzare gli occhi per contemplare Dio, ma è guardare la terra con gli occhi di Cristo.
Se avessimo permesso allo Spirito di penetrare il nostro essere, se avessimo a sufficienza, purificato il nostro sguardo, il mondo non sarebbe più per noi un ostacolo, ma un invito costante a lavorare per il Padre, perché in Gesù venga il suo Regno sulla terra come nel cielo.
Aumenta la nostra fede per guardare e "vedere" la vita. 
Apri i nostri occhi Signore! Amen.

- Padre Michel Quoist -



La piantina 

Spinto da un milione di ali di fuoco accese dall'uomo, il razzo si fa un tunnel nel cielo, e tutti acclamano.
Spinta da un solo pensiero di Dio, la piantina si fa strada con urgenza nello spessore nero, e quando ha bucato il cielo pesante del suolo e si lancia su verso gli spazi esterni, neanche uno le batte le mani.

- Marcie Hans -



Semina, semina
l'importante è seminare:
un po', molto,
tutto il grano della speranza.
Semina il tuo sorriso,
perché tutto splenda intorno a te.
Semina la tua energia,
la tua speranza
per combattere e vincere
la battaglia quando sembra perduta.
Semina il tuo coraggio
per risollevare quello degli altri.
Semina il tuo entusiasmo
per infiammare il tuo prossimo.
Semina i tuoi slanci generosi,
i tuoi desideri, la tua fiducia,
la tua vita.
Semina tutto ciò che c'è di bello in te,
le piccole cose, i nonnulla.
Semina, semina e abbi fiducia,
ogni granellino arricchirà un piccolo angolo della terra.

- don Ottavio Menato -


Buona giornata a tutti. :-)









mercoledì 16 agosto 2017

Il segnale – don Bruno Ferrero

Un giovane era seduto da solo nell'autobus; teneva lo sguardo fisso fuori del finestrino. Aveva poco più di vent'anni ed era di bell'aspetto, con un viso dai lineamenti delicati. Una donna si sedette accanto a lui. Dopo avere scambiato qualche chiacchiera a proposito del tempo, caldo e primaverile, il giovane disse, inaspettatamente:
«Sono stato in prigione per due anni. Sono uscito questa mattina e sto tornando a casa».
Le parole gli uscivano come un fiume in piena mentre le raccontava di come fosse cresciuto in una famiglia povera ma onesta e di come la sua attività criminale avesse procurato ai suoi cari vergogna e dolore.
In quei due anni non aveva più avuto notizie di loro. Sapeva che i genitori erano troppo poveri per affrontare il viaggio fino al carcere dov'era detenuto e che si sentivano troppo ignoranti per scrivergli. 
Da parte sua, aveva smesso di spedire lettere perché non riceveva risposta.
Tre settimane prima di essere rimesso in libertà, aveva fatto un ultimo, disperato tentativo di mettersi in contatto con il padre e la madre. 
Aveva chiesto scusa per averli delusi, implorandone il perdono.
Dopo essere stato rilasciato, era salito su quell'autobus che lo avrebbe riportato nella sua città e che passava proprio davanti al giardino della casa dove era cresciuto e dove i suoi genitori continuavano ad abitare.
Nella sua lettera aveva scritto che avrebbe compreso le loro ragioni. 
Per rendere le cose più semplici, aveva chiesto loro di dargli un segnale che potesse essere visto dall'autobus. Se lo avevano perdonato e lo volevano accogliere di nuovo in casa, avrebbero legato un nastro bianco al vecchio melo in giardino. 
Se il segnale non ci fosse stato, lui sarebbe rimasto sull' autobus e avrebbe lasciato la città, uscendo per sempre dalla loro vita. 
Mentre l'automezzo si avvicinava alla sua via, il giovane diventava sempre più nervoso, al punto di aver paura a guardare fuori del finestrino, perché era sicuro che non ci sarebbe stato nessun fiocco.
Dopo aver ascoltato la sua storia, la donna si limitò a chiedergli: «Cambia posto con me. Guarderò io fuori del finestrino».
L'autobus procedette ancora per qualche isolato e a un certo punto la donna vide l'albero.
Toccò con gentilezza la spalla del giovane e, trattenendo le lacrime, mormorò: «Guarda! Guarda! Hanno coperto tutto l'albero di nastri bianchi».

Siamo più simili a bestie quando uccidiamo.
Siamo più simili a uomini quando giudichiamo.
Siamo più simili a Dio quando perdoniamo.

- don Bruno Ferrero - 
Fonte: Bruno Ferrero, La vita è tutto quello che abbiamo


La misericordia non è un obbligo. 
Scende dal cielo come il refrigerio della pioggia sulla terra. 
È una doppia benedizione: benedice chi la dà e chi la riceve.

- William Shakespeare - 
Il mercante di Venezia, Atto IV, Scena I, citato da Papa Francesco nel Messaggio per la 50a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (8 maggio 2016).




Dio sempre aspetta. Dio è accanto a noi, Dio cammina con noi, è umile: ci aspetta sempre. Gesù sempre ci aspetta. 
Questa è l'umiltà di Dio. 
Nella storia del Popolo di Dio ci sono momenti belli che danno gioia e anche momenti brutti di dolore, di martirio, di peccato, e sia nei momenti brutti, sia nei momenti belli una cosa sempre è la stessa: il Signore è là, mai abbandona il Suo popolo!

- Papa Francesco -
Omelia 24 settembre 2013, Casa Santa Marta



Buona giornata a tutti. :-)





sabato 29 luglio 2017

Le quattro candele

Questa è la storia di quattro candele che, bruciando, si consumavano lentamente.
Bruciavano e si consumavano inutilmente perché - dicevano loro –
“Nessuno si cura di  noi, nessuno approfitta della nostra luce e del nostro calore”.

Così si espresse la prima candela:
Io sono la Pace, gli uomini non riescono a mantenermi, penso proprio che non resti altro da fare che spegnermi”.
Così fu, e a poco a poco la candela si lasciò spegnere completamente.

Anche la seconda candela a poco a poco, vedendo spenta la prima candela, si lasciò prendere dallo sconforto e disse:
"Io sono la Fede, purtroppo non servo a nulla, gli uomini non ne vogliono sapere di me e perciò non ho motivo che resti accesa”.
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.

Triste e sconsolata, la terza candela a sua volta disse:
"Io sono l'Amore. Non ho forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza.
Essi odiano perfino coloro che più li amano, i loro familiari".
E, senza attendere oltre la candela si lasciò spegnere.

Inaspettatamente, un bimbo, in quel momento entrò nella stanza e vide le tre candele spente.
Impaurito per la semi oscurità disse:
"Ma cosa fate! Voi  dovete rimanere accese, io ho paura del buio".
E così dicendo scoppiò in lacrime.

Allora la quarta candela impietositasi, disse:
“Non temere, non piangere: finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre candele. Io sono la Speranza”.

Con gli occhi gonfi e lucidi di lacrime, il bimbo prese la candela della Speranza e riaccese tutte le altre.

Che non si spenga mai la speranza dentro il nostro cuore…
E che ciascuno di noi possa essere lo strumento, come quel bimbo capace in ogni momento di riaccendere, con la sua speranza, la fede, la pace e l’amore.





La nostra vita acquista significato quando è innanzi tutto risposta viva alla chiamata di Dio. 
Ma come riconoscere una tale chiamata e scoprire ciò che Dio si aspetta da noi? 
Dio si aspetta che siamo un riflesso della sua presenza, portatori di una speranza del Vangelo. 
Chi risponde a questa chiamata non ignora le proprie fragilità, così custodisce nel suo cuore queste parole di Cristo: "Non temere, continua a fidarti!".

Frère Roger -


Buona giornata a tutti. :-)








domenica 9 luglio 2017

Per una vita meravigliosa

Desiderando stimolare il suo bambino affinché progredisse nello studio del pianoforte, una madre portò il suo ragazzino a un concerto del grandissimo Paderewski. 
Appena preso posto, la madre vide un'amica due file più dietro in platea e andò a salutarla.
Il piccolo già impaziente per l'attesa si alzò e cominciò a vagare nel teatro finché giunse a una porta su cui era scritto:
«Vietato entrare».
Quando le luci si abbassarono e il concerto stava per cominciare, la madre ritornò al suo posto e scoprì che il figlio era scomparso.
Inquieta, lo cercava con gli occhi, quando il sipario si aprì e le luci
caddero su un impressionante pianoforte al centro della scena.
Terrorizzata, la madre vide suo figlio seduto al pianoforte mentre,
tranquillamente, suonava le note di «Fra Martino campanaro». 

In quel momento, il «maestro» fece la sua entrata; rapidamente andò al piano e sussurrò all'orecchio del bimbo:
«Non fermarti, continua a suonare». 
Seduto al fianco del bambino, Paderewski stese la sinistra e cominciò a suonare l'accompagnamento.
Poi, mise il braccio destro attorno al bimbo e sviluppò sulla musica un bell'arrangiamento.
Assieme, il vecchio maestro e il giovane allievo, trasformarono una situazione imbarazzante in una esibizione meravigliosamente creativa. 

Capita proprio così quando uno è con Dio.
Quanto possiamo ottenere per conto nostro e facendo del nostro meglio, offre il risultato di una musica graziosa e fluida.
Con le mani del Maestro, le opere della nostra vita diventano eccezionali.
La prossima volta che vuoi realizzare qualcosa di importante (lo puoi ogni giorno), stai  attento.
Potrai  ascoltare la voce del Maestro, mentre sussurra al tuo orecchio: "Non fermarti, continua a suonare".
Sentirai le sue braccia amorose attorno a te.
E scoprirai che le sue forti mani vogliono suonare con te il concerto di una vita meravigliosa...





Gli uomini coraggiosi sono tutti dei vertebrati: sono morbidi in superficie e duri nel mezzo. 

- Gilbert Keith Chesterton -





Buona giornata a tutti. :-)








sabato 1 luglio 2017

Un esercizio spirituale: la vacanza – Padre Anthony de Mello

Immagino di ritirarmi in un posto solitario per fare a me stesso il dono della solitudine, perché la solitudine è un tempo nel quale vedo le cose come sono.
Quali sono le piccole cose nella vita che la mancanza di solitudine ha eccessivamente ingigantito?
Quali sono le cose veramente importanti per le quali trovo troppo poco tempo?
La solitudine è un tempo per prendere decisioni.
Quali decisioni devo prendere o riconsiderare in questo particolare momento della mia vita?
Ora decido che tipo di giornata sarà oggi.
Sarà una giornata per fare?
Faccio un elenco delle cose che voglio veramente fare oggi.
Sarà anche una giornata per essere, nessuno sforzo per ottenere risultati, per fare cose, per guadagnare o possedere, ma solo per essere?
La mia vita non porterà frutto finché non avrò imparato l'arte di non coltivare, l'arte di "perdere" tempo in modo creativo.
Così decido quanto tempo dedicare al gioco, ad interessi senza scopo ed improduttivi, al silenzio, all'intimità, al riposo.
E domando a me stesso che cosa assaporerò oggi, che cosa toccherò, odorerò, ascolterò e vedrò.

- Anthony de Mello - 
Fonte: Alle sorgenti





«Non si caccia via l'oscurità con la scopa, si accende la luce».

Il modo migliore per dissipare il male non è combatterlo, ma far trionfare le forze del bene. 
Il risultato può sembrare lo stesso, ma lo spirito che ci anima è totalmente differente: combattere il male è lottare contro; difendere il bene è lottare per. Da un lato la messa in atto di un'energia negativa, dall'altro quella di un'energia positiva.
«Più lottiamo contro l'oscurità, più ci stanchiamo. Ma quando sprigioniamo la luce della coscienza, l'oscurità si dissolve».
Preoccupiamoci di rivestire le nostre battaglie di un'energia positiva e non smettiamo di accendere la luce della nostra coscienza.


- Padre Anthony de Mello -


Trova il tempo di riflettere,

è la fonte della forza.

Trova il tempo di giocare,

è il segreto della giovinezza.


Trova il tempo di leggere,

è la base del sapere.


Trova il tempo di essere gentile,

è la strada della felicità.


Trova il tempo di sognare,

è il sentiero che porta alle stelle.

Trova il tempo di amare,

è la vera gioia di vivere.

Trova il tempo d'esser contento,

è la musica dell'anima.


- Antica ballata irlandese - 






Buona giornata a tutti. :-)








mercoledì 28 giugno 2017

La lampada del minatore

Un uomo scendeva ogni giorno nelle viscere della terra a scavare sale. 
Portava con sé il piccone e una lampada. Una sera, mentre tornava verso la superficie, in una galleria tortuosa la lampada gli cadde di mano e si infranse al suolo. In un primo tempo il minatore ne fu quasi contento: «Finalmente! Non ne potevo più di questa lampada. Dovevo portarla sempre con me, fare attenzione dove la mettevo, pensare a lei anche durante il lavoro. Adesso ho un ingombro in meno. Mi sento più libero. E poi faccio questa strada da anni, non posso certo perdermi». Ma la strada ben presto lo tradì. 
Al buio era tutta un'altra cosa. Fece alcuni passi ma urtò contro una parete. Si meravigliò: non era quella la galleria giusta? 
Come aveva fatto a sbagliarsi così presto? Tentò di tornare indietro gettandosi a terra e camminando a carponi, si ferì le mani e le ginocchia. 
Gli vennero le lacrime occhi quando si accorse che in realtà era riuscito a fare solo alcuni metri e si ritrovava sempre al punto di partenza. E gli venne un'infinita nostalgia della lampada. Attese umiliato che qualcuno scendesse per venire a cercarlo e gli facesse strada con una lampada.


Possiamo dare a questo racconto un altro finale? Più positivo? SI!!!!!

Quando, trascinandosi così sulle ginocchia, mise le mani casualmente sulla sua lampada, provò un piacere immenso, come se avesse incontrato la persona più cara al mondo. 
La baciò come fosse una reliquia e poi l'accese, con cura. Da allora in avanti non sentì più la noia di portarsela dietro!



Preghiera dell'angelo

Donaci, o Signore, un Angelo di luce che ci prenda per mano, ci accompagni a Te e ci insegni a compiere le tue opere.
Donaci, o Signore, un Angelo amico che ci riveli e ci faccia sentire la tua bontà e il tuo amore e ci renda capaci di pietà verso ogni creatura.
Donaci, o Signore, un Angelo di comunione con cui poter condividere i doni della vita illuminata dal tuo Spirito.
Donaci, o Signore, un Angelo buono che custodisca la nostra anima, che vegli sulla nostra vita, che guidi il nostro cammino.
Ci sia egli sempre vicino con il suo volto luminoso e ci conduca a Te, ai tuoi Santi, a coloro che amiamo e ci amano ed anche a coloro che non ci amano e che facciamo fatica a amare.
Amen!


Buona giornata a tutti. :-)






mercoledì 24 maggio 2017

La sete del cuore -

Un uomo si era perso, in un territorio pietroso, e arido!
Il sole dardeggiava implacabile, e rendeva tutto rovente...
L'uomo era allo stremo delle forze!
Poco prima di crollare, vide una casupola, abbandonata...
Si trascinò, fin là, penosamente!
Davanti alla casa, c'era un abbeveratoio malandato, con una pompa a mano.
Si buttò sulla maniglia, e cominciò ad agitarla, come un pazzo.
La pompa cigolava, ma non ne uscì una sola goccia d'acqua...
All'ombra della pompa, l'uomo notò una brocca di vetro, accuratamente chiusa, con un tappo di sughero, e un biglietto infilzato, sul tappo!
La brocca era piena d'acqua...
Con le mani tremanti, l'uomo si portò il biglietto, vicino agli occhi, bruciati dal sole, e lesse: «Amico: se vuoi, che la pompa funzioni, devi prima riempirla, con tutta l'acqua, della brocca...
Alla fine, prima di andartene, ricordati di riempire, di nuovo, d'acqua, la brocca!».
Pensieri contrastanti, dilaniarono l'uomo...
Stava morendo, di sete: doveva proprio sprecare, tutta quell'acqua, e buttarla, nella pompa?
Era così arrugginita!
E, se non avesse funzionato?
Se avesse bevuto l'acqua della brocca, si sarebbe salvato, ma, in questo caso, chi fosse arrivato, dopo di lui, non avrebbe avuto alcuna speranza di salvezza!
Che cosa, doveva fare?
Salvarsi, o rischiare, per dare, anche ad altri, la possibilità di sopravvivere?
Una voce interiore, gli suggerì di rischiare!
Versò, di colpo, l'acqua, della brocca, nella pompa e, poi, si attaccò, disperatamente, alla leva, manovrando, con tutte le forze, che gli rimanevano...
La pompa tossicchiò, un paio di volte, ma, poi, dopo uno sternuto, cominciò a buttare acqua, fresca, e pulita!
«Grazie, grazie!», mormorava l'uomo, dissetandosi, e facendosi scorrere l'acqua addosso.
Prima di ripartire, riempì, accuratamente, la brocca, e la tappò...
Poi, aggiunse una riga, al biglietto:
«Credici, amico: funziona!
Dai tutto, alla pompa: te ne restituirà, in abbondanza!».

«Date, e vi sarà dato;

una buona misura, pigiata, scossa, e traboccante,

vi sarà versata nel grembo,

perché, con la misura, con cui misurate,

sarà misurato, a voi, in cambio!»

("Vangelo di Luca 6,38").



Già l'ombra della notte si dilegua,
un'alba nuova sorge all'orizzonte:
con il cuore e la mente salutiamo
il Dio di gloria.

O Padre santo, fonte d'ogni bene,
effondi la rugiada del tuo amore
sulla Chiesa raccolta dal tuo Figlio
nel Santo Spirito. Amen.



Buona giornata a tutti. :-)

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giovedì 18 maggio 2017

Aiutami a dire di sì - Padre Michel Quoist

Ho paura di dire di sì, o Signore. Dove mi condurrai?
Ho paura di avventurarmi, ho paura di firmare in bianco,
ho paura del sì che reclama altri sì.
Eppure non sono in pace.
Mi insegui, o Signore, sei in agguato da ogni parte.
Cerco il rumore perché temo di sentirTi, ma Ti infiltri in un silenzio.
Fuggo dalla via perché Ti ho intravisto, ma mi attendi quando giungo in fondo alla strada.
Dove mi potrei nascondere?
Ovunque T’incontro: non è dunque possibile sfuggirti!
… Ma ho paura di dire di sì, o Signore

Ho paura di darTi la mano, Tu la tieni nella Tua.
Ho paura di incontrare il tuo sguardo, Tu sei un seduttore.
Ho paura della tua esigenza, Tu sei un Dio geloso.
Sono braccato, ma mi nascondo.
Sono prigioniero, ma mi dibatto, e combatto sentendomi vinto.
Perché Tu sei il più forte, o Signore, Tu possiedi il Mondo e me lo sottrai.
Quando tendo le mani per cogliere persone e cose, esse svaniscono ai miei occhi.
Non è una cosa allegra, Signore, non posso prendere nulla per me.
Avvizzisce tra le mie dita il fiore che raccolgo, muore sulle mie labbra il sorriso che abbozzo,
mi lascia ansante ed inquieto il valzer che ballo.
Tutto mi sembra vuoto, tutto mi sembra vano, hai creato il deserto intorno a me.
E ho fame, e ho sete.
Non mi potrebbe saziare il Mondo intero.
Eppure Ti amavo, o Signore; che Ti ho dunque fatto?
Per Te lavoravo, per Te mi spendevo.
O gran Dio terribile, che vuoi dunque ancora?
Piccolo, voglio di più per te e per il Mondo.
Prima conducevi la tua azione, ma io non so che farmene.
Mi invitavi ad approvarla, m’invitavi a sostenerla, volevi interessarmi al tuo lavoro.
Ma vedi, piccolo, invertivi le parti.
Ti ho seguito con gli occhi, ho veduto la tua buona volontà, ora Io voglio di più per te.
Non farai più la tua azione, ma la volontà del tuo Padre celeste.
Dì: “sì”, piccino.
Ho bisogno del tuo sì, così come ho avuto bisogno del sì di Maria per venire sulla terra, 
perché Io debbo essere nel tuo lavoro,
Io debbo essere nella tua famiglia,
Io debbo essere nel tuo quartiere, e non devi esserci tu.
Il Mio sguardo penetra e non il tuo,
la Mia parola trasporta e non la tua,
la Mia vita trasforma e non  la tua.
Dammi tutto, abbandonami tutto.
Ho bisogno del tuo sì per sposarti e scendere sulla terra.
Ho bisogno del tuo sì per continuare a salvare il Mondo!

O Signore, ho paura della Tua esigenza, ma chi Ti può resistere?
Affinché venga il Tuo regno e non il mio,
affinché sia fatta la tua volontà e non la mia, aiutami a dire di SÌ.


- Padre Michel Quoist -



Fa', o Signore, che non perda mai il senso del sorprendente.
Concedimi il dono dello stupore! Donami occhi rispettosi del tuo creato, occhi attenti, occhi riconoscenti. Signore, insegnami a fermarmi: l'anima vive di pause; insegnami a tacere:solo nel silenzio si può capire ciò che è stato concepito in silenzio.
Ovunque hai scritto lettere: fa' che sappia leggere la tua firma dolce nell'erba dell'aiuola pettinata, la tua firma forte nell'acqua del mare agitata.  Hai lasciato le tue impronte digitali: fa' che sappia vederle  nei puntini delle coccinelle, nel brillio delle stelle. Tutto è tempio, tutto è altare!
Rendimi, Signore, disponibile alle sorprese: comprenderò la liturgia pura del sole, la liturgia mite del fiore;sentirò che c'è un filo conduttore  in tutte le cose......e salirà il voltaggio dell'anima. Amen

- Padre Michel Quoist -


Buona giornata a tutti. :-)