venerdì 8 marzo 2024
Quando hai una madre forte, anche tu diventi una donna forte
martedì 26 settembre 2023
Il principe felice - Oscar Wilde
Alta sopra la città, su una lunga, esile colonna sporgeva la statua del Principe Felice. Era tutto dorato di sottili foglie d'oro fino, i suoi occhi erano due lucenti zaffiri, e un grande rubino rosso luccicava sull'elsa della sua spada.
sabato 2 settembre 2023
Il Paradiso - Piero Ferrucci
Dopo molte ricerche, trova un vecchio
saggio che gli spiega la strada in dettaglio. Il paradiso c'è, eccome, ed è nel
tal posto. Bisogna fare parecchia strada, ma con un bel po' di fatica ci si
arriva.
L'uomo si mette in cammino. Di giorno
marcia, e la notte, stanchissimo si ferma in una locanda per dormire. Siccome è
un uomo molto preciso, decide, la sera prima di coricarsi, di disporre le sue
scarpe già orientate verso il paradiso, per essere ben sicuro di non perdere la
direzione giusta.
Durante la notte, però, mentre lui
dorme, un diavoletto dispettoso entra in azione e gli gira le scarpe nella
direzione opposta.
La mattina dopo l'uomo si sveglia,
guarda le scarpe, che gli paiono orientate in maniera diversa rispetto alla
sera prima, ma non ci fa troppo caso, e riprende il cammino, che ora è nella
direzione contraria a quella del giorno precedente, verso il punto di partenza.
A mano a mano che procede, il
paesaggio diventa sempre più familiare. Ad un certo punto arriva nel paese dove
è sempre vissuto, che però crede sia il paradiso. Come assomiglia al suo paese
il paradiso! Siccome è il paradiso, tuttavia, ci si trova bene e gli piace
moltissimo.
Poi vede la sua vecchia casa, e pensa:
«Come assomiglia alla mia vecchia casa!». Ma siccome è il paradiso gli piace
moltissimo.
Lo accolgono sua moglie e i suoi
figli, e anche loro assomigliano a sua moglie e ai suoi figli! E si stupisce
che in paradiso tutto assomigli a quello che c'era prima. Però, siccome è il
paradiso tutto è bellissimo. La moglie è una persona deliziosa, i figli sono
straordinari; tutti sono pieni di qualità e aspetti che nel vivere quotidiano
egli non avrebbe mai sospettato possedessero.
E così tra sé e sé riflette: «È strano
come qui in paradiso tutto assomigli a ciò che c'era nella mia vita di prima in
modo così preciso, ma come, allo stesso tempo, tutto sia completamente
diverso!».
da: La forza della gentilezza, Oscar Mondadori 2005
giovedì 20 luglio 2023
Una mamma - Osho
da: La disciplina della trascendenza
Li aspetti in gravidanza li aspetti al ritorno dall’ asilo
Li aspetti all’ uscita di scuola
Li aspetti quando iniziano la loro vita al ritorno a casa dopo una festa
Li aspetti quando rientrano dal lavoro per fargli sempre trovare una minestra calda
Li aspetti con amore con ansia a volte con rabbia che passa subito quando li vedi e puoi abbracciarli
Fate in modo che la vostra mamma anziana non debba aspettare più . Fatele visita.. amatela, abbracciate colei che vi ha amato come nessun altro farà mai...
Non fatela aspettare.. questo si aspetta lei da voi..
Perché invecchiano le membra ma il cuore di una mamma non invecchia mai.. amatela voi che potete.
martedì 18 luglio 2023
La porta - don Bruno Ferrero
domenica 9 luglio 2023
Il tagliapietre scontento - Piero Ferrucci
Era felice, ma dopo un po' vide passare il re in una processione e penso: «Lui è più potente di me, come vorrei essere io nei suoi panni!», di nuovo udì la voce e, come per magia, divenne il re.
Era diventato l'uomo più potente del mondo. Ah, che ebbrezza il potere! Tutti gli obbedivano, tutti lo temevano, era felice, ma non completamente. A poco a poco si fece strada in lui una certa insoddisfazione che lo solleticava maligna. «Voglio ancora di più» pensò.
Voglio voglio voglio.
Vide il sole nel
cielo, e pensò: «Il sole e ancora più potente di me, voglio essere il sole!».
Ed ecco che divenne il sole. Luminoso,
grande, fortissimo. Dominava il cielo e la terra. Nulla e nessuno poteva
esistere senza di lui. Che felicità! E che importanza! Però poi si accorse che
sotto di lui le nuvole gli impedivano di vedere il paesaggio. Erano mobili e
leggere. Invece di stare fisse nel cielo, potevano assumere infinite forme e al
tramonto si coloravano di tinte stupende. Vivevano senza preoccupazioni ed
erano libere. Che invidia.
Ma l'invidia durò poco. Sentì di nuovo la voce: «Tu sei ciò che vuoi essere». E fu subito nube. Era un piacere essere sospesa nell'aria, mobile, vaporosa. Si divertiva a prendere forme sempre diverse, ora spessa e opaca, ora bianca e ricca, ora sottile come un ricamo. Ma la nuvola d'un tratto dovette condensarsi in goccioloni di pioggia, che andarono a colpire una roccia di granito.
Che impatto. La roccia era lì da
millenni. Dura e solida. E invece le misere gocce di acqua si rompevano sul
granito e scorrevano fino a essere assorbite dalla terra e comparire per
sempre. Come sarebbe stato bello essere roccia, pensò.
Subito divenne roccia. Per un po' si
godette la vita. Finalmente aveva trovato la stabilità. Ora si sentiva sicuro.
«È la sicurezza che cercavo, dopo tutto, e di qui non mi muove più nessuno.» Le
gocce di pioggia lo colpivano e scendevano lungo i suoi fianchi. Era un
massaggio piacevole. Un omaggio. Il sole l'accarezzava con i suoi raggi.
Com'era bello venire riscaldati! Il vento lo rinfrescava. Le stelle lo
guardavano. Aveva raggiunto la completezza.
Un giorno, però, vide una figura che
si stagliava all'orizzonte. Era un uomo un po' curvo con un grosso martello. Un
tagliapietre. Incominciò a battere con il martello su di lui. Più che male
sentì sgomento. Il tagliapietre era ancora più forte e poteva decidere del suo
destino. «Come vorrei essere il tagliapietre» pensò.
E così il tagliapietre fu di nuovo tagliapietre. Dopo essere stato tutto ciò che avrebbe voluto essere, divenne di nuovo ciò che era sempre stato. Ma questa volta era felice, tagliare le pietre era diventato un'arte, il suono del martello era musica, la fatica alla fine della giornata era il benessere di chi aveva fatto bene il suo lavoro. E quella notte in sogno ebbe una meravigliosa visione della cattedrale che le sue pietre avrebbero contribuito a formare. Gli pareva che non ci fosse niente di meglio che essere ciò che era. Era rivelazione bellissima che, sapeva, non lo e mai abbandonato.
Era la gratitudine.
Il tagliapietre in questa storia compie un passaggio essenziale. Dalla rivendicazione («Voglio questo, voglio quello») alla gratitudine («Sono contento di ciò che ho»). Nella prima c'è dualità, perché vogliamo ciò che non abbiamo. Ci presentiamo al mondo chiedendo, sentiamo di avere un diritto. Talora ciò che vogliamo lo chiediamo con passione, magari con prepotenza, e una volta che lo abbiamo ottenuto ci viene voglia di qualcos'altro. Gli altri sono nostri concorrenti e li guardiamo con sospetto. Nel secondo stato c'è unità, perché, invece di recriminare e protestare, diventiamo tutt'uno con ciò che ci è dato. Questo è il momento che ho sempre aspettato, pensiamo.
Questo è ciò per cui vale la pena di vivere. Gli
altri sono amici, non avversari. Sentiamo ogni cellula del nostro essere che
dice grazie. «Gratefulness is heaven itself» diceva il poeta inglese William
Blake: la gratitudine è il paradiso.
da: La forza della gentilezza, Oscar Mondadori 2005
venerdì 7 luglio 2023
Una lezione per la vita
Rimpiango i Genitori di una volta, quelli che un "sì" era un "sì" e un "no" era un "no", quelli che ti insegnavano che non si può avere tutto e si può stare bene lo stesso. Quelli che ti spiegavano che un signore si vede dal comportamento e non da ciò che possiede. Quelli che non davano ai figli ciò che volevano, ma solo ciò di cui avevano bisogno o ciò che sapevano meritarsi.
Quelli che non li viziavano, ma li preparavano alla vita. Allora, da figlio, la chiamavo severità. Oggi so che era educazione.
- Antonio Curnetta -
lunedì 5 giugno 2023
Un uomo e il suo cane
~Certo, signore... entri pure, dentro ho dell'acqua ghiacciata.
L'uomo fece un gesto e il cancello si aprì.
Non può entrare anche il mio amico? - disse il viaggiatore indicando il suo cane.
~Mi spiace, signore, ma gli animali non li accettiamo.
L'uomo pensò un istante, poi fece dietro front e tornò in strada con il suo cane...
Dopo un'altra lunga camminata, giunse in cima a un'altra collina in una strada sporca che portava all'ingresso di una fattoria, con un cancello che sembrava non essere mai stato chiuso.... non c'erano recinzioni di sorta.
Avvicinandosi all'ingresso, vide un uomo che leggeva un libro, seduto sotto un albero.
Mi scusi, - chiese. - non avrebbe un po' d'acqua?
~Sì, certo. Laggiù c'è una pompa, entri pure.
E il mio amico qui? - disse lui, indicando il cane.
~Vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola.
Attraversarono l'ingresso, ed effettivamente poco più in là c'era un'antiquata pompa a mano, con a fianco una ciotola. Il viaggiatore riempì la ciotola e diede una lunga sorsata, poi la offrì al cane... continuarono così finché non furono sazi, poi tornarono dall'uomo seduto all'albero.
Come
si chiama questo posto? - chiese il viaggiatore.
~Questo
è il paradiso.
Beh,
non è chiaro... laggiù in fondo alla strada uno mi ha detto che era quello il
paradiso.
~Ah,
vuol dire quel posto con la strada d'oro e la cancellata di madreperla? No,
quello è l'inferno.
E
non vi secca che usino il vostro nome?
~No,
ci fa comodo che selezionino quelli che per convenienza abbandonano i loro
migliori amici....
~(web)~
quando tu salutavi a sera
senza essere certo mai
di rivedere l'amico al mattino.
E i passi della ronda nazista
dal selciato ti facevano eco
dentro il cervello, nel nero
silenzio della notte.
Torniamo a sperare
come primavera torna
ogni anno a fiorire.
E i bimbi nascano ancora,
profezia e segno
che Dio non s'è pentito.
Torniamo a credere
pur se le voci dai pergami
persuadono a fatica
e altro vento spira
di più raffinata barbarie.
Torniamo all'amore,
pur se anche del familiare
il dubbio ti morde,
e solitudine pare invalicabile".
- Davide M. Turoldo -
Buona giornata a tutti :-)