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sabato 31 ottobre 2015

All'Autunno - John Keats -

Stagione di nebbie e morbida abbondanza,
Tu, intima amica del sole al suo culmine,
Che con lui cospiri per far grevi e benedette d'uva
Le viti appese alle gronde di paglia dei tetti,
Tu che fai piegare sotto le mele gli alberi muscosi del casolare,
E colmi di maturità fino al torsolo ogni frutto;
Tu che gonfi la zucca e arrotondi con un dolce seme
I gusci di nòcciola e ancora fai sbocciare
Fiori tardivi per le api, illudendole
Che i giorni del caldo non finiranno mai
Perché l'estate ha colmato le loro celle viscose:

Chi non ti ha mai vista, immersa nella tua ricchezza?
Può trovarti, a volte, chi ti cerca,
Seduta senza pensieri sull'aia
Coi capelli sollevati dal vaglio del vento,
O sprofondata nel sonno in un solco solo in parte mietuto,
Intontita dalle esalazioni dei papaveri, mentre il tuo falcetto
Risparmia il fascio vicino coi suoi fiori intrecciati.
A volte, come una spigolatrice, tieni ferma
La testa sotto un pesante fardello attraversando un torrente,
O, vicina a un torchio da sidro, con uno sguardo paziente,
Sorvegli per ore lo stillicidio delle ultime gocce.

E i canti di primavera? Dove sono?
Non pensarci, tu, che una tua musica ce l'hai -
Nubi striate fioriscono il giorno che dolcemente muore,
E toccano con rosea tinta le pianure di stoppia:
Allora i moscerini in coro lamentoso, in alto sollevati
Dal vento lieve, o giù lasciati cadere,
Piangono tra i salici del fiume,
E agnelli già adulti belano forte dal baluardo dei colli,
Le cavallette cantano, e con dolci acuti
Il pettirosso zufola dal chiuso del suo giardino:
Si raccolgono le rondini, trillando nei cieli.

- John Keats -


Eppure non è il declino ciò che Keats coglie dell'autunno.
Nel settembre 1819, John Keats scrisse l'Ode all'Autunno; il giovane poeta (aveva 24 anni) sapeva che la vita poteva giungere al termine in breve tempo perché la sua salute era minata dalla tubercolosi. Di fatto, sarebbe morto pochi mesi dopo, nel febbraio 1820 a Roma. L'autunno, quindi, non era solo la stagione che osservava intorno a sé quel settembre, era anche la stagione interiore che stava attraversando.


Un sentiero alberato in autunno
Hans Andersen Brendekilde (1857-1942)


In autunno tutto ci ricorda il crepuscolo, – e tuttavia, mi sembra la stagione più bella: volesse il cielo allora, quando io vivrò il mio crepuscolo, che ci debba essere qualcuno che allora mi ami come io ho amato l'autunno. 

- Søren Kierkegaard - 


Notte e giorno desidero che venga la morte a liberarmi da questi dolori, ma poi no, perché la morte distruggerebbe quei dolori che sono pur sempre meglio di niente. 
La terra, il mare, la debolezza e la malattia possono certo dividere, ma mai come la morte, che è per sempre. 
Il prendere coscienza di tanto strazio è in pratica come provare in anticipo l'amarezza della morte. 

- John Keats -
(da Lettera a Charles Brown, 28 settembre 1820)


È sorprendente, ma l'idea di lasciare questo mondo rende ancora più profondo in noi il senso delle sue bellezze naturali. Come il povero Falstaff, anche se non balbetto come lui, penso ai prati verdi. 
Medito con il più grande affetto su ogni fiore che conosco dall'infanzia. 
Le loro forme e i loro colori mi sembrano così nuovi, quasi li avessi appena creati io con fantasia sovrumana. 
Probabilmente è perché sono legati ai momenti più felici e ingenui della nostra vita. 
Ho visto fiori di paesi stranieri delle specie più meravigliose nelle serre, eppure non me ne importa un fico secco. Gli unici fiori che voglio vedere sono i semplici fiori della nostra primavera.

- John Keats -
(da Lettera a James Rice, 14-16 febbraio 1820)
























Buona giornata a tutti. :-)


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sabato 29 novembre 2014

La pioggia nel pineto - Gabriele D’Annunzio -

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.

Ascolta. Piove

dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell’aria
secondo le fronde
più rade, men rade.

Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d’arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L’accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,

dall’umida ombra remota.

Più sordo e più fioco
s’allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s’ode voce del mare.
Or s’ode su tutta la fronda
crosciare
l’argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell’aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell’ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,

il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l’erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c’intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m’illuse, che oggi t’illude,
o Ermione.

- Gabriele D’Annunzio -




Un po' di sole, una raggera d'angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d'aria al mattino.

- Salvatore Quasimodo -
 Acque e terre





...Quest’è il giorno che salgono le nebbie dal fiume
nella bella città, in mezzo a prati e colline,
e la sfumano come un ricordo. I vapori confondono
ogni verde, ma ancora le donne dai vivi colori
vi camminano. Vanno nella bianca penombra
sorridenti: per strada può accadere ogni cosa.
Può accadere che l’aria ubriachi....

- Cesare Pavese -





Per questo preferisco di gran lunga l’autunno alla primavera, perché in autunno si guarda il cielo. In primavera la terra.

(Soren Kierkegaard)





giovedì 6 novembre 2014

...Siamo donne... - Magaly P. -

Possiamo perdere l'amore ma non perderemo mai il desiderio
di amare e di essere amate.
Possiamo perderci d'animo ma non perderemo mai la forza.
Possiamo perdere la pazienza ma non le staffe
o perdere i sogni ma non la speranza.
Possiamo perdere il fiato ma non la respirazione.
Possiamo perdere l'interesse in qualcosa ma non la voglia di lottare.
Possiamo perdere la vista ma non la visione
o perdere il senso ma non la conoscenza.
Possiamo perdere la ricchezza ma non l'umiltà
o perdere la vita ma non la salvezza.
Possiamo perdere la battaglia ma non la guerra.

(Magaly P.)

quadro di Johnny Palacios Hidalgo


"L'autunno è il tempo migliore per dimenticare le cose che ci amareggiano o infastidiscono. Dobbiamo lasciare che si stacchino da noi come foglie secche e sforzarci di tornare a danzare; approfittare di ogni momento di sole per rinfrancare il corpo e lo spirito, prima che il disco dorato si trasformi nella fioca presenza di una lanterna nel cielo."

- Paulo Coelho -

Adulterio, pag. 100




"L'autunno è il più grande richiamo: E ci ricorda le bellezze da sogno che la nostra terra ha e ci ricorda come tutti i nostri bei sogni possono facilmente scomparire!"

- Mehmet Muratildan -





Buona giornata a tutti :-)








martedì 4 novembre 2014

La foglia e altre poesie - Umberto Saba -

Io sono come quella foglia, guarda,
sul nudo ramo, che un prodigio ancora
tiene attaccata.

Negami dunque. Non ne sia rattristata
la bella età che a un'ansia ti colora,
e per me a slanci infantili s'attarda.

Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
Morire è nulla; perderti è difficile.

- Umberto Saba -



Pioggia di Novembre


"E' una striscia di cielo 
non diversa da prima 
solo freddo d'autunno 
e bianco color di farina."

-Vinicio Capossela -


Art. Hilary Knight

Novembre

"Il novembre sta alla porta
freddoloso e intabarrato,
poggia in terra la sua sporta
ed un sacco ben legato.
Scioglie il sacco: nebbia, neve…
La va mal pei poverini!
Ma la sporta è colma e greve
di castagne pei bambini." 

A. Ferraresi


Art. Hee Jeong Kim


Il giorno diventò piccolo

Il Giorno diventò piccolo, circondato tutto 
dalla precoce, incombente Notte - 
il Pomeriggio in Sera profonda 
la sua Gialla brevità distillò - 
i Venti smorzarono i loro passi marziali
le Foglie ottennero tregua - 
Novembre appese il suo Cappello di Granito 
a un chiodo di Felpa -


- Emily Dickinson -

Immagine: Lowell Birge Harrison (1854 - 1929), "November"



Buona giornata a tutti :-)