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venerdì 7 aprile 2017

Il silenzio - Madeleine Delbrêl

Il silenzio non ci manca, perché lo abbiamo.
Il giorno in cui ci mancasse,
significherebbe che non abbiamo saputo prendercelo.
Tutti i rumori che ci circondano
fanno molto meno strepito di noi stessi.
Il vero rumore è l'eco che le cose hanno in noi.
Non è il parlare che rompe inevitabilmente il silenzio.
Il silenzio è la sede della Parola di Dio, e se, quando parliamo,
ci limitiamo a ripetere quella parola, non cessiamo di tacere.
I monasteri appaiono come i luoghi della lode
e come i luoghi del silenzio necessario alla lode.
Nella strada, stretti dalla folla, noi disponiamo le nostre anime come altrettante cavità di silenzio dove la Parola di Dio può riposarsi e risuonare.
In certi ammassi umani dove l'odio, la cupidigia,
l'alcool segnano il peccato, conosciamo un silenzio da deserto
e il nostro cuore si raccoglie con una facilità estrema
perché Dio vi faccia risuonare il suo nome: «Vox clamans in deserto».

- Madeleine Delbrêl - 



Non si può incontrare Gesù per conoscerlo, amarlo, imitarlo, senza un ricorso concreto, costante e ostinato al Vangelo; senza che questo ricorso faccia intimamente parte della nostra vita.

- Madeleine Delbrel -



Amo quello che saresti
il giorno in cui fossi Tu.
Aspetto quello che faresti
O Tu, che saresti te stesso.

Tu ben sai che, se ti amo,
è per scoprire te stesso
e che a me nulla importa di me.

Io posso attorno alla terra
incontrare il mondo intero;
rimarrei però solitaria
senza il Tu che Tu sei
e che vuoi dimenticare.

- Madeleine Delbrel - 

Buona giornata a tutti. :-)







domenica 12 febbraio 2017

La meglio gioventù - Pier Paolo Pasolini

Un poco ubriachi cantano, alla mattina presto,
coi fazzoletti rossi stretti intorno alla gola,
poi comandano rauchi quattro litri di vino
e caffè per le ragazze, che ormai tacciono piangendo.
Venite, treni, caricate questi giovani che cantano
coi loro blusoni inglesi e le magliette bianche.
Venite, treni, portate lontano la gioventù
a cercare per il mondo ciò che qui è perduto.
Portate, treni, per il mondo, a non ridere mai più,
questi allegri ragazzi scacciati dal paese.

- Pier Paolo Pasolini - 



Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? 
Che cos'è che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? 
L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la "prima": il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo "reale", trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene. 
Donde l'ambiguità che caratterizza i criminali e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. 
Non c'è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c'è stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni pietà.

- Pier Paolo Pasolini - 


 Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.


- Pier Paolo Pasolini - 
Alla mia nazione


Buona giornata a tutti. :-)



lunedì 16 maggio 2016

La preghiera dell'abbandono - Padre Charles de Foucauld

Padre mio,
Io mi abbandono a te:
fa' di me ciò che ti piace!
Qualunque cosa tu faccia di me,
ti ringrazio.

Sono pronto a tutto,
accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me
e in tutte le tue creature.

Non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima
nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore,
perché ti amo.

Ed è per me un'esigenza d'amore
il donarmi,
il rimettermi nelle tue mani
senza misura,
con una confidenza infinita,
poiché tu sei il Padre mio.

 - Charles de Foucauld -





“Amiamo e pratichiamo ogni giorno la preghiera solitaria e segreta, quella preghiera che solo il Padre celeste vede, in cui siamo assolutamente soli con lui e nessuno sa che preghiamo, colloquio a due, segreto delizioso, in cui apriamo il nostro cuore in libertà, lontano da ogni sguardo, ai piedi del Padre”.

- Charles de Foucauld -



Dio si serve dei venti contrari per condurci in porto.


- Charles de Foucauld - 



Venga il tuo Regno
su tutta la terra,
venga in ogni anima...
Tutti gli uomini
siano solleciti
al tuo servizio,
la tua grazia regni
padrona assoluta
in ogni anima;
che tu solo agisca
in ogni anima
e tutti gli uomini
non vivano che
per mezzo di te
e per te, perduti in te...
Senza dubbio è la più grande felicità
di tutti gli uomini
che sia così:
è ciò che c'è di più desìderabile per il
prossimo e per me!
Amen.

(Padre Charles de Foucauld)




Preghiera a Maria SS. Della Mercede

Salve o Maria, Madre purissima della Mercede,
fonte perenne da cui derivano a noi le grazie del Signore,
esempio di virtù da cui le nostre anime apprendono la loro perfezione.
Il tuo nome risuona festoso in cielo ed in terra
ed è per tutti luce e splendore che rischiara santamente l’intelletto,
fortezza che rende invincibile il cuore contro gli assalti nemici.
Tu sei rifugio dei cristiani 
e sei ancora la padrona dei loro affetti, dei loro pensieri.
Tu per liberare i fedeli dalle catene dei maomettani discendesti dal cielo.
Per questo tutto il mondo riconoscente ti acclama sua dolce consolatrice.
O Vergine Santa,
poiché ti sei compiaciuta di unire 
alla suprema dignità di Madre di Dio e degli uomini,
il nome e l’ufficio pietoso di Madre e Redentrice degli schiavi,
degnati di stendere il tuo manto benedetto su di noi,
devoti di sì caro nome e su tutti i cristiani vivi e defunti,
affinché salvati dalla tua materna protezione da quanti mali ci affliggono,
veniamo a rallegrarci con te eternamente nel gaudio del Signore. Amen.

Buona giornata a tutti. :-)



mercoledì 27 aprile 2016

Il Passato - Emily Dickinson

E' una curiosa creatura il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all'estasi
O alla disperazione.

Se qualcuno l'incontra disarmato,
Presto, gli grido, fuggi!

Quelle sue munizioni arrugginite
Possono ancora uccidere!

- Emily Dickinson - 



Dipinto: Elihu Vedder (1836-1923), The Hearth of the Rose



Mi son nascosta nel mio fiore,
così che, quando appassirà dentro il tuo vaso,
per me tu senta, senza sospettarlo,
quasi una solitudine.

 - Emily Dickinson -



Ophelia - Jules Joseph Lefebvre

Amarti anno dopo anno - 
può sembrare meno 
di sacrificio, e conclusione - 
eppure, caro, 
il sempre potrebbe essere breve, vorrei mostrarti - 
perciò l'ho congiunto, ora, con un fiore. 

- Emily Dickinson -  





Emily Elizabeth Dickinson nasce 10 dicembre 1830 ad Amherst (Massachusetts), in una stimata famiglia, frequenta la scuola sino alle scuole superiori, cosa anomala per l’epoca. 
A soli 23anni decide di ritirarsi in una vita solitaria ed appartata non giustificata da problemi fisici. 
Rimane quindi irrisolto il mistero Emily Dickinson, affidato all'insondabilità della sua coscienza più profonda. Manifesta un carattere contraddittorio e complesso, venato da una fierezza irriducibile. 
Studia in casa come autodidatta, scrive lettere alle quali spesso allega le sue poesie. Compie brevi viaggi, incontra ed entra in amicizia con scrittori, filosofi. 
La casa dei Dickinson è praticamente il centro della vita culturale del piccolo paese, dunque uno stimolo continuo all'intelligenza della poetessa, che in questo periodo incomincia a raccogliere segretamente i propri versi in fascicoletti. 
In pochi anni viene colpita da una serie di disgrazie familiari, muore il padre, l’anno dopo la madre, alcuni amici con i quali era in contatto epistolare. 
I suoi scritti non sono mai stati pubblicati. 
Solo dopo la sua morte avvenuta il 15 maggio 1886 la sorella Vinnie scopre i versi nascosti e fa pubblicare 1775 poesie. 
Una rivelazione editoriale che, grazie all'enorme potenza sensitiva, mentale e metafisica della poesia di Emily Dickinson, ha dato il via ad un vero e proprio fenomeno di culto.
per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Emily_Dickinson





Buona giornata a tutti. :-)



martedì 19 aprile 2016

Compagni di volo - don Tonino Bello

Voglio ringraziarti, Signore per il dono della vita;
ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto:
possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore,
che tu abbia un’ala soltanto, l’altra la tieni nascosta,
forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me;
per questo mi hai dato la vita:
perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami, allora, a librarmi con Te,
perché vivere non è trascinare la vita,
non è strapparla, non è rosicchiarla,
vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ ebrezza del vento.
Vivere è assaporare l’avventura della libertà.
Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia
Di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te, Signore.
Tu mi hai dato il compito
di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò, 
per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.
Non farmi più passare indifferente vicino al fratello 
che è rimasto con l’ala ,
l’unica ala inesorabilmente impigliata
nella rete della miseria e della solitudine
e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te;
soprattutto per questo fratello sfortunato,
dammi, o Signore,un’ala di riserva.

 - Don Tonino Bello - 




Coltivate la bellezza del vostro sguardo. 
Non potete immaginare quanta luce 
questa bellezza dà
a chi è triste,
quanta voglia di vivere 
produce uno sguardo generoso 
su una persona che è triste.

- don Tonino Bello - 


Dio me lo sento
come un padre dolcissimo,
col quale non è difficile confidarmi.
Sento di non aver soggezione di lui.
Anche quando sbaglio, mi sembra più facile 
chiedergli scusa con un sorriso di implorazione 
che con un percuotimento di petto.
Me lo sento vicino, comunque, tantissimo.
Devo, però, dire che spesso mi dimentico di lui
e me ne dispiace, 
soprattutto la sera quando mi addormento.
Ma lo chiamo ugualmente:
tanto sono certo del suo perdono.

- don Tonino Bello -


Non abbiamo il diritto
di annunciare e attendere 
un altro mondo,
se non ci saremo impegnati
a far sì che un mondo altro 
si affermi sulla terra.

- don Tonino Bello - 



Non abbiate paura 
di innamorarvi adesso, 
di incantarvi adesso,
di essere stupiti adesso,
di entusiasmarvi adesso, 
di guardare troppo in alto adesso, 
di sognare adesso.

- don Tonino Bello - 





Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it 












sabato 26 settembre 2015

Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi -beh? Che è successo? - Charles Bukowski


Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi -beh? Che è successo?
Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l'amare se non amare che te? Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti -ti amo-, almeno credo. Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l'ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore.
È che prima avevo la scusa per non vedere il sole, pioveva, mica era colpa mia, ma le nuvole ora sono andate via portandosi dietro tutte le scuse. Ok, tu non ci sei, ok, ma va bene, va bene anche se va male, va bene perché io ti amo lo stesso. C'è come un diario che ho chiuso nel petto, sento che devo tirarlo fuori e devo farlo senza schemi se non gli schemi che mi porto nel cuore. Ah! Mannaggia mannaggia, mannaggia al cuore che non sa far calcoli ma che pure spesso sbaglia i conti. Ma io non ero riuscito a dirti quel ti amo. Era una primavera quando andasti via, lo ricordi? Io cercavo di farmi forza, la vita andava avanti sentivo dirmi da tutti. Quando te ne sei andata io mi sono un po' rincoglionito. Mi persi, diciamoci la verità, perdendoti io mi persi. E tu? Ah! No scusa, non volevo chiederti se anche tu ci sei rimasta male, era un e tu come stai? Roba del genere insomma, un e tu cosa fai ora? Che stai facendo adesso, adesso è in questo momento, che stai facendo in questo momento? 

Non mi interessa cosa stai facendo nella vita, io non ci sono più nella tua vita, cosa vuoi che mi importi? Sicuramente starai facendo tante cose belle, bellissime, ma a me importa adesso, adesso adesso mi importa, adesso in questo momento. 
Io adesso ti sto pensando facendomi del male. 
Io vorrei non pensarti ed averti invece qui, qui vicino a me. Ma non ci sei. 
Non voglio pensarti ma non lasciarmi solo, non andare via anche dai miei sogni. Tu dolce ferita mi tagli il cuore, ma io sorrido sai? Non mi fa male questo maledetto male. Sorrido perché dentro ci sei te e ti vedo, almeno posso vederti. Ti vedo pure che dai un bacio a quello lì e questo un po' a dirti il vero mi fa incazzare. Ma tu non lasciarmi lo stesso, tienimi con te pure se sono incazzato. 
Tienimi con te. Non mi fa male la ferita al cuore, no, non mi fa male, sei tu che non ci sei, non andare via oltre.
A volte mi sento tanto forte da poterti dire che non esisti senza di me. Ma non è vero sai? È che ci provo ad andare avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci. Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti. Sei incancellabile tu. 

Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?

- Charles Bukowski -





Ero perso. Ero senza interessi. Non me ne fregava niente se cercavate di uccidermi. Non vi avrei fermato. Stavo vivendo un'esistenza che non significava niente per me. Trovavo posti dove stare. Stanzette in affitto. Bar. Prigioni. Sonno e indifferenza sembravano le uniche possibilità. Tutto il resto sembrava privo di senso. Sapevo sempre esattamente quanti soldi avevo con me.
Per esempio: un biglietto da cinque e due da uno nel portafoglio una moneta da venticinque, una da dieci e una da due centesimi nella tasca destra davanti. Non avevo voglia di parlare con nessuno e non volevo che nessuno mi parlasse. Ero considerato un disadattato e un tipo strambo. Mangiavo pochissimo ma ero incredibilmente forte. A volte abbassavo le tapparelle nella mia stanza e me ne stavo a letto per una settimana o più. Ero in uno strano viaggio ma era privo di senso. Non avevo idee. Non avevo progetti. Dormivo. Non facevo altro che dormire e aspettare.
Non mi sentivo solo. Non soffrivo di vittimismo. Ero solo invecchiato in una vita nella quale non riuscivo a trovare alcun senso.

- Charles Bukowski -




Tutti quei viaggi, tutte quelle  pagine di Kerouac, per morire solo, solo sotto una gelida luna messicana, solo, capite?
Non riuscite a vedere quei cactus magri e miserabili?
Il Messico non è brutto solo per via della repressione, è brutto e stop.
Non riuscite a vedere gli animali del deserto che stanno a guardare? 

Le rane, cornute e semplici, i serpenti simili a fessure di mente umana che strisciano, si fermano, attendono, ottusi sotto un'ottusa luna messicana.
Rettili, guizzi di cose a guardare questo tizio sulla polvere in maglietta bianca. Neal, lui, aveva trovato il suo movimento, non faceva male a nessuno. Il duro ragazzo del riformatorio steso lungo i binari di una ferrovia americana.


- Charles Bukowski -




Buona giornata a tutti. :-)