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domenica 10 marzo 2024

Camminare, edificare, confessare - papa Francesco

 Prefazio della Croce: « Veramente è cosa degna e giusta, dovuta e salutare, che noi ti rendiamo grazie in ogni tempo e in ogni luogo, o Signore, Padre onnipotente, eterno Iddio, il quale ponesti la salute del genere umano nel legno della croce. Sicché, donde proveniva la morte, indi risorgesse la vita; e colui (satana) che da un albero vinceva, da un albero altresì fosse vinto ».


"In queste tre Letture vedo che c’è qualcosa di comune: è il movimento.
Nella Prima Lettura il movimento nel cammino; nella Seconda Lettura, il movimento nell’edificazione della Chiesa; nella terza, nel Vangelo, il movimento nella confessione.

Camminare, edificare, confessare.

Camminare. «Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore» (Is 2,5). Questa è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo: Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile. Camminare: la nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa.

Edificare. Edificare la Chiesa. Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore. Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare.

Terzo, confessare. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza. Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Léon Bloy: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.

Camminare, edificare-costruire, confessare. Ma la cosa non è così facile, perché nel camminare, nel costruire, nel confessare, a volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino: sono movimenti che ci tirano indietro.

Questo Vangelo prosegue con una situazione speciale.


Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice: Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivo.
Io ti seguo, ma non parliamo di Croce. Questo non c’entra. Ti seguo con altre possibilità, senza la Croce.

Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore.

Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti.

Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, per la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso. Così sia".

Papa Francesco
(Omelia durante la Santa Messa con i cardinali)

Cappella Sistina - 
Giovedì, 14 marzo 2013



"La croce è il legno che santificò il mondo, che mise in fuga le tenebre; è il legno che raduna tutte le genti dell'oriente e dell'occidente, del mezzogiorno e del settentrione in una sola chiesa, in una sola fede, in un solo battesimo; è il legno nel quale è riposta la risurrezione dei morti, il bastone dei deboli, la consolazione degli afflitti".

(Sant' Efrem)

























Riflessione di Giovanni Paolo II sulla Settimana Santa


Quanto pesava la Tua Croce, o Gesù? Eppure non te ne lamentavi ma sopportavi, e noi che per delle piccoli Croci quotidiane ci Lamentiamo sempre. A volte temiamo di essere schiacciati dal peso del Legno mentre ancora non abbiamo capito che tu non ci darai un peso maggiore in grado da non sopportarlo. Perché il Peso maggiore l’hai voluto tutto per te.

O Cristo ti accompagneremo in tutta la settimana Santa, ti accompagneremo aiutando coloro che sono Crocifissi sul Legno della sofferenza fisica e spirituale, coloro che vivono tutto l’anno la settimana Santa e che con gioia portano la tua Croce. 
O Gesù non possiamo essere indifferenti davanti alla via crucis di un nostro fratello, facci Cirenei della Buona Volontà perché non vogliamo essere come il tuo cireneo che fu costretto a portare la tua Croce.
La costrizione non fa parte dell’amore e dove non c’è amore allora tutto diventa insofferente e pesante. – O Gesù mio, dov’era Tuo Padre, dov’erano gli Angeli del Paradiso, mentre soffrivi e portavi la Croce per noi peccatori, Tuoi figli ingrati?
Dov’ero io, che Ti avrei aiutato a portare il peso dei nostri peccati.
Non ti voglio abbandonare e non voglio addormentarmi come i tuoi Apostoli ma ti prego aiutami ad aiutarti perchè anch’io come loro sono debole nella fede, destami dal sonno del Cristiano fai da te e affianco a te camminerò tutta la settimana sino a farti riposare nel sepolcro e li aspetterò con le pie donne la tua Resurrezione che sarà un giorno anche la mia Resurrezione. Amen.


Buona giornata a tutti :-)


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giovedì 8 febbraio 2024

Il frutto nella fontana

 Una donna si recò alla fontana, piccolo specchio tremolante, limpidissimo, tra gli alberi del bosco.
Mentre s'apprestava a immergere l'anfora per attingere l'acqua, la donna vi scorse un grosso frutto roseo, cosi bello che pareva dire: "Prendimi!"
Allungò il braccio per afferrarlo, ma quello sparì, come nuotando, e riapparve soltanto quando la donna ritirò la mano dall'acqua. Così per due o tre volte.
Allora la donna pensò di prosciugare la fontana e si mise al lavoro per estrarre l'acqua. 
Lavorò a lungo, sempre tenendo d'occhio il frutto misterioso. Ma quando ebbe estratto tutta l'acqua s'accorse che il frutto non c'era più.
Delusa per quell'incantesimo, stava per tornarsene a casa, quando udì una voce tra gli alberi. Un uccelletto posato sui rami più bassi parlava:
-Perchè cerchi laggiù nel pantano? Guarda in alto. Il frutto è lassù.
La donna alzò gli occhi e, appeso ad un ramo sopra la fontana, scorse il bellissimo frutto, di cui nell'acqua aveva visto solo il riflesso...

(Favole africane)

>> il frutto riflesso nell'acqua è simbolo dei beni illusori e irraggiungibili che spesso inseguiamo, ricerchiamo la felicità nel possesso di un oggetto o di un luogo.
Ma spesso rimaniamo delusi, poichè ricerchiamo la felicità nella direzione sbagliata <<



Lo stile di Dio è la «semplicità»: inutile cercarlo nello «spettacolo mondano». Anche nella nostra vita egli agisce sempre «nell’umiltà, nel silenzio, nelle cose piccole»... «Volevano lo spettacolo». 
Ma «lo stile del buon Dio non è fare lo spettacolo: Dio agisce nell’umiltà, nel silenzio, nelle cose piccole»...
Perché «il Signore fa le cose semplicemente. 
Ti parla silenziosamente al cuore.

- papa Francesco -





Il silenzio è una spada nella lotta spirituale; non raggiungerà mai la santità un'anima ciarliera. 

- Santa Faustina Kowalska -





Buona giornata a tutti :-)


venerdì 12 gennaio 2024

Vivi come credi

 


C’era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino.
Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: “guardate quel ragazzo quanto è maleducato…lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”.
Allora la moglie disse a suo marito: “non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio.”
Il marito lo fece scendere e salì sull’asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: “guardate che svergognato quel tipo…lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa”.
Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l’asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava: “pover’uomo! dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull’asino.
E povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!
Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull’asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta.
Gli spaccheranno la schiena!
Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: “guarda quei tre idioti: camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!”

Conclusione: ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi: vivi come credi. fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali.
Quindi: canta, ridi, balla, ama…e vivi intensamente ogni momento della tua vita…prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi.





La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli. 

- Friedrich Wilhelm Nietzsche - 

Dipinto: Dario Ortiz
  
Ignora le opinioni degli altri.
Qualunque cosa gli altri sentano, pensino o dicano, non prenderla in modo personale.
Gli altri hanno le loro opinioni, in accordo al loro sistema di credenze, quindi qualunque cosa pensino di te non riguarda te, riguarda loro.

- Don Miguel Ruiz -
Da “ I Quattro Accordi”




L’inferno dei viventi è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo è facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte, fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio».

da "Le città invisibili" di Italo Calvino




Buona giornata a tutti :-)


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domenica 3 dicembre 2023

Per chi? - don Bruno Ferrero

 Una storia ebraica narra di un rabbino saggio e timorato di Dio che, una sera, dopo una giornata passata a consultare i libri delle antiche profezie, decise di uscire per la strada a fare una passeggiata distensiva.
Mentre camminava lentamente per una strada isolata, incontrò un guardiano che camminava avanti e indietro, con passi lunghi e decisi, davanti alla cancellata di un ricco podere.
"Per chi cammini, tu?", chiese il rabbino, incuriosito.
Il guardiano disse il nome del suo padrone. Poi, subito dopo, chiese al rabbino: "E tu, per chi cammini?".
Questa domanda, conclude la storia, si conficcò nel cuore del rabbino.

E tu, per chi cammini? Per chi sono tutti i passi e gli affanni di questa giornata? Per chi vivi?

Puoi vivere solo per qualcuno. Ad ogni passo, oggi, ripeti il suo nome. 
Mai avrai avuto una giornata così leggera.

- don Bruno Ferrero - 
da: Il canto del grillo, Ed. Elledicì


«Signore e Sovrano della mia vita, non darmi uno spirito di pigrizia, di scoraggiamento, di dominio e di vana loquacità! 
Concedi invece al tuo servo uno spirito di castità, di umiltà, di pazienza e di carità. Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amen.»

- Sant’Efrem il Siro - 



Ognuno di noi vorrebbe per se stesso un clima di serenità e di gioia, e facciamo di tutto per cercare di ottenerlo. 
Il mondo che conosce molto bene questo nostro bisogno, fa di tutto per venderci delle cose che sembrano garantire serenità e gioia. E perciò, bombardato continuamente dalla pubblicità ti metti a comperare dimostrando così che il portafoglio spesso è più ben fornito che il cervello.
Ecco, allora, le cose più belle, e qualche volta più inutili, per abbellire la casa, ecco le luci soffuse, gli angolini studiati apposta da architetti, prezzo compreso nella mobilia, e poi ecco la macchina accessoriata al punto giusto, ed ecco le vacanze che quest'anno per essere alla moda devono per forza essere all'estero e in quel posto 'in', dove magari stai peggio che nel banale appartamento di Albenga, ma che fa tanto ultima moda.
Povero figlio del benessere, perché hai un’aria triste, rassegnata, perché ti innervosisci così facilmente? 
Perché con tutto quello che hai in casa in fin dei conti non sei soddisfatto.
Perché le cose sono cose, forse molto belle, forse molto pratiche, ma con esse non puoi scambiare amore. 
E' vero che si dice formalmente: "Ha un amore di casa", ma sei proprio sicuro che la casa può soddisfare la tua sete di amore. 
E l'amore non si compera. 
Quando credi di poter pagare l'amore, non è più amore.

- don Franco Locci - 




Al mattino comincia col dire a te stesso: incontrerò un indiscreto, un ingrato, un prepotente, un impostore, un invidioso, un individualista. 
Il loro comportamento deriva ogni volta dall'ignoranza di ciò che è bene e ciò che è male. Quanto a me, poiché riflettendo sulla natura del bene e del male ho concluso che si tratta rispettivamente di ciò che è bello o brutto in senso morale, e, riflettendo sulla natura di chi sbaglia, ho concluso che si tratta di un mio parente, non perché derivi dallo stesso sangue o dallo stesso seme, ma in quanto compartecipe dell'intelletto e di una particella divina, ebbene, io non posso ricevere danno da nessuno di essi, perché nessuno potrà coinvolgermi in turpitudini, e nemmeno posso adirarmi con un parente né odiarlo. Infatti siamo nati per la collaborazione, come i piedi, le mani, le palpebre, i denti superiori e inferiori. Pertanto agire l'uno contro l'altro è contro natura: e adirarsi e respingere sdegnosamente qualcuno è agire contro di lui.

- Marco Aurelio - 
A se stesso, 2,1


Buona giornata a tutti. :-)


lunedì 20 novembre 2023

Che cos'è la vita

 Un caldo giorno d'estate, verso la metà della giornata, il bosco fu avvolto, da un profondo silenzio!
Gli uccelli piegarono la testa, sotto l'ala...
Tutto, riposava!
Solo il fringuello, alzò il capo, e domandò:
«Che cos'è, la vita?».
Tutti furono colpiti, da questa difficile domanda. Una rosa, che aveva appena messo fuori un bocciolo, e dispiegato un petalo, dopo l'altro, disse:
«La vita, è sbocciare!».
Una farfalla che, dal mattino, non si era fermata, e volava felice, da un fiore all'altro, assaggiando, qua, e là, disse:
«La vita, è tutta gioia, e sole!».
Una formica, che si affannava a trascinare una pagliuzza, lunga dieci volte lei, disse:
«La vita, è lavoro, e stanchezza!».
Un'ape, affaccendata a caricare nettare, da un fiore, ronzò:
«La vita, è un miscuglio di lavoro, e di piacere!».
Il discorso diventava sapiente, e la talpa, messa fuori la testa, dalla terra, disse:
«La vita, è un combattimento, nell'oscurità!».
La gazza, che vive per giocare brutti tiri, al prossimo, osservò:
«Ma che razza, di discorsi! dovremmo chiedere il parere, di persone intelligenti!».
Si accese, allora, una vivace disputa, finché fu interrogata una pioggerellina sottile, che sentenziò:
«La vita, è fatta di lacrime: nient'altro, che lacrime!».
Poco lontano, rombava il mare , le onde si alzavano, imponenti, e si abbattevano, con veemenza inaudita, contro le rocce, e gli scogli: poi, indietreggiavano, quasi, per riprendere forza, e tornare ad assalire il granito, delle rive! Anche le onde, espressero il loro parere:
«La vita, è una sempre inutile lotta, verso la libertà!».
Nel vasto cielo azzurro, un'aquila reale tracciava i suoi cerchi e, fieramente, esultò:
«La vita, è conquistare le altezze!».
Un salice flessuoso intervenne:
«La vita, è sapersi piegare, sotto le bufere!».
Cadde la notte , un gufo espresse il suo parere:
«La vita, è approfittare dell'occasione, mentre tutti gli altri dormono!».
Per un po', ci fu un grande silenzio Un giovane, che tornava a casa, a notte fonda, sbottò:
«La vita, è una continua ricerca della felicità, e una catena di delusioni!».
Finalmente, sorse una fiammeggiante aurora. Si dispiegò, in tutta la sua gloria, e disse:
«Come io, l'aurora, sono l'inizio, del giorno, che viene, così, la vita è l'inizio, dell'eternità!».
Dio ha mille anni, per fare un giorno; io ho solo un giorno, per fare qualcosa di eterno: oggi!”



 Qualunque ora lieta il dio ti abbia concesso, tu accettala con riconoscenza e non rinviare a domani le cose belle, di modo che dovunque tu sia di te si dica che sei vissuto bene.  

- Orazio -
(Epistole)


La sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. 

- Papa Francesco - 



La volontà di Dio è verità d’amore ..

...Alla fine la gloria di Dio, la sua signoria, la sua volontà è sempre più importante e più vera che il mio pensiero e la mia volontà. Ed è questo l’essenziale nella nostra preghiera e nella nostra vita: apprendere questo ordine giusto della realtà, accettarlo intimamente; confidare in Dio e credere che Egli sta facendo la cosa giusta; che la sua volontà è la verità e l’amore; che la mia vita diventa buona se imparo ad aderire a quest’ordine. Vita, morte e risurrezione di Gesù sono per noi la garanzia che possiamo veramente fidarci di Dio. È in questo modo che si realizza il suo Regno...

- Papa Benedetto XVI - 
dalla "Omelia del 05 Aprile 2009" 




Buona giornata a tutti. :-)


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sabato 4 novembre 2023

L’inverno della malattia non è l’ultima stagione della vita: c’è la primavera della Resurrezione - Papa Giovanni Paolo II

 …gli anni passano in fretta; il dono della vita, nonostante la fatica e il dolore che la segnano, è troppo bello e prezioso perché ce ne possiamo stancare.
Anziano anch'io, ho sentito il desiderio di mettermi in dialogo con voi.
E lo faccio anzitutto rendendo grazie a Dio per i doni e le opportunità che mi ha elargito con abbondanza sino ad oggi.
Lo Spirito agisce come e dove vuole, servendosi non di rado di vie umane che agli occhi del mondo appaiono di poco conto.
Quanti trovano comprensione e conforto in persone anziane, sole o ammalate, ma capaci di infondere coraggio mediante il consiglio amorevole, la silenziosa preghiera, la testimonianza della sofferenza accolta con paziente abbandono!
Proprio mentre vengono meno le energie e si riducono le capacità operative, questi nostri fratelli e sorelle diventano più preziosi nel disegno misterioso della Provvidenza.
Carissimi anziani, che vi trovate in precarie condizioni per la salute o per altro, vi sono vicino con affetto.
Quando Dio permette la nostra sofferenza a causa della malattia, della solitudine o per altre ragioni connesse con l'età avanzata, ci dà sempre la grazia e la forza perché ci uniamo con più amore al sacrificio del Figlio e partecipiamo con più intensità al suo progetto salvifico.
Siamone persuasi: Egli è Padre, un Padre ricco di amore e di misericordia!
La fede illumina così il mistero della morte e infonde serenità alla vecchiaia, non più considerata e vissuta come attesa passiva di un evento distruttivo, ma come promettente approccio al traguardo della maturità piena.
Sono anni da vivere con un senso di fiducioso abbandono nelle mani di Dio, Padre provvidente e misericordioso; un periodo da utilizzare in modo creativo in vista di un approfondimento della vita spirituale, mediante l'intensificazione della preghiera e l'impegno di dedizione ai fratelli nella carità.
È bello potersi spendere fino alla fine per la causa del Regno di Dio.
Al tempo stesso, trovo una grande pace nel pensare al momento in cui il Signore mi chiamerà: di vita in vita! Per questo mi sale spesso alle labbra, senza alcuna vena di tristezza, una preghiera che il sacerdote recita dopo la celebrazione eucaristica:
- In hora mortis meae voca me, et iube me venire ad te –
- nell'ora della morte chiamami, e comanda che io venga a te –
E’ la preghiera della speranza cristiana, che nulla toglie alla letizia dell'ora presente, mentre consegna il futuro alla custodia della divina bontà.
- san Giovanni Paolo II, papa - 
dalla "Lettera agli anziani", ottobre 1999

 


 In questa tarda età risorge in me un bisogno provato da bambino. E cerco una mano che stringa la mia, un volto e una voce: sì, ho bisogno di mia madre.
Vergine Maria, madre della mia sera, a te affido i miei ultimi giorni: è una nascita nuova, un figlio ancora da partorire e condurre per mano nell'eternità beata.  

- Dario Rezza -
da: “Riflessi d'autunno”, edizioni Palumbi



... Vengo tra di voi come Vescovo di Roma, ma anche come anziano in visita ai suoi coetanei. Superfluo dire che conosco bene le difficoltà, i problemi e i limiti di questa età, e so che queste difficoltà, per molti, sono aggravate dalla crisi economica. Talvolta, a una certa età, capita di volgersi al passato, rimpiangendo quando si era giovani, si godeva di energie fresche, si facevano progetti per il futuro. Così lo sguardo, a volte, si vela di tristezza, considerando questa fase della vita come il tempo del tramonto. (...)

- Papa Benedetto XVI - 
Dal discorso alla Casa-Famiglia “Viva gli Anziani” della Comunità di Sant’Egidio, Novembre 2012



“Gli anziani apportano la memoria e la saggezza dell’esperienza, che invita a non ripetere stupidamente gli stessi errori del passato. Fa bene agli anziani comunicare saggezza ai giovani, e fa bene ai giovani raccogliere questo patrimonio di esperienza e di saggezza, e portarlo avanti, per il bene delle rispettive famiglie".

- Papa Francesco - 
da "Evangelii Gaudium"


Per gli anziani

O Dio eterno,
che nel passare degli anni rimani sempre lo stesso,
sii vicino a coloro che sono anziani.
Sebbene il loro corpo si indebolisce,
fa' che il loro spirito sia forte,
perché con pazienza possano sopportare le stanchezze
e le afflizioni e, alla fine,
andare incontro alla morte con serenità
in unione con Gesù nostro Signore. Amen.


Buona giornata a tutti. :-)


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