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lunedì 30 luglio 2018

Ascoltiamo la voce di Padre Pio da Pietrelcina - 1 -

O santo angelo custode,
abbi cura dell’anima mia e del mio corpo.
Illumina la mia mente
perché conosca meglio il Signore
e lo ami con tutto il cuore.
Assistimi nelle mie preghiere
perché non ceda alle distrazioni
ma vi ponga la più grande attenzione.
Aiutami con i tuoi consigli, perché veda il bene
e lo compia con generosità.
Difendimi dalle insidie del nemico infernale
e sostienimi nelle tentazioni
perché riesca sempre vincitore.
Supplisci alla mia freddezza nel culto del Signore:
non cessare di attendere alla mia custodia
finché non mi abbia portato in Paradiso,
ove loderemo insieme il Buon Dio per tutta l’eternità.

 - San Pio di Pietrelcina -


Lutero sostituendo la Bibbia al sacramento ha creato una casta pedante di quelli che potevano leggere, identificati superstiziosamente con quelli che potevano pensare... 
Predicando l’individualismo mentre preservava l’ineguaglianza, ha prodotto il moderno capitalismo. 
Produsse la peggiore guerra di nazioni che sia mai esistita. 
Ha prodotto la più efficiente forma di Protestantesimo, che è la Prussia. E sta producendo la peggiore parte del paganesimo, che è la schiavitù. 

Chesterton, New Witness, 20 Giugno 1919



«Lutero, Calvino e compagnia bella, [furono] pieni di superbia, zeppi di vizi fino agli occhi, i quali si divisero dalla Chiesa per assecondare le loro malvagie passioni dalle quali erano dominati. Secondariamente mancano della santità di dottrina. La dottrina che queste sette [protestanti] insegnano è empia e immorale. Ecco ciò che essi insegnano circa la fede e la morale: Dio è l’autore del peccato, e vi spinge l’uomo per quindi condannarlo. Che Iddio comanda agli uomini delle cose impossibili, e che poi neghi loro la grazia per adempierle. Che è tempo perduto, anzi è cosa sacrilega il ricorrere all’intercessione dei Santi, e specialmente di Maria Santissima, e che le loro immagini si debbano calpestare e gettare nel fuoco; e che la sola fede basta per salvarsi, quindi la bestemmia, l’impudicizia, il sacrilegio non impediscono all’uomo di potersi salvare, purché creda».

- San Pio da Pietrelcina -
(1887-1968) Epistolario, vol. IV




Una volta suonata la nostra ultima ora, cessati i battiti del nostro cuore, tutto sarà finito per noi, ed il tempo di meritare e quello pure di demeritare.
Tali e quali la morte ci troverà, ci presenteremo a Cristo giudice. 
I nostri gridi di supplica, le nostre lacrime, i nostri sospiri di pentimento, che ancora sulla terra ci avrebbero guadagnato il cuore di Dio, avrebbero potuto di noi fare, con l'aiuto dei sacramenti, da peccatori dei santi, oggi più a nulla valgono; il tempo della misericordia è trascorso, ora incomincia il tempo della giustizia.

- San Pio da Pietrelcina -



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it



lunedì 30 aprile 2018

San Pio V, dell'Ordine dei Predicatori, Papa e Confessore († 1.5.1572)

Pontefice del Dio vivo, tu sei stato sulla terra "il muro di bronzo, la colonna di ferro" (Ger 1,18) di cui parla il Profeta; e la tua indomabile costanza ha preservato dalla violenza e dalle insidie dei suoi numerosi nemici il gregge che ti era stato affidato. 
Ben lungi dal disperare, alla vista dei pericoli il tuo coraggio s'innalzava come una diga che si costruisce sempre più alta a misura che le acque dell'inondazione arrivano più minacciose. 
Per mezzo tuo gl'invadenti flutti dell'eresia si sono arrestati, l'invasione musulmana è stata respinta, e abbassato l'orgoglio della Mezzaluna. 
Il Signore ti fece l'onore di sceglierti per rivendicare la sua gloria ed essere il liberatore del popolo cristiano; ricevi, insieme al nostro atto di riconoscenza, l'omaggio delle nostre umili felicitazioni. 
Pure per tuo mezzo la Chiesa, che usciva da una terribile crisi, ritrovò la sua bellezza. 
La vera riforma, quella che si compie attraverso l'autorità, fu applicata senza debolezze dalle tue mani, altrettanto ferme che pure. 
Il culto divino, rinnovato dalla pubblicazione di libri Liturgici, ti deve il suo progresso, e la sua restaurazione; e nei sei anni del tuo breve ma laborioso pontificato, molte opere assai feconde furono compiute. 
Adesso, Pontefice santo, ascolta i voti della Chiesa militante, i cui destini furono, per qualche tempo, affidati alle tue mani. 
Anche morendo, implorasti per lei, in nome del Salvatore risuscitato, la protezione contro i pericoli, ai quali era ancora esposta. 
Vedi come ai nostri giorni in quale stato ha ridotto quasi l'intera cristianità il dilagare dell'errore. 
Per far fronte a tutti i nemici che l'assediano, la Chiesa non ha più che le promesse del suo divin fondatore; gli appoggi visibili le mancano tutti assieme; non le restano più che i meriti della sofferenza e le risorse della preghiera. 
Unisci le tue suppliche alle sue, dimostrandoci, così, che sèguiti sempre ad amare il gregge del Maestro. Proteggi a Roma la cattedra del tuo successore, esposta agli attacchi più violenti ed astuti. Prìncipi e popoli cospirano contro il Signore e contro il suo Cristo. 
Allontana i flagelli che minacciano l'Europa, così ingrata verso la Madre sua, così indifferente agli attentati commessi contro colei a cui tutto deve. 
Illumina i ciechi, confondi i perversi; ottieni che la fede illumini finalmente tante intelligenze smarrite, che scambiano l'errore per la verità, le tenebre per la luce. 
In mezzo a questa notte così buia e così minacciosa, i nostri sguardi, o santo Pontefice, discernono le pecorelle fedeli: benedicile, sostienile e ne accresci il loro numero. 
Uniscile al tronco dell'albero che non può perire, affinché esse non siano disperse dalla tempesta. 
Rendile sempre più fedeli verso la fede e le tradizioni della santa Chiesa che è la loro unica forza, in mezzo a questo dilagare dell'errore che minaccia di tutto asportare. 
Conserva alla Chiesa il sacro Ordine nel quale tu fosti elevato a così alti destini; moltiplica nel suo seno quelle generazioni di uomini potenti in opere e parole, pieni di zelo per la fede e per la santificazione delle anime, quali noi ammiriamo nei suoi Annali, quali noi veneriamo sugli altari. 
Finalmente ricordati, o Pio, che sei stato il Padre del popolo cristiano, e seguita ad esercitare ancora questa prerogativa sulla terra, per mezzo della tua potente intercessione, fino a che sia completo il numero degli eletti.

(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 612-616)




O Dio, che hai scelto il Papa san Pio V
per la difesa della fede ed

il rinnovamento della preghiera liturgica,
concedi anche a noi di
partecipare con vera fede e carità
operosa ai tuoi santi misteri.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

(dalla liturgia)




Adesso, Pontefice santo, ascolta i voti della Chiesa militante, i cui destini furono, per qualche tempo, affidati alle tue mani. 
Anche morendo, implorasti per lei, in nome del Salvatore risuscitato, la protezione contro i pericoli, ai quali era ancora esposta. 
Vedi come ai nostri giorni in quale stato ha ridotto quasi l'intera cristianità il dilagare dell'errore. Per far fronte a tutti i nemici che l'assediano, la Chiesa non ha più che le promesse del suo divin fondatore; gli appoggi visibili le mancano tutti assieme; non le restano più che i meriti della sofferenza e le risorse della preghiera. 
Unisci le tue suppliche alle sue, dimostrandoci, così, che sèguiti sempre ad amare il gregge del Maestro. 
Proteggi a Roma la cattedra del tuo successore, esposta agli attacchi più violenti ed astuti. 
Prìncipi e popoli cospirano contro il Signore e contro il suo Cristo. 
Allontana i flagelli che minacciano l'Europa, così ingrata verso la Madre sua, così indifferente agli attentati commessi contro colei a cui tutto deve. 
Illumina i ciechi, confondi i perversi; ottieni che la fede illumini finalmente tante intelligenze smarrite, che scambiano l'errore per la verità, le tenebre per la luce.
In mezzo a questa notte così buia e così minacciosa, i nostri sguardi, o santo Pontefice, discernono le pecorelle fedeli: benedicile, sostienile e ne accresci il loro numero. 
Uniscile al tronco dell'albero che non può perire, affinché esse non siano disperse dalla tempesta. 
Rendile sempre più fedeli verso la fede e le tradizioni della santa Chiesa che è la loro unica forza, in mezzo a questo dilagare dell'errore che minaccia di tutto asportare. 
Conserva alla Chiesa il sacro Ordine nel quale tu fosti elevato a così alti destini; moltiplica nel suo seno quelle generazioni di uomini potenti in opere e parole, pieni di zelo per la fede e per la santificazione delle anime, quali noi ammiriamo nei suoi Annali, quali noi veneriamo sugli altari. 
Finalmente ricordati, o Pio, che sei stato il Padre del popolo cristiano, e seguita ad esercitare ancora questa prerogativa sulla terra, per mezzo della tua potente intercessione, fino a che sia completo il numero degli eletti. Amen.



 Buona giornata a tutti. :-)






domenica 29 aprile 2018

Santa Caterina da Siena, Lettera CXCVI - A papa Gregorio XI

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Santissimo e reverendissimo padre in Cristo Gesù. Io Catarina, indegna e miserabile vostra figliuola, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel preziososangue suo; con desiderio di vedervi pastore buono; considerando me, babbo mio dolce, che il lupo ne porta le pecorelle vostre, e non si trova chi le rimedisca. 
Ricorro dunque a voi padre e pastore nostro, pregandovi da parte di Cristo crocifisso, che voi impariate da lui, il quale con tanto fuoco d'amore si diè all'obbrobriosa morte della santissima croce per trarre la pecorella smarrita dell'umana generazione delle mani delle dimonia; perocché, per la rebellione che l'uomo fece a Dio, la possedevano per sua possessione.
Viene dunque la infinita bontà di Dio, e vede 'l male e la dannazione e la ruina di questa pecorella; e vede che con ira e con guerra non ne la può trarre. 
Onde, non istante che sia ingiuriato da essa (perocché, per la rebellione che fece l'uomo disobbediente a Dio, meritava pena infinita). 
La somma ed eterna Sapienza non vuole fare così; ma trova uno modo piacevole, e più dolce e amoroso che trovare possa; perocché vede, che per neuno modo si traie tanto il cuore dell'uomo, quanto per amore; però ch'egli è fatto per amore. E questa pare la cagione che tanto ama, perché non è fatto d'altro che d'amore, secondo l'anima e secondo il corpo. perocché per amore Dio il creò alla immagine e similitudine sua; e per amore il padre e la madre gli diè della sua sustanzia concependo e generando 'l figliuolo. 
E però vedendo Dio che egli è tanto atto ad amare, drittamente gli gitta l'amo dell'amore, donandoci il Verbo dell'unigenito Figliuolo, prendendo la nostra umanità, per fare una grande pace. Ma la giustiza vuole che si faccia vendetta della ingiuria che è stata fatta a Dio: viene dunque la divina misericordia e ineffabile carità, per satisfare alla giustiziae alla misericordia, condanna il figliuolo suo alla morte, avendolo vestito della nostra umanità, cioè della massa d'Adam, che offese. 
Sicché per la morte sua è placata l'ira del Padre, avendo fatta giustizia sopra la persona del figliuolo: e così ha satisfatto alla giustizia, ha satisfatto alla misericordia, traendo dalle mani delle dimonia l'umana generazione. 
Ha giuocato questo dolce Verbo alla braccia in sul legno della santissima croce, facendo uno torniello la morte con la vita e la vita con la morte: sicché per la morte sua distrusse la morte nostra, e per darci la vita consumò la vita del corpo suo. Sicché dunque con l'amore ci ha tratti, e con la sua benignità ha vinta la nostra malizia; in tanto che ogni cuore dovrebbe essere tratto; perocché maggiore amore non poteva mostrare (e così disse egli) che dare la vita per l'amico suo. 
E se egli commenda l'amore che dà la vita per l'amico, che dunque diremo dell'ardentissimo e consumato amore che diè la vita per lo nemico suo? Perocché per lo peccato eravamo fatti nemici di Dio. Oh dolce e amoroso Verbo, che con l'amore hai ritrovata la pecorella, e con l'amore gli hai data la vita, ed ha la rimessa nell'ovile, rendendole la Grazia, la quale aveva perduta!
Oh santissimo babbo mio dolce, io non ci vedo altro né altro rimedio a riavere le vostre pecorelle, le quali con ribelle si sono partite dall'ovile della santa Chiesa, non obbedienti, né subietti a voi padre. 
Onde io vi prego da parte di Cristo crocifisso, e voglio che mi facciate questa misericordia, cioè con la vostra benignità vinciate la loro malizia. Vostri siamo, o Padre. E io cognosco e so che a tutti in comune lor pare aver male fatto; e poniamoché scusa non abbino nel male adoperare, nondimeno, per le molte pene e cose ingiuste e inique che sostenevano per cagione de' mali pastori e governatori, lor pareva non potere fare altro. 
Perocché sentendo il puzzo della vita di molti rettori, e' quali sapete che sono demoni incarnati, vennero in tanto pessimo timore, che fecero come Pilato, il quale per non perdere la signoria, uccise Cristo: e così fecero essi, che per non perdere lo stato, vi hanno perseguitato. Misericordia adunque, padre, v'addimando per loro. E non ragguardate all'ignoranzia e superbia de' vostri figliuoli; ma con l'esca dell'amore e della vostra benignità, dando quelle dolcedisciplina e benigna reprensione che piacerà alla Santità vostra, rendete pace a noi miseri figliuoli che abbiamo offeso. Io vi dico, dolce Cristo in terra, da parte di Cristo ìn cielo, che facendo così, cioè senza briga e tempesta, essi verranno tutti con dolore dall'offesa fatta, e metterannovi il capo in grembo. Allora goderete, e noi goderemo; prché con amore averete rimessa la pecorella smarrita nell'ovile della santa Chiesa. E allora, babbo mio dolce, adempirete il santo desiderio vostro e la volontà di Dio, cioè di fare il santo passaggio; al quale io v'invito per parte sua a tosto farlo, e senza negligenzia. Ed essi si disporranno con grande affetto; e disposti sono a dare la vita per Cristo. oimé, Dio, amore dolce! Rizzate, babbo, tosto il gonfalone della santissima croce, e vederete li lupi diventare agnelli. Pace, pace, pace! acciocché non abbi la guerra a prolongare questo dolce tempo. 
Ma se volete fare vendetta e giustizia, pigliatela sopra di me misera miserabile, e datemi ogni pena e tormento che piace a voi, infino alla morte. Credo che per la puzza delle mie iniquità siano venuti molti difetti e molti inconvenienti e discordie.

Dunque sopra me misera vostra figliuola prendete ogni vendetta che volete. oimé, padre, io muoio di dolore, e non posso morire. 
Venite, venite, e non fate più resistenzia alla volontà di Dio che vi chiama; e le affamate pecorelle v'aspettano che veniate a tenere e possedere il luogo del vostro antecessore e campione, apostolo Pietro. 
Perocché voi, come vicario di Cristo, dovete riposarvi nel luogo vostro proprio. Venite dunque, venite, e non più indugiate; e confortatevi, e non temete d'alcuna cosa che avvenire potesse, perocché Dio sarà con voi. 
Dimandovi umilmente la vostra benedizione e per me, e per tutti li miei figliuoli; e pregovi che perdoniate alla mia presunzione. 
Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù Amore.



O potente Caterina, 

presidio della Cristianità, 
a Te ricorriamo in questi tempi oscuri 
affinchè ci ottenga dall'Altissimo 
continua illuminazione dell'intelletto, 
vera libertà di pensiero, 
cuore coraggioso e parola franca, 
perchè, animati dal Tuo incrollabile esempio, 
possiamo difendere i diritti di Dio e la Verità di Cristo 
contro i nemici della Chiesa, 
vieppiù quando i sagri Pastori, 
immemori dei mandati del Divin Salvatore 
e complici delle mode del secolo, 
si trasformassero anch'essi in avversari di Nostro Signore, 
portando le anime loro commesse alla perdizione.
Ora pro nobis!



Io busso alla porta della tua verità, cerco e grido al cospetto della tua maestà e domando all’orecchio della tua clemenza: misericordia per tutto il mondo e in particolare per la santa Chiesa, perché nella dottrina del Verbo ho conosciuto che tu vuoi che io mi nutra di continuo di questo cibo; e poiché tu vuoi così, amore mio, non mi lasciare morire di fame. 
O anima mia, che cosa fai? Non sai tu che continuamente sei guardata da Dio? Sappi che ai suoi occhi non ti puoi mai nascondere, perché nessuna cosa gli è nascosta; qualche volta ti puoi nascondere agli occhi della creatura, ma a quelli del Creatore mai. Poni dunque fine e termine alle tue iniquità, e sveglia te stessa.

- santa Caterina da Siena -



Alla Madonna 

O Maria, Maria, tempio della Trinità!
O Maria, portatrice del fuoco! 
Maria, porgitrice di misericordia,
Maria germinatrice del frutto, 
Maria ricomperatrice dell'umana generazione, 
perché sostenendo la carne tua 
nel Verbo fu ricomprato il mondo: 
Cristo lo ricomprò con la sua passione 
e tu col dolore del corpo e della mente. 
Maria mare pacifico, 
Maria donatrice di pace, 
Maria terra fruttifera. 
Tu, Maria, sei quella pianta novella 
della quale abbiamo il fiore odorifero 
del Verbo unigenito Figliuolo di Dio, 
perché in te, terra fruttifera, fu seminato questo Verbo.
Tu sei la terra e sei la pianta di fuoco, 
tu portasti il fuoco nascosto 
e velato sotto la cenere della tua umanità.



Immagine: Francesco Messina Monumento Santa Caterina da Siena, 1961 Giardini di Castel Sant'Angelo, RM, particolare


Caterina da Siena, nata Caterina Benincasa (Siena, 25 marzo 1347 – Roma, 29 aprile 1380), mistica italiana. Canonizzata dal papa senese  Pio II nel 1461; il 4 ottobre  1970  è stata dichiarata dottore della Chiesa da Papa Paolo VI; è patrona d'Italia  per nomina di papa Pio XII nel 1939 (assieme a San Francesco d’Assisi) e compatrona d' Europa per nomina di papa Giovanni Paolo II il 1° ottobre 1999. Fu sepolta a Roma, nel cimitero di Santa Maria sopra Minerva. Il corpo è ancora conservato nella basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma.



Buona giornata a tutti, :)







sabato 28 aprile 2018

Preghiera di intercessione a santa Gianna Beretta Molla, memoria liturgica 28 aprile

“Dell’amore divino Gianna Beretta Molla fu semplice, ma quanto mai significativa messaggera. Pochi giorni prima del matrimonio, in una lettera al futuro marito, ebbe a scrivere: “L’amore è il sentimento più bello che il Signore ha posto nell’animo degli uomini”. “Sull’esempio di Cristo, che “avendo amato i suoi... li amò sino alla fine” (Gv 13,1), questa santa madre di famiglia, si mantenne eroicamente fedele all’impegno assunto il giorno del matrimonio. Il sacrificio estremo che suggellò la sua vita testimonia come solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai fratelli realizzi se stesso. 
Possa la nostra epoca riscoprire, attraverso l’esempio di Gianna Beretta Molla, la bellezza pura, casta e feconda dell’amore coniugale, vissuto come risposta alla chiamata divina!” “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. (Gv 14,28)

- san Giovanni Paolo II, papa - 



Il 24 aprile 1994 Sua Santità Giovanni Paolo II, in Piazza San Pietro, proclama Gianna Beretta Molla Beata come “madre di famiglia”.
Il giorno dopo la Beatificazione, nel discorso durante l’udienza ai pellegrini nell’aula “Paolo VI”, Sua Santità dice di Gianna “Quale eroica testimonianza è la sua, vero canto alla vita, in stridente contrasto con una certa mentalità oggi dilagante! Possa il suo sacrificio infondere coraggio in quanti si adoperano, mediante l’impegno personale e comunitario, nel Movimento per la Vita e in altri simili organismi, perché la dignità intangibile di ogni umana esistenza sia riconosciuta, dal momento del concepimento sino al naturale tramonto, come valore prioritario e fondante rispetto ad ogni altro diritto umano e sociale.”…

Giovanni Paolo II con le figlie e il marito di Gianna Beretta Molla durante la beatificazione

Dio, che ci sei Padre,
ti diamo lode e ti benediciamo
perché in santa Gianna Beretta Molla
ci hai donato e fatto conoscere
una donna testimone del Vangelo
come giovane, sposa, madre e medico.

Ti ringraziamo perché,
anche attraverso il dono della sua vita,
ci fai imparare ad accogliere e onorare
ogni creatura umana.

Tu, Signore Gesù,
sei stato per lei riferimento privilegiato.

Ti ha saputo riconoscere
nella bellezza della natura.

Mentre si interrogava
sulla sua scelta di vita,
andava alla ricerca di Te
e del modo migliore per servirti.

Attraverso l'amore coniugale,
si è fatta segno del tuo amore
per la Chiesa e per l'umanità.

Come Te, buon samaritano,
si è fermata accanto a ogni
persona malata, piccola e debole.

Sul tuo esempio e per amore,
ha donato tutta se stessa,
generando nuova vita.

Spirito Santo, fonte di ogni perfezione,
dona anche a noi sapienza, intelligenza
e coraggio perché, sull’esempio di santa
Gianna e per sua intercessione, nella vita
personale, familiare, professionale, sappiamo
metterci al servizio di ogni uomo e donna
e crescere così nell’amore e nella santità.
Amen!



Preghiera di Santa Gianna 

Gesù, eccomi qui.
Gesù, entra, rimani sempre con me.

Ho tanto bisogno che Tu mi illumini,
che mi faccia diventare migliore.

Dammi la tua grazia,
infiammami del tuo Amore.


Per ottenere grazie, con la sua intercessione

O Dio, nostro Padre, tu hai donato alla tua Chiesa santa Gianna Beretta Molla, che nella sua giovinezza ha cercato amorevolmente te, e a te ha portato altre giovani, impegnandole apostolicamente in testimonianza e azione cattolica e collocandole accanto a malati e anziani per essere loro di aiuto e di conforto.
Ti ringraziamo per questo dono di giovane amorevolmente impegnata e, sul suo esempio, donaci di consacrare la nostra vita al tuo servizio e alla gioia dei fratelli. 

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

O Gesù, Redentore degli uomini, tu chiamasti santa Gianna a svolgere la missione di medico, a sollievo dei corpi e delle anime, vedendo te stesso nei fratelli sofferenti e nei piccoli indifesi.
Ti ringraziamo per esserti mostrato in questa tua Serva come “uno che serve” e che lenisce il dolore degli uomini. Accogliendo la sua lezione, fa di noi generosi cristiani al servizio dei fratelli, particolarmente di coloro ai quali partecipi la tua croce.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

O Dio, Spirito santificatore, che ami la Chiesa quale tua Sposa, tu infondesti nel cuore di santa Gianna un po’ del tuo amore, da effondere in una chiesa domestica per collaborare nel tuo meraviglioso piano di creazione donandoti nuovi figli, affinché ti potessero conoscere e amare.
Ti ringraziamo per questo modello di sposa e, per la sua incoraggiante testimonianza.
Dona alle nostre famiglie la serena e cristiana presenza di spose impegnate a trasformare le nostre case di uomini in cenacoli di fede e di amore, in generosa operosità e santificante servizio.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

O Dio, creatore e amante dell’essere vivente, tu fosti accanto a santa Gianna, quando si trovò nel dilemma di salvare o la propria vita o quella della creatura che, quale dono atteso, portava nel grembo.
Fidando solo in te e richiamando il tuo comandamento a difesa della vita, trovò il coraggio di compiere il suo dovere di mamma e dire “sì” alla nuova vita, sacrificando generosamente la propria, coronando una vita cristiana esemplare.  
Per intercessione di Maria, Madre di Gesù e sull’esempio di Gianna, disponi tutte le madri ad accogliere con amore ogni vita nascente e sostienici tutti nel rispetto ad ogni vita.

Donaci la grazia che attendiamo………(dire la grazia)…..
e la gioia di ispirarci a santa Gianna quale modello di giovane, di sposa, di madre e di medico che, sull’esempio di Gesù, sacrificò se stessa per la vita del prossimo. 

Ave, o Maria… 
Buona giornata a tutti. :-)

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martedì 5 dicembre 2017

Dalla «Lettera» di Alice Alington a Margaret Roper (figlia di Tommaso Moro), sul colloquio avuto in carcere con il padre

Mia cara Margherita, io so che la mia cattiveria, meriterei di essere abbandonato da Dio, tuttavia non posso che confidare nella sua misericordiosa bontà, poiché la sua grazia mi ha fortificato sino ad ora e ha dato tanta serenità e gioia al mio cuore, da rendermi del tutto disposto a perdere i beni, la patria e persino la vita, piuttosto che giurare contro la mia coscienza. 
Egli ha reso il re favorevole verso di me, tanto che finora si è limitato a togliermi solo la libertà. Dirò di più. 
La grazia di Dio mi ha fatto cosi gran bene e dato tale forza spirituale, da farmi considerare la carcerazione come principale dei benefici elargitimi. 
Non posso, perciò dubitare della grazia di Dio. Se egli lo vorrà, potrà mantenere benevolo il re nei miei riguardi, al fine che non mi faccia alcun male. Ma se decide ch'io soffra per i miei peccati, la sua grazia mi darà certo la forza di accettare tutto pazientemente, e forse anche gioiosamente. 
La sua infinita bontà, per i meriti della sua amarissima passione, farà sì che le mie sofferenze servano a liberarmi dalle pene del purgatorio e anzi a ottenermi la ricompensa desiderata in cielo.

Dubitare di lui, mia piccola Margherita, io non posso e non voglio, sebbene mi senta tanto debole. E quand'anche io dovessi sentire paura al punto da esser sopraffatto, allora mi ricorderei di san Pietro, che per la sua poca fede cominciò ad affondare nel lago al primo colpo di vento, e farei come fece lui, invocherei cioè Cristo e lo pregherei di aiutarmi. 

Senza dubbio allora egli mi porgerebbe la sua santa mano per impedirmi di annegare nel mare tempestoso. Se poi egli dovesse permettere che imiti ancora in peggio san Pietro, nel cedere, giurare e spergiurare (me ne scampi e liberi nostro Signore per la sua amorosissima passione, e piuttosto mi faccia perdere, che vincere a prezzo di tanta bassezza), anche in questo caso non cesserei di confidare nella sua bontà, sicuro che egli porrebbe su di me il suo pietosissimo occhio, come fece con san Pietro, e mi aiuterebbe a rialzarmi e confessare nuovamente la verità, che sento nella mia coscienza. 
Mi farebbe sentire qui in terra la vergogna e il dolore per il mio peccato.

A ogni modo, mia Margherita, io so bene che senza mia colpa egli non permetterà mai che io perisca. 

Per questo mi rimetto interamente in lui pieno della più forte fiducia. Ma facendo anche l'ipotesi della mia perdizione per i miei peccati, anche allora io servirei a lode della giustizia divina.

Ho però ferma fiducia, Margherita, e nutro certa speranza che la tenerissima pietà di Dio salverà la mia povera anima e mi concederà di lodare la sua misericordia. Perciò, mia buona figlia, non turbare mai il tuo cuore per alcunché mi possa accadere in questo mondo. 

Nulla accade che Dio non voglia, e io sono sicuro che qualunque cosa avvenga, per quanto cattiva appaia, sarà in realtà sempre per il meglio.

Da: «Lettere», Alberto Castelli - a cura di Francesco Rognoni, Ed. Vita e Pensiero. 






Mi sembra significativo che Newman, nella gerarchia delle virtù sottolinei il primato della verità sulla bontà o, per esprimerci più chiaramente: egli mette in risalto il primato della verità sul consenso, sulla capacità di accomodazione di gruppo.
Direi quindi: quando parliamo di un uomo di coscienza, intendiamo qualcuno dotato di tali disposizioni interiori. 
Un uomo di coscienza è uno che non compra mai, a prezzo della rinuncia alla verità, l’andar d’accordo, il benessere, il successo, la considerazione sociale e l’approvazione da parte dell’opinione dominante. 
In questo Newman si ricollega all’altro grande testimone britannico della coscienza: Tommaso Moro, per il quale la coscienza non fu in alcun modo espressione di una sua testardaggine soggettiva o di eroismo caparbio.
Egli stesso si pose nel numero di quei martiri angosciati, che solo dopo esitazioni e molte domande hanno costretto se stessi ad obbedire alla coscienza: ad obbedire a quella verità, che deve stare più in alto di qualsiasi istanza sociale e di qualsiasi forma di gusto personale. 
Si evidenziano così due criteri per discernere la presenza di un’autentica voce della coscienza: essa non coincide con i propri desideri e coi propri gusti; essa non si identifica con ciò che è socialmente più vantaggioso, col consenso di gruppo o con le esigenze del potere politico o sociale.


- card. Joseph Ratzinger -
da: "La Chiesa una comunità sempre in cammino", pp.123


Buona giornata a tutti. :-)