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sabato 29 marzo 2014

Dai Fioretti di San Francesco, Capitolo VII -


Come san Francesco fece una quaresima in una isola del lago di Perugia,dove digiunò 40 dì e 40 notti, e non mangiò più che un mezzo pane.


Il verace servo di Cristo san Francesco, perocchè in certe cose fu quasi un altro Cristo, dato al mondo per salute della gente, Iddio Padre il volle fare in molti atti conforme e simile al suo figliuolo Gesù Cristo; siccome ci dimostra nel venerabile collegio dei dodici compagni, e nel mirabile misterio delle sagrate istimate, e nel continuato digiuno della santa quaresima, la qual’egli fea in questo modo. 

Essendo una volta san Francesco, il dì del carnasciale, allato al lago di Perugia in casa d’un suo divoto, col quale era la notte albergato, fu inspirato da Dio, ch’egli andasse a fare quella Quaresima in un’ isola del lago; di che san Francesco pregò questo suo divoto che, per amor di Cristo, lo portasse colla sua navicella in un’isola del lago, ove non abitasse persona, e questo facesse la notte del dì della Cenere, sì che persona non se n’avvedesse, e costui per l’amore della grande divozione ch’ avea a san Francesco sollecitamente adempiette il suo priego e portollo alla detta isola, e san Francesco non portò seco se non due panelli. 
Ed essendo giunto nell’isola, e l’amico partendosi per tornare a casa, san Francesco il pregò caramente che non rivelasse a persona come fosse ivi, ed egli non venisse per lui se non il giovedì santo: e così si partì colui. 
E san Francesco rimase solo: e non essendovi nessuna abitazione nella quale si potesse riducere, entrò in una siepe molto folta, la quale molti pruni e arboscelli aveano acconcio a modo d’uno covacciolo, ovvero d’una capannetta; ed in questo luogo si puose in orazione a contemplare le cose celestiali. E ivi stelle tutta la quaresima, senza mangiare e senza bere altro che la metade d’uno di quelli panelli, secondo che trovò il suo divoto il giovedì santo, quando tornò a lui; il quale trovò di due panetti uno intiero, e l’altro mezzo. 
Si crede che san Francesco non mangiasse per riverenza del digiuno di Cristo benedetto, il quale digiunò quaranta dì e quaranta notti, senza pigliare nessuno cibo materiale; e così con quel mezzo pane cacciò da sè il veleno della vanagloria, e ad esempio di Cristo digiunò quaranta dì e quaranta notti ; e poi in quello luogo dove san Francesco avea fatta così maravigliosa astinenza fece Iddio molti miracoli per li suoi meriti; per la qual cosa cominciarono gli uomini a edificarvi delle case e abitarvi; e in poco tempo si fece un castello buono e grande, ed evvi il luogo de’ frati, che si chiama il luogo dell’Isola; e ancora gli uomini e le donne di quello castello hanno grande riverenza e divozione in quello luogo dove san Francesco fece la detta quaresima.



‌‌‌‌Strappa da te la vanità, non fu luomo
A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia,
‌‌‌‌Strappa da te la vanità, ti dico strappala.

(Ezra Pound, Canti Pisani - LXXXI)



Se sei in condizione di sopportare il digiuno, farai bene a digiunare qualche giorno in più di quelli che comanda la Chiesa; perché, oltre all’effetto ordinario del digiuno, che è quello di liberare lo spirito, sottomettere la carne, praticare la virtù e accrescere l’eterna ricompensa in cielo, il digiuno ci dà modo di dominare i nostri appetiti, e mantenere la sensualità e il corpo sottomessi allo spirito; e anche se i digiuni non saranno molti, il nemico quando si accorgerà che sappiamo digiunare, ci temerà di più.
Il mercoledì, il venerdì e il sabato sono i giorni che i primi cristiani più facilmente consacravano alla astinenza: scegline uno tra di essi per digiunare, secondo quanto ti consiglierà la tua devozione e la discrezione del tuo direttore spirituale.

- San Francesco di Sales - 



Buona giornata a tutti :-)







mercoledì 16 gennaio 2013

Il digiuno che piace al Signore



Digiuna dal giudicare gli altri:
scopri Cristo che vive nel fratello.


Digiuna dall’amarezza del risentimento:
riempiti di generosità nel perdono.


Digiuna dal dire parole che feriscono:
riempiti di frasi che risanano ed edificano.
Digiuna dal dare importanza a te stesso:
riempiti di attenzione per gli altri.


Digiuna dal pensare alle cose grandi:
riempiti di attenzione per quelle piccole.
Digiuna dalle parole vuote e inutili:
riempiti della Parola di verità.


Digiuna dalla tristezza:
riempi il tuo volto di gioia.
Digiuna dallo scoraggiamento:
riempiti di entusiasmo nella fede.


Digiuna dalle paure:
riempi la tua vita della presenza di Dio.
Digiuna dal pessimismo:
riempiti di speranza cristiana.


Digiuna dall’essere pretenzioso:
riempiti di gratitudine per il molto che hai.
Digiuna dalle reazioni emotive:
riempiti di pazienza, tolleranza e autocontrollo.


Digiuna dalle preoccupazioni inutili:
riempiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti:
riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita.


Digiuna dalle pressioni e insistenze:
riempiti di una preghiera incessante.
Digiuna dall’ansia per le tue cure:
riempiti del gusto dell’essenziale.


Digiuna dal catastrofismo:
riempiti dello sguardo di Dio salvatore.
Digiuna dalle tue voglie smodate:
riempiti del gusto della volontà di Dio.


Digiuna dal pensiero di essere un arrivato:
riempiti del senso del tuo limite e del provvisorio.
Digiuna da tutto ciò che ti allontana da Gesù:
riempiti di tutto ciò che a lui ti avvicina.




"Il sentimento di angoscia dovuto all’urgenza dei problemi (sociali) non deve far perdere di vista ciò che è essenziale, né far dimenticare la risposta di Gesù al Tentatore (Mt 4,4): “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (cf. Dt 8,3). Così alcuni, di fronte all’urgenza di condividere il pane, sono tentati di dimenticare e rinviare al domani l’evangelizzazione: prima il pane, e poi la Parola. È un errore fondamentale separare, anzi contrapporre le due cose. D’altra parte, il senso cristiano suggerisce spontaneamente a molti di fare l’una e l’altra." (Benedetto XVI) 



La noia è la malattia delle persone felici; i disgraziati non si annoiano hanno troppo da fare. (Abel Dufresner). 




Se potete, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. (Romani 12,18)