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sabato 12 maggio 2018

Il tuo amore di Madre di san Giovanni Paolo II, papa e don Tonino Bello

Maria, Regina dei martiri,
associata al Figlio in un unico martirio,
accompagni ciascuno di noi
nelle piccole e grandi occasioni
in cui è richiesta
la nostra fedele testimonianza evangelica.
Ci conforti con il tuo amore di Madre
nel quotidiano impegno a seguire Cristo,
specialmente nelle situazioni complesse e difficili.
L’amore per Cristo,
che animò il martire Stefano,
alimenti come linfa vitale
la nostra esistenza di ogni giorno.
Giovanni Paolo II
“Illumina i tuoi figli”
Maria, Madre del Redentore
e Madre nostra,
porta del cielo
e stella del mare,
soccorri il tuo popolo, che cade,
ma che pur anela a risorgere!
Vieni in aiuto alla Chiesa,
illumina i tuoi figli devoti,
fortifica i fedeli sparsi nel mondo,
chiama i lontani,
converti chi vive prigioniero del male!
E Tu, Spirito Santo,
sii per tutti riposo nella fatica,
riparo nell’arsura, conforto nel pianto,
sollievo nel dolore,
speranza della gloria.
Così sia!

- san Giovanni Paolo II, papa -



Compare appena sullo scenario della salvezza, e già la vediamo intenta a varcare confini.

Se non proprio con i visti rilasciati dal ministero degli Esteri, deve subito vedersela con le tribolazioni che si accompagnano a ogni espatrio forzato. Come una emigrante qualsiasi del Meridione. 
Anzi, peggio. Perché non deve passare la frontiera per motivi di lavoro. Ma in cerca di asilo politico. 
Molto chiaro l'ordine trasmesso dall' angelo a Giuseppe: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».

Ed eccola lì, sul confine. 
Da una parte, l'ultima terra rossa di Canaan. Dall'altra, la prima sabbia dei Faraoni.

Eccola lì, tremante come una cerva inseguita. 
È vero che gode del diritto di extraterritorialità, dal momento che stringe tra le braccia colui il cui dominio va «da mare a mare e dal fiume fino agli estremi confini della terra». 
Ma sa pure che, come salvacondotto, è troppo rischioso esibire quel bambino alla polizia di frontiera.

Il Vangelo non ci lascia neppure una riga di quel drammatico momento. 
Ma non è difficile figurarsi Maria, trepida e coraggiosa, lì, sullo spartiacque di due culture così diverse. 
Quella foto di gruppo, che Matteo non ha scattato sulla striscia doganale, ma che si conserva ugualmente nell' album del nostro immaginario più vero, rimane una icona di incomparabile suggestione per tutti noi, che oggi siamo chiamati a confrontarci con nuovi costumi e nuovi linguaggi.

Perfino nel suo congedo dalla scena biblica Maria si caratterizza come donna di frontiera. È presente, difatti, nel Cenacolo, quando lo Spirito Santo, scendendo sui membri della Chiesa nascente, li costituisce «testimoni fino agli estremi confini della terra».

Noi non sappiamo se, seguendo Giovanni, ha dovuto varcare ancora una volta le frontiere. 
Secondo alcuni, avrebbe chiuso i suoi giorni nella città di Efeso: all'estero, cioè. Una cosa è certa: che, dal giorno di Pentecoste, Maria è divenuta madre di «una moltitudine immensa di ogni nazione, razza, popolo e lingua», e ha acquistato una cittadinanza planetaria che le permette di collocarsi su tutte le frontiere del mondo, per dire ai suoi figli che queste, prima o poi, san destinate a cadere.

Ma c'è un momento ancora più forte in cui Maria si staglia, con tutta la sua grandezza simbolica, come donna di frontiera. È il momento della Croce.

Quel legno non solo ha abbattuto il muro di separazione che divideva gli Ebrei dai pagani, facendo dei due un popolo solo, ma ha anche riconciliato l'uomo con Dio nell'unica carne di Cristo. 
La Croce rappresenta, perciò, l'ultima linea di demarcazione tra cielo e terra. Il confine, ormai valicabile, tra tempo ed eternità. 
La frontiera suprema, attraverso la quale la storia umana entra in quella divina e diventa l'unica storia di salvezza.

Ebbene, Maria sta presso quella frontiera. E la bagna di lacrime.




Santa Maria, donna di frontiera, noi siamo affascinati da questa tua collocazione che ti vede, nella storia della salvezza, perennemente attestata sulle linee di confine, tutta tesa non a separare, ma a congiungere mondi diversi che si confrontano.

Tu stai sui crinali che passano tra Antico e Nuovo Testamento. 
Tu sei l'orizzonte che congiunge le ultime propaggini della notte e i primi chiarori del giorno. 
Tu sei l'aurora che precede il Sole di giustizia. 
Tu sei la stella del mattino. 
In te, come dice la lettera ai Galati, giunge «la pienezza dei tempi» in cui Dio decide di nascere «da donna»: con la tua persona, cioè, si conclude un processo cronologico centrato sulla giustizia, e ne matura un altro centrato sulla misericordia.

Santa Maria, donna di frontiera, grazie per la tua collocazione accanto alla Croce di Gesù. 
Issata fuori dell' abitato, quella Croce sintetizza le periferie della storia ed è il simbolo di tutte le marginalità della terra: ma è anche luogo di frontiera, dove il futuro si introduce nel presente allagandolo di speranza.

È di questa speranza che abbiamo bisogno. 
Mettiti, perciò, al nostro fianco. 
Noi oggi stiamo vivendo l'epoca della transizione. 
Scorgiamo le pietre terminali delle nostre secolari civiltà. 
Addensàti sugli incroci, ci sentiamo protagonisti di un drammatico trapasso epocale, quasi da un'èra geologica all'altra. 
Ammassàti sul discrimine da cui si divaricano le culture, siamo incerti se scavalcare i paletti catastali che hanno protetto finora le nostre identità. 
Le "cose nuove" con cui ci obbligano a fare i conti le turbe dei poveri, gli oppressi, i rifugiati, gli uomini di colore, e tutti coloro che mettono a soqquadro le nostre antiche regole del gioco, ci fanno paura. 
Per difenderci da marocchini e albanesi ingrossiamo i cordoni di sicurezza. 
Le frontiere, insomma, nonostante il gran parlare sulle nostre panoramiche multirazziali, siamo più tentati a chiuderle che ad aprirle. 
Perciò abbiamo bisogno di te: perché la speranza abbia il sopravvento e non abbia a collassarci un tragico shock da futuro.

Santa Maria, donna di frontiera, c'è un appellativo dolcissimo con cui l'antica tradizione cristiana, esprimendo questo tuo stare sugli estremi confini della terra, ti invoca come «porta del Cielo».

Ebbene, «nell' ora della morte», come hai fatto con Gesù, fermati accanto alla nostra solitudine. Sorveglia le nostre agonie. Non muoverti dal nostro fianco. Sull'ultima linea che separa l'esilio dalla patria, tendici la mano. Perché, se sul limitare decisivo della nostra salvezza ci sarai tu, passeremo la frontiera. Anche senza passaporto.

- don Tonino Bello -


Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 3 maggio 2018

Avvicinaci a tuo figlio - san Giovanni Paolo II, papa e don Tonino Bello

Siamo uniti nella preghiera
con Te, Madre di Cristo:
con Te, che hai partecipato
alle sue sofferenze.
Tu ci conduci al Cuore
del Tuo Figlio
agonizzante sulla Croce:
quando nella sua spogliazione
si rivela fino in fondo come Amore.
O tu, che hai partecipato
alle sue sofferenze,
permettici di perseverare sempre
nell’abbraccio di questo mistero.
Madre del Redentore!
Avvicinaci al Cuore del Tuo Figlio!

- san Giovanni Paolo II, papa - 


«La portò nella sua casa». 
Sapete cosa significa?: la introdusse nel cerchio dei suoi interessi, nel cerchio dei suoi affetti, nel cerchio delle cose più care e più belle che lui potesse avere. La introdusse quindi proprio all'interno della esperienza religiosa e umana più profonda. Quindi la Madonna che diviene la madre di Giovanni, il quale simbolizza tutta la chiesa, diventa anche la mamma nostra.

Noi la possiamo chiamare «mamma» senza paura. Anzi dobbiamo considerarla così. 

Io qualche volta sono preoccupato perché nei confronti della Madonna abbiamo un rapporto un po' di grande rispetto. 


Difficilmente riusciamo a toglierle di capo il diadema delle dodici stelle per vedere quanto essa è bella a capo scoperto. 

A capo nudo la Madonna è stupenda ugualmente. 


Ecco perché io credo non ci possa essere conclusione più bella per questo vostro ritiro che prendere questa decisione: di accogliere la Madonna all'interno dei vostri affari. 

Fatela diventare socia della vostra «Ditta». Tu metti «Ditta Domenico e Maria». 


È un fatto al quale non ci pensiamo molto. 

Io queste cose non è da molto che le sperimento, cioè le vivo.
Però la considerazione degli studi, l'ascolto e poi lo stare insieme con gli altri, il sentire certe verità, ti rendono consueto con delle verità che sono straordinarie: pensare la Madonna contemporanea nostra! 

Alla fine del mese uscirà un libro che ho intitolato «Maria, donna dei nostri giorni», per indicare che era così, come le ragazze che salgono, che vengono a salutarmi. Maria è così: pulitissima nell' animo, che sembrava con i suoi sguardi bruciasse tutte le radici del peccato, della colpa, della cupidigia, che impediva pensieri che non fossero di castità in chi la guardava. 

Maria è così. 

Introducetela nei vostri affari, nei vostri disegni. 


Introducetela nei vostri pensieri. Fatela diventare non solo coinquilina di casa vostra, ma anche la persona con, cui voi confidate per prima tutti i vostri progetti. E vero! Non ci credete? Parola di uomo. E così. 

E poi io credo che quando c'è lei è chiaro che tutto il resto lo consulti con Gesù. Ma diventa spontanea, non diventa artefatta, non diventa carica di addobbi, come succede spesse volte per la nostra vita spirituale, per la nostra pietà. Abbiamo un sacco di addobbi sulle spalle, un sacco di trine, di nastri. 


E invece con Gesù, uomo libero, vi sia davvero un rapporto più libero, un rapporto più gioioso, un rapporto più forte. 

Non abbiate paura.
Il Signore vi benedica e la Madonna vi introduca nei suoi affari.

- don Tonino Bello -


 Trascrizione di una omelia rivolta ai giovani seminaristi il 23 febbraio 1993, che nella stanza del Vescovo partecipavano alla S. Messa, dopo il ritiro spirituale.

 La Madonna del Rosario - 1607
Il Caravaggio
Vienna Kunsthistorisches Museum



Buona giornata a tutti. :-)



venerdì 7 luglio 2017

La Santa Vergine - Charles Péguy

Maria è la Vergine offerente. Nell’episodio della presentazione di Gesù al tempio (cf Lc 2,22-35), la chiesa, guidata dallo Spirito, ha scorto, al di là dell’adempimento delle leggi riguardanti l’oblazione del primogenito (cf Es 13,11-16) e la purificazione della madre (cf Lv 12,6-8), un mistero salvifico, relativo appunto alla storia della salvezza: ha rilevato, cioè, la continuità dell’offerta fondamentale che il Verbo incarnato fece al Padre, entrando nel mondo (cf Eb 10,5-7); ha visto proclamata l’universalità della salvezza poiché, Simeone, salutando nel bambino la luce per illuminare le genti e la gloria di Israele (cf Lc 2,32), riconosceva in lui il Messia, il Salvatore di tutti; ha inteso il riferimento profetico alla passione di Cristo: ché, le parole di Simeone, le quali congiungevano in un unico vaticinio il Figlio «segno di contraddizione» (Lc 2,34) e la Madre, a cui la spada avrebbe trafitto l’anima (cf Lc 2,35), si avverarono sul Calvario. 
Mistero di salvezza, dunque, che nei suoi vari aspetti orienta l’episodio della presentazione al tempio verso l’evento salvifico della croce.


- papa Paolo VI -

Esortazione Apostolica “Marialis Cultus”, 2 febbraio 1974

Michelangelo, la Pietà Basilica di San Pietro in Vaticano - particolare

 Maria, protagonista e testimone singolare della Incarnazione, ritornava sugli avvenimenti dell'infanzia di Cristo, raffrontandoli tra loro nell'intimo del suo cuore (cfr Lc 2,19. 51).
Questo fa anche la Chiesa, la quale, soprattutto nella sacra Liturgia, con fede ascolta, accoglie, proclama, venera la parola di Dio, la dispensa ai fedeli come pane di vita e alla sua luce scruta i segni dei tempi, interpreta e vive gli eventi della storia.

- papa Paolo VI -
Esortazione Apostolica “Marialis Cultus”, 2 febbraio 1974



La Santa Vergine

Ci sono giorni nella vita in cui si sente 
di non potersi più accontentare dei santi patroni. 
Allora bisogna prendere il coraggio a due mani 
e rivolgersi direttamente a colei che è al di sopra di tutto. 
Essere coraggiosi. Per una volta.
Rivolgersi coraggiosamente a colei
che è infinitamente bella.
Perché è infinitamente buona. 
A colei che intercede.
La sola che possa parlare con l’autorità di una madre. 
Rivolgersi coraggiosamente a colei che è infinitamente pura.
Perché è infinitamente dolce. 
A colei che è infinitamente nobile, 
perché è anche infinitamente cortese. 
Infinitamente accogliente.

- Charles Péguy - 



Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 25 maggio 2017

Fontana vivace di speranza – don Luigi Giussani

Maria, fra tutte le genti dell’universo
sei una sorgente permanente della speranza.
“Tu sei di speranza fontana vivace”:
la speranza è l’unica stazione
in cui il grande treno dell’Eterno
si ferma un istante.

Senza speranza, infatti,
non esiste possibilità di vita.

La vita dell’uomo è la speranza.

Maria, dentro i padiglioni dell’universo,
sei la sorgente di acqua che si sente,
che va giorno e notte.

Maria, che la gioia,
sebbene duri qualche istante,
sia l’emergenza
della verità di tutta la vita.

Aiutaci tu, che sei stata fatta
Madre del tuo Figlio!

Noi, figli tuoi,
vogliamo seguire te e rinascere
al sapore del tuo profumo e del tuo volto.

- don Luigi Giussani - 

Fonte: “Maria e la Chiesa. Meditazioni e preghiere per un mese mariano” a cura di L. Guglielmoni, F. Negri, Ed.
Paoline 2005


Maria è chiamata la «piena di grazia» (Lc 1,28) e con questa sua identità ci ricorda il primato di Dio nella nostra vita e nella storia del mondo, ci ricorda che la potenza d’amore di Dio è più forte del male, può colmare i vuoti che l’egoismo provoca nella storia delle persone, delle famiglie, delle nazioni e del mondo. 

- papa Benedetto XVI - 

Discorso 8 dicembre 2012


Salve, Regina, madre di misericordia;
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A Te ricorriamo, esuli figli di Eva;
a Te sospiriamo, gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi
tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del tuo Seno.
O clemente, o pia,

O dolce Vergine Maria.



Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 11 maggio 2017

Maria, donna accogliente - don Tonino Bello


Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell'intimo del cuore. A capire, cioè, come hai saputo fare tu, le irruzioni di Dio nella nostra vita. Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la nostra solitudine. Non entra in casa per metterci le manette, ma per restituirci il gusto della vera libertà.


Lo sappiamo: è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti ci danno fastidio. E siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, mette in discussione i nostri programmi e manda in crisi le nostre certezze, ogni volta che sentiamo i suoi passi, evitiamo di incontrarlo, nascondendo ci dietro la siepe, come Adamo tra gli alberi dell'Eden. Facci comprendere che Dio, se ci guasta i progetti, non ci rovina la festa; se disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace. E una volta che l'avremo accolto nel cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce.

Santa Maria, donna accogliente, rendici capaci di gesti ospitali verso i fratelli. Sperimentiamo tempi difficili, in cui il pericolo di essere defraudati dalla cattiveria della gente ci fa vivere tra porte blindate e sistemi di sicurezza. 
Non ci fidiamo più l'uno dell'altro. Vediamo agguati dappertutto. 
Il sospetto è divenuto organico nei rapporti col prossimo. Il terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. 
E il cuore se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti.

Disperdi, ti preghiamo, le nostre diffidenze. Facci uscire dalla trincea degli egoismi corporativi. Sfascia le cinture delle leghe. Allenta le nostre ermetiche chiusure nei confronti di chi è diverso da noi. Abbatti le nostre frontiere: le frontiere culturali, prima di quelle geografiche. Queste ultime cedono ormai sotto 1'urto dei popoli" altri" , ma le prime restano tenacemente impermeabili. Visto allora che siamo costretti ad accogliere gli stranieri nel corpo della nostra terra, aiutaci perché possiamo accoglierli anche nel cuore della nostra civiltà.

Santa Maria, donna accogliente, ostensorio del corpo di Gesù deposto dalla croce, accoglici sulle tue ginocchia quando avremo reso lo spirito anche noi. Dona alla nostra morte la quiete fiduciosa di chi poggia il capo sulla spalla della madre e si addormenta sereno. Tienici per un poco sul tuo grembo, così come ci hai tenuti nel cuore per tutta la vita. Compi su di noi i rituali delle ultime purificazioni. E portaci, finalmente, sulle tue braccia davanti all'Eterno.

Perché solo se saremo presentati da te, sacramento della tenerezza, potremo trovare pietà.



La frase si trova in un testo del Concilio, ed è splendida per dottrina e concisione, Dice che, all' annuncio dell' angelo, Maria Vergine «accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio».
Nel cuore e nel corpo.
Fu, cioè, discepola e madre del Verbo. Discepola, perché si mise in ascolto della Parola, e la conservò per sempre nel cuore. Madre, perché offrì il suo grembo alla Parola, e la custodì per nove mesi nello scrigno del corpo. Sant'Agostino osa dire che Maria fu più grande per aver accolto la Parola nel cuore, che per averla accolta nel grembo.
Forse, per capire fino in fondo la bellezza di questa verità, il vocabolario non basta. Bisogna ricorrere alle espressioni visive. E allora non c'è di meglio che rifarsi a una celebre icona orientale, che raffigura Maria col divin Figlio Gesù in scritto sul petto. È indicata come la Madonna del segno, ma potrebbe essere chiamata la Madonna dell' accoglienza, perché con gli avambracci levati in alto, in atteggiamento di offertorio o di resa, essa appare il simbolo vivo della più gratuita ospitalità.


Accolse nel cuore.
Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio; ma non si sentì per questo ridotta al silenzio. Offrì volentieri il terreno vergine del suo spirito alla germinazione del Verbo; ma non si considerò espropriata di nulla. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore, ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. 

Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima; ma non ne sentì la presenza come violazione di domicilio.
Accolse nel corpo.
Sentì, cioè, il peso fisico di un altro essere che prendeva dimora nel suo grembo di madre. Adattò, quindi, i suoi ritmi a quelli dell'ospite. Modificò le sue abitudini, in funzione di un compito che non le alleggeriva certo la vita. Consacrò i suoi giorni alla gestazione di una creatura che non le avrebbe risparmiato preoccupazioni e fastidi. E poiché il fì-utto benedetto del seno suo era il Verbo di Dio che si incarnava per la salvezza dell'umanità, capì di aver contratto con tutti i figli di Eva un debito di accoglienza che avrebbe pagato con cambiali di lacrime.
Accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio.
Quella ospitalità fondamentale la dice lunga sullo stile di Maria, delle cui mille altre accoglienze il Vangelo non parla, ma che non ci è difficile intuire. Nessuno fu mai respinto da lei. E tutti trovarono riparo sotto la sua ombra. Dalle vicine di casa alle antiche compagne di Nazaret. Dai parenti di Giuseppe agli amici di gioventù di suo figlio. Dai poveri della contrada ai pellegrini di passaggio. Da Pietro in lacrime dopo il tradimento a Giuda che forse quella notte non riuscì a trovarla in casa...

- don Tonino Bello - 




Buona giornata a tutti. :-)










mercoledì 10 maggio 2017

Si alla vita con Maria - + Cardinale Angelo Comastri

O Maria, nel tuo Cuore perennemente vive
la memoria del giorno del grande "Sì".
Continuamente Tu ritorni nella piccola casa
di Nazareth e ti stupisci davanti all'Angelo Gabriele
che ti porta la bella e inaudita notizia
che Dio vuole essere uomo con noi.

O Maria, oggi noi entriamo nel tuo Cuore
per assaporare la meraviglia che tu provasti
in quel giorno lontano e vicino:
il giorno del tuo "Sì" vogliamo che sia
il giorno del nostro "Sì": con te, o Maria !

Oggi diciamo "Sì" alla vita per sempre,
oggi nel tuo Cuore Immacolato e Materno
consegniamo l'impegno di essere apostoli della vita
nel nome di Dio che in te si è fatto bambino.

O Maria, la porta delle nostre case
sarà aperta ogni giorno per l'Angelo della vita
e le nostre famiglie saranno cenacoli viventi
di preghiera per la vita: Regina della vita
prega con noi, prega per noi, prega per la vita

Amen.

+ Cardinale ANGELO COMASTRI
Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del VaticanoArciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro.







O Maria,
Madre di misericordia...
veglia su tutti
perché non venga resa vana la croce di Cristo,
perché l'uomo non smarrisca la via del bene,
non perda la coscienza del peccato,
cresca nella speranza in Dio
« ricco di misericordia » (Ef 2,4),
compia liberamente le opere buone
da Lui predisposte (cf Ef 2,10)
e sia così con tutta la vita
« a lode della sua gloria » (Ef 1,12).

- San Giovanni Paolo II, papa -





Buona giornata a tutti. :-)