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venerdì 19 ottobre 2018

Cosa ti manca per essere felice? - Simona Atzori

Dobbiamo fermarci in tempo, prima di diventare quello che gli altri si aspettano che siamo. 
È nostra responsabilità darci la forma che vogliamo, liberarci di un po' di scuse e diventare chi vogliamo essere, manipolare la nostra esistenza perché ci assomigli.
Non importa se hai le braccia o non le hai, se sei lunghissimo o alto un metro e un tappo, se sei bianco, nero, giallo o verde, se ci vedi o sei cieco o hai gli occhiali spessi così, se sei fragile o una roccia, se sei biondo o hai i capelli viola o il naso storto, se sei immobilizzato a terra o guardi il mondo dalle profondità più inesplorate del cielo. La diversità è ovunque, è l'unica cosa che ci accomuna tutti.
Tutti siamo diversi, e meno male, altrimenti vivremmo in un mondo di formiche.
Non c'è nulla che non possa essere fatto, basta trovare il modo giusto per farlo.
Io tengo il microfono con i piedi, altri con le mani, altri ancora lo tengono sull'asta. Sta a noi trovare il modo giusto per noi.
Io credo nella legge dell'attrazione: quello che dai ricevi. Se trasmetti amore, attenzione, serenità; se guardi alla vita con uno sguardo costruttivo; se scegli di essere attento agli altri e al loro benessere; se conservi le cose che ami e lasci scivolare via quelle negative, la vita ti sorriderà.
Se avessi avuto paura sarei andata all'indietro, invece che avanti. 
Se mi fossi preoccupata mi sarei bloccata, non mi sarei buttata, avrei immaginato foschi scenari e mi sarei ritirata. Invece ho immaginato. Adesso sono felice, smodatamente, spudoratamente felice. 
Ed è una gioia raccontarla, questa mia felicità.

- Simona Atzori -
da: "Cosa ti manca per essere felice", ed. Mondadori

incontro emozionante il 4 aprile 2017 in San Pio V, Milano

Perché ci identifichiamo sempre con quello che non abbiamo, invece di guardare quello che c'è?
Spesso i limiti non sono reali, i limiti sono solo negli occhi di chi ci guarda.

- Simona Atzori -
da: "Cosa ti manca per essere felice", ed. Mondadori


«Cosa fanno le mie mani? Cosa potrebbero fare di più? A cosa mi servirebbero le mie mani? 
La mia risposta potrebbe sembrare strana a chi le mani le ha, a chi non conosce il mondo che creo attraverso i miei piedi, a chi non sa che esiste un altro modo. 
Le mie mani non mi servono. 
Le visualizzo, le dipingo, ma rimangono lì, come un’immagine senza funzione, per quanto belle possano essere, per quanto utili possano sembrare. I miei piedi sì che sono preziosi. Fanno magie. Fanno le mani. Chi potrebbe mai aver bisogno di quattro mani?» 

- Simona Atzori -
da: "Cosa ti manca per essere felice", pag.132, ed. Mondadori



La vera disabilità

La vera disabilità
è quella dell'anima
che non comprende,
quella dell'occhio
che non vede i sentimenti,
quella dell'orecchio
che non sente le richieste d'aiuto.
Solitamente, il vero disabile è colui che,
additando gli altri, ignora di esserlo.


- Gladys Rovini -



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it










martedì 16 ottobre 2018

Il valore della vita non sta in ciò che fai - Omar Falworth

Se sei disposto a dimenticare ciò che hai fatto per gli altri
e a ricordare ciò che gli altri hanno fatto per te…
… se sei pronto a non tener conto di ciò che la vita ti deve,
ma a prendere nota di ciò che tu devi alla vita…
… ma soprattutto, se riesci a capire che tu sei negli altri
e gli altri sono in te e che la cosa più importante della vita
non è ciò che riuscirai a prendere da essa,
ma ciò che riuscirai a darle….
Allora avrai imparato a vivere.


… Il valore della vita non sta in ciò che fai,
ma in ciò che riesci ad amare di ciò che fai;
puoi fare tante cose, ma se non riesci ad amarle,
il tuo fare non serve a nulla,
e la tua vita non vale nulla.

Il valore della tua vita non sta in ciò che hai,
ma in ciò che sei;
perché in realtà nessuno non ha niente.

L’unica cosa che si può avere è se stessi,
se hai te stesso, hai tutto il mondo
e la tua vita vale più del mondo.

Il valore della tua vita non sta in ciò che pensi:
puoi pensare tutto il bene del mondo,
ma se non ti adoperi per farne almeno un po’
è come se pensassi il male,
e la tua vita non vale nulla.

Il valore della tua vita si misurerà
quando starai per perderla;
se lascerai il mondo un pochino migliore di come l’hai trovato
... allora sarà grande.

... Sai vivere quando...
pur vivendo in questo mondo complicato resti semplice,
pur vivendo in questo mondo ingiusto resti giusto,
pur vivendo in questo mondo disonesto resti onesto,
pur vivendo in questo mondo falso resti autentico,
pur vivendo in questo mondo sporco resti pulito
ma soprattutto, sai vivere quando...
Pur vivendo in questo mondo con poco amore riesci ad amare
ma ancor di più sai vivere...
se, nonostante tutto, amerai lo stesso questo mondo.

- Omar Falworth -





Il valore della vita non risiede nel numero dei giorni, ma nell'uso che ne facciamo: un uomo può vivere a lungo, eppure vivere molto poco. 
La soddisfazione nella vita non dipende dal numero degli anni, ma dalla volontà. 

- Michel de Montaigne -





Ogni giorno è un nuovo giorno.
Tutto da inventare, tutto da vivere, tutto da godere.
L’alba lo posa sul palcoscenico della tua vita,
e se ne va.

Il nuovo giorno è tuo, t’appartiene,
nessuno te lo può portare via.
Puoi farne ciò che vuoi.
Puoi farne un capolavoro o un fiasco.
Perché sei Tu il soggettista...
Perché sei Tu il regista...
Perché sei Tu il protagonista.
La vita è fatta di tanti nuovi giorni:
tutti da inventare,
tutti da vivere,
tutti da godere.
Alzati dalla poltrona di prima fila!...
e sali sul palcoscenico della tua vita!



- Omar Falworth -


Buona giornata a tutti. :)






sabato 15 settembre 2018

Tu non sei responsabile della felicità degli altri - Jeff Foster

La lezione più liberatoria che imparerai mai è che: nessuno può farti sentire felice.
E tu non sei responsabile della felicità degli altri. 
Sei libero.
La felicità è la tua natura, e sempre lo è stata. 
Perciò sii come il Sole, splendi. 
Non attendere gli altri per splendere, non ti serve una scusa per risplendere, è la tua natura. 
Non sentirti responsabile per tutti i soli che non hanno mai scoperto il loro scintillio. 
Splendi per te. Insegna con il tuo esempio. 
Cammina il tuo sentiero con coraggio. 
E se gli altri sono tristi o invidiano il tuo scintillio, se ti giudicano, ti attaccano perché non li metti più al centro del tuo universo, è okay. 
E’ il loro lavoro accettarlo, il loro cammino. 
Auguragli il meglio e vai.
E quando smetti di provare a salvare gli altri, quando smetti di essere la madre o il padre che non hanno mai avuto, puoi veramente amarli. 
Puoi essere davvero presente, inamovibile.
Puoi amarli abbastanza da lasciarli andare. 
Perché l’amore ha la fragranza della libertà.


- Jeff Foster -


“Il paradosso del nostro tempo è che abbiamo edifici sempre più alti, ma una moralità sempre più bassa.
Autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.
Spendiamo di più, ma abbiamo meno.
Comperiamo di più, ma godiamo di meno.
Abbiamo case più grandi, ma famiglie più piccole.
Più comodità, ma meno tempo.
Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso.
Più conoscenza, ma meno giudizio.
Più esperti e ancor più problemi.
Più medicine, ma meno salute.
Beviamo troppo, fumiamo troppo.
Spendiamo senza ritegno e ridiamo troppo poco.
Guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo.
Facciamo le ore piccole e ci alziamo stanchi.
Vediamo troppa TV e preghiamo di rado.
Abbiamo moltiplicato le proprietà, ma ridotti i nostri valori.
Parliamo troppo, amiamo troppo poco e odiamo spesso.
Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, non come vivere.
Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni.
Siamo andati e tornati dalla luna, ma non riusciamo ad attraversare la strada per incontrare il vicino di casa.
Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.
Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori.
Abbiamo pulito l’aria, ma inquinato l’anima.
Abbiamo dominato l’atomo, ma non i pregiudizi.
Scriviamo di più, ma impariamo di meno.
Abbiamo imparato a sbrigarci, non ad aspettare.
Costruiamo computer più grandi per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.
Questi sono i tempi di fast food e digestioni lente.
Grandi uomini, piccoli caratteri.
Ricchi profitti, povere relazioni.
Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi, case più belle, ma famiglie distrutte.
Questi sono i tempi dei viaggi veloci.
È un tempo in cui c’è troppo in vetrina ma niente in magazzino.
    
Ricordati di spender il tuo tempo con i tuoi cari ora.
Essi non saranno con te per sempre.
Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno che ti guarda dal basso con soggezione, perché questa piccola persona presto crescerà e lascerà il tuo fianco.
Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti sta a fianco perché è l’unico tesoro che puoi dare col cuore e non costa nulla.
Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti perché un giorno quella persona non sarà più lì.
Ricordati di dire “vi amo” ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo: un bacio, un abbraccio possono curare ferite che vengono dal profondo dell’anima.
Dedica tempo all’amore, dedica tempo alla conversazione, dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente.
  

E ricorda sempre:

La vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro.”

- George Carlin -



Buona giornata a tutti. :-)






lunedì 10 settembre 2018

Il valore... – don Bruno Ferrero

"Non stia lì a perdere tempo con me. Sono una poco di buono, faccio schifo a tutti, e faccio schifo anche a me!".

Era una giovane arrabbiata. Incrociò il parroco che l'aveva invitata a frequentare il gruppo dei giovani e con astio e amarezza snocciolò tutte le cose che non le piacevano di se stessa: "Sono piatta e insignificante, ho un carattere insopportabile, ci provo con tutti, ma... nessuno mi vuole veramente, sono invidiosa delle mie amiche e in famiglia do' sui nervi a tutti. Che ci sto a fare in questo mondo?".

Il parroco la guardò e, dopo un momento di silenzio, le disse: "Lo sai che hai due stupendi occhi verdi?".
... La ragazza tacque interdetta.

Il primo passo era fatto.

Era una signora che aveva comprato un copriletto orribile. L'aveva comprato per disperazione, pagandolo cinque euro, a una vendita di articoli di seconda mano. Ogni volta che rifaceva il letto, distendeva il copriletto con una smorfia di disgusto.
Poi, un giorno, sfogliando un catalogo di vendita per corrispondenza trovato per caso, vide lo stesso copriletto firmato da un notissimo stilista. Costava trecento euro!
Non appena scoprì il prezzo del copriletto, esso acquistò tutta un'altra bellezza al suoi occhi.

Qualunque cosa pensi di te stesso, agli occhi di Dio tu hai un prezzo altissimo. 
Alcuni uomini non sanno quant'è importante che essi ci siano.
Alcuni uomini non sanno quanto faccia bene, anche solo vederli.
Alcuni uomini non sanno quanto sia di conforto il loro benevolo sorriso.
Alcuni uomini non sanno quanto sia benefica la loro vicinanza.
Alcuni uomini non sanno quanto saremmo più poveri senza di loro.
Alcuni uomini non sanno di essere un dono del cielo.
Lo saprebbero se noi glielo dicessimo. 


- don Bruno Ferrero - 
da: "La Vita è tutto ciò che abbiamo" Casa editrice ElleDiCi




«Il nostro cambiamento avverrà non appena saremo capaci di dirci: Il mio stare bene, o male, dipenderà solo da come indirizzerò il mio pensiero.
Non dalle avversità o dai successi.»

- R. Santandreu -



Non insistere, il fiore non sboccia
prima del giusto tempo.
Neanche se lo implori,
neanche se provi ad aprire i suoi petali,
neanche se lo inondi di sole.

La tua impazienza ti spinge a cercare la primavera;
quando avresti solo bisogno
di abbracciare il tuo inverno.


- Ada Luz Màrquez - 




CORAGGIO!! CE LA POSSIAMO FARE!!

Buona giornata a tutti. :-)



domenica 19 agosto 2018

da: Biografia segreta - "La danza delle grandi madri" di Clarissa Pinkola Estès

Quando ero piccola, le scarpe non mi stavano mai bene. Lucide vesciche rosa sui talloni. Non ricordo, le scarpe erano forse troppo strette, o troppo larghe?
Con il cappello in mano i miei poveri genitori chiesero al dottore: ‘Sta bene?’
“I piedi non sono a posto”, rispose il dottore, “sono molto imperfetti”.
Così, i miei spesero i loro pochi soldi per un paio di scarpe correttive per i miei piedi sbagliati.
Il dottore minacciò: “Mai più a piedi scalzi!”
Con quelle scarpe di piombo, mi picchiavo involontariamente l’interno delle caviglie quando correvo o camminavo, quelle scarpe mi facevano sbattere le ginocchia, ossa che scricchiolano contro le ossa, caviglie che sanguinano. Eppure, senza quelle scarpe, senza nessun tipo di scarpe, io e i cani potevamo correre come il vento.
Ogni bambino ha una vita segreta lontana dagli adulti.
Così, d’estate o nella neve, non importava, sgattaiolavo via in una delle verdi sale del trono della foresta, e là slacciavo i mille lacci delle scarpe di ferro, spalancavo con forza le linguette alte e rigide, mi divincolavo da quelle scarpe da duecento chili che con un calcio potevano ammazzare un mulo. E poi me ne stavo seduta, a canticchiare ad alta voce come una bambina la-la e ascoltare con i piedi nudi che tenevano il ritmo.
Costretta a rientrare in quelle scarpe anno dopo anno, cominciai a pensare di tagliarmi i piedi solo per vedere svenire il dottore, solo per rispecchiare la sua brutale visione di come dovrebbero essere dei piedi “perfetti”.
“Non camminerà mai dritta per il resto della sua vita”, disse.
“Male. Molto male”, disse.
Un giorno sentii una madre ricca dire alla sua bomboniera di figlia in una toilette pubblica che esistevano posti dove dovevi pagare per avere il bagno pulito invece di quello sporco: “Non lasciare allargare i piedi; tieni sempre le scarpe, anche quando dormi…”. “Non devi avere piedi normali”, ammoniva la madre.
E allora mi chiedevo… “Si, ma un piede normale è così, voglio dire, così normalmente bello?”
“No! Non ha arcata”, disse il dottore…
“Male. Molto male”, disse.
Quelle scarpe di ferro… che dovevano evitare che la mia arcata toccasse il suolo, “… come un indiano con i piedi piatti”, aveva detto.
“Ma la mia genealogia”, bisbigliai…! “Io SONO un’indiana con i piedi piatti”, dissi.
E in seguito, una volta adulta, vedendo le mie antenate, e le loro piante dei piedi grandi e paffute, mi resi conto che i miei piedi erano fatti per camminare seminando i campi, per coprire miglia di fango nell’oscurità, per trarre nutrimento dalla terra, direttamente attraverso i piedi, e per incedere con sussiego e scivolare e volteggiare nel cerchio della danza.
Ma, ai tempi, nella cosiddetta “cultura civile delle foreste”, i piedi delle donne erano spesso destinati a diventare piccoli sacrifici umani, tenuti troppo piccoli, non liberati, ma in qualche modo cancellati. Incapaci di correre in salita, o in discesa, o… via. 
Risulta che… era proprio quello lo scopo… ma i miei piedi scapparono con me dentro comunque.
E oggi, niente più scarpe rinforzate per farmi “camminare bene”. 
Tanto, con o senza loro, non ho mai camminato dritta, … anche oggi, quando cammino per strada, sbando, per il desiderio improvviso di vedere una cosa, o imporre un certo passo, o riprendere questa notte, o parlare con questa o quella creatura, virare verso un fiore che cresce attraverso un sasso, chinarsi per discutere con un bambino, l’impresa molto importante di inseguire i conigli ai fini del riconoscimento accademico, o soltanto fermarsi e dondolare sulle gambe davanti a un innamorato.
Le mie gambe e i miei piedi appartengono allo Spirito della Danza che controlla anche i miei fianchi… e le scarpe correttive non hanno corretto nulla di cui la mia Anima aveva bisogno. Tutte le più importanti andature pause e falcate rimangono “mobili”.
Ora penso che le scarpe potrebbero essere una delle mie forme d’arte principali. Finalmente spero sia giusto che spesso indossi i più inappropriati e talvolta irriverenti tipi di scarpe possibili.
Mi scusi, potrei avere quelle nere con le rose rosse sopra o quelle con i cinturini che si attorcigliano intorno intorno alla caviglia, o quelle con quei vezzosi fiocchetti sul tallone, o i miei stivali da motociclista con la punta in acciaio o i miei mocassini di camoscio che mi lasciano sentire anche un semino sotto la suola?
Credo sia finalmente giunto il momento - e senza consultare alcun medico - di camminare anche scalza il più possibile per poter vedere e udire davvero...


- Clarissa Pinkola Estés -
Fonte: tratto da: Biografia segreta - "La danza delle grandi madri" di Clarissa Pinkola Estès


Rifiutati di cadere.
Se non puoi rifiutarti di cadere,
rifiutati di restare a terra.
Se non puoi rifiutarti di restare a terra,
leva il tuo cuore verso il cielo,
e come un accattone affamato,
chiedi che venga riempito,
e sarà riempito.
Puoi essere spinto giù.
Ti può essere impedito di risollevarti.
Ma nessuno può impedirti di levare il tuo cuore verso il cielo
- soltanto tu -
È nel pieno della sofferenza
che tanto si fa chiaro.
Colui che dice che nulla di buono
da ciò venne,
ancora non ascolta.

- Clarissa Pinkola Estés - 
da: "Il giardiniere dell'anima"



Buona giornata a tutti. :-)