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lunedì 18 dicembre 2017

Angelo nel Paese al contrario - Mons. Mario Delpini

Nel suo vario viaggiare Angelo capitò persino in un paese che era il Paese al contrario. E’ uno strano paese dove tutto avviene al contrario.
Per esempio i ragazzi, invece che giocare di giorno e dormire di notte, di giorno, dormono e non combinano niente, poi, quando scende la notte e fa anche freddo, si agitano e si eccitano per andare a divertirsi: sarà strano, ma è così che capita nel Paese al contrario.
Per esempio, gli adulti, invece che decidere e chiedere ai figli di obbedire, chiedono ai figli che cosa vogliono e obbediscono: che si tratti del vestito da mettere o di che cosa mangiare a cena o di che cosa fare il mattino della domenica non sono i figli a obbedire ai genitori, ma tutto al contrario, sono i genitori a obbedire ai figli.
Fanno da autisti, da camerieri, da personale di pulizia: e un Paese al contrario.
Da una parte del paese c’è gente magra, patita, affamata e al mercato non si può andare: non c’è niente e, se anche ci fosse qualche cosa, chi avrebbe i soldi?
Dall’altra parte del paese c’è gente grassa, sazia e i mercati traboccano di mercanzia, tanto che finiscono per buttarne via una gran quantità. Una delle leggi del Paese al contrario infatti è: chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane. L’Angelo si stupiva, ma che farci? E’ un Paese al contrario.
La cosa più buffa è che invece di essere i ragazzi a divertirsi per insegnare al pappagallo a parlare, sono i pappagalli a insegnare a parlare ai bambini. I pappagalli sanno poche parole, parole brevi, dal suono ben chiaro. Le parole che i pappagalli insegnano ai bambini sono: io! no! uffa!
Nel Paese al contrario i bambini non sanno canzoni, non imparano poesie, non raccontano storie. Dicono soltanto tre parole: io! no! uffa!
Si alzano al mattino e prima ancora di vedere se c’è il sole o se piove, già seminano malumore per tutta la casa: uffa!
Incontrano la mamma o il papà o la sorella o il compagno di scuola o il cane. Ma non salutano, non ascoltano quello che hanno da dire, non si interessano di quello che capita. Piuttosto si rinchiudono nella solitudine come fosse una fortezza. Dicono sempre e solo: io!
Se qualcuno li invita, se ricevono una proposta, se una voce li chiama, la risposta è chiara e precisa: no!
Forse è per questo che nel Paese al contrario non c’è mai un bel sole, ma sempre una foschia, come se nell’aria abitassero la noia, la rabbia, la solitudine.
L’Angelo, che non aveva mai visto un Paese al contrario, si trovava a disagio, ma che poteva fare? L’avevano mandato lì apposta per invitare gli abitanti alla festa di Natale! La sua missione si rivelava un fallimento perché le risposte degli abitanti erano solo: io! no! uffa!
L’Angelo allora inventò una stella mai vista, una stella che insieme con la luce lasciava una scia di stupore che incantava i bambini annoiati, ed ecco che, non si sa come, invece di ripetere le parole imparate dal pappagallo, gridarono: evviva!
La stella mai vista non solo irradiava luce e stupore, ma al suo passaggio c’era come un mormorio di un vento leggero, una voce amica, che era come un invito: volete venire con me? Ed ecco i bambini, non si sa come, invece di ripetere le parole imparate dal pappagallo, gridarono: si!
La stella mai vista non solo irradiava luce e stupore e una voce amica, ma seminava nei cuori una specie di tenerezza, un desiderio di amicizia, un interesse commosso per i volti e le storie, per le lacrime e i sorrisi degli altri. Ed ecco che i bambini, non si sa come, invece di ripetere le parole imparate dal pappagallo cominciavano ogni frase con un pronome che non si usava nel Paese al contrario. Dicevano infatti: noi.
Fu così che il Paese al contrario cominciò a trasformarsi in un Paese come Dio comanda, proprio a partire dalle parole nuove.
Invece di seminare noia e scontento dicendo: “uffa!”, il mattino era accolto con un sorriso: “Evviva! Una giornata da vivere! Evviva, il bene da fare! Evviva, amici da incontrare”, cioè la gioia.
Invece di provocare rabbia e disappunto, dicendo: “no!”, ogni invito al bene ascoltava la risposta incoraggiante: “Si, vengo. Si ci sto. Si, grazie”, cioè la vocazione. Invece di isolarsi in solitudini deprimenti, dicendo sempre: “io”, anche le imprese più audaci diventavano possibili, anche le fatiche più aspre diventavano sopportabili, perché si diceva: “Noi. Noi insieme possiamo rimettere diritto anche il Paese al contrario”, cioè la fraternità.
E’ per questo che l’Angelo inventò la stella cometa.

- Mons. Mario Delpini - 
Arcivescovo di Milano 
Da “Un Angelo in paese” Storie di Natale per famiglie, Mons. Mario Delpini


  
Ci sono state molte discussioni sulla stella cometa. 
Gli astronomi l’hanno cercata nel cielo; i pittori l’hanno immaginata nei quadri di Natale; i bambini l’hanno aspettata come fosse l’apparire di un angelo simpatico.
A me sembra però che la stella sia come una gioia sorprendente che raggiunge le persone, anche quando non se l’aspettano e persino quando pensano di non meritarla. 
Una gioia sorprendente. 
E si lasciano convincere che il bene è meglio del male, che abitare in un Paese come Dio comanda è meglio che abitare in un Paese al contrario. Per dirla proprio in confidenza, io credo che la stella cometa sia la gioia che Gesù regala a Natale.



Padre nostro che sei nei cieli
Benedici questa casa e noi che ci abitiamo!

Infondi in ciascuno di noi la tua gioia,
perché anche da questa casa si diffonda una piccola luce
e tutti quelli che amiamo ne ricevano consolazione,
perché viene il tuo Regno, viene Gesù.

Conforta le nostre tristezze,
asciuga le nostre lacrime,
abita le nostre solitudini,
Perché viene il tuo Regno, viene Gesù.

Vieni in aiuto alle nostre debolezze,
incoraggia la nostra risposta alla tua vocazione,
sostieni la nostra perseveranza,
Perché viene il tuo Regno, viene Gesù. Amen

Buon Natale 2017

+ Mario Delpini

Arcivescovo


Buona giornata a tutti. :-)




sabato 14 ottobre 2017

... che sei il mio custode... - Abate Zaverio Peyron

Il trovare un vero amico che ci aiuti e sia tutto dedicato a noi con amore, con costanza e con disinteresse è cosa ben difficile. Non è così dell’angelo custode, un vero amico sicuro, fedele, unico nel suo genere, che ci accompagna per comando divino, con amore e senza apparire.


Per comando divino – Se abbiamo un angelo al nostro fianco per assisterci non è per condiscendenza sua o nostra volontà, ma per decreto di Dio.
Nei Salmi è scritto: "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede" (Salmo 91, 11).
Quanto dobbiamo ringraziare il buon Dio di questo comando! Se l’assistenza angelica fosse solo effetto dell’amore degli angeli, saremmo certi di averli ancora con noi, dopo tanti rifiuti che abbiamo dato alle loro buone ispirazioni? Stanchi di noi forse ci avrebbero già abbandonati. Se fossimo noi che con le nostre suppliche li avessimo chiamati a custodirci, saremmo certi di essere esauditi?… di averli sempre?… almeno nei momenti più critici?… Ma, dato che ciò risponde ad una disposizione di Dio, noi siamo invece certi che tutti abbiamo un angelo custode indipendentemente dalla nostra santità, l’abbiamo sempre, dalla nascita alla morte. L’assistenza è perfetta perché l’angelo è creatura perfetta che ubbidisce a Dio senza debolezze, ritardi, infedeltà.



Con amore – Gli angeli custodi ci vogliono bene:
1) per rispetto a Dio perché, amando Dio, amano quelli che a Lui appartengono;
2) per rispetto a noi perché siamo i loro fratelli destinati a prendere il posto degli angeli ribelli e scacciati e quindi facciamo parte della loro famiglia celeste;
3) perché noi siamo infelici e sofferenti e quindi degni di aiuto: siamo quindi occasione a loro di esercitare lo spirito di carità a cui si informano tutti gli eletti.
La custodia degli angeli è tutta amorosa e fatta con gioia, con fervore, con soavità.



Senza apparire – Anche se molte volte nella Sacra Scrittura e nelle vite dei Santi leggiamo di apparizioni di angeli, ordinariamente però gli angeli operano invisibilmente: sia perché tale è la loro natura spirituale, sia perché la loro manifestazione non è necessaria, sia infine per dare a noi una grande lezione di umiltà e disinteresse operando di nascosto per amor di Dio.

(continua)
- Abate Zaverio Peyron -


Il mio angelo custode non è nient'altro che espressione del fatto ch'io sono conosciuto, amato e seguito in maniera del tutto personale da Dio, è il pensiero d'amore che Dio nutre per me, che mi circonda e mi guida in ogni istante. 

- Papa Benedetto XVI - 



« Gli angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio » (Mt 18,10)

Ti rendo grazie perché mi hai dato di vivere,
di conoscerti e di adorarti, mio Dio.
Poiché «questa è la vita eterna: che conoscano te,
l'unico vero Dio» (Gv 17,3), creatore e autore di tutto,
non generato, non creato, senza principio, uno,
e il Figlio tuo, generato da te,
e lo Spirito Santissimo, che procede da te,
unità trina, degna di ogni lode...
C'è forse tra gli angeli, gli arcangeli,
le dominazioni, i cherubini e i serafini
e tutte le altre schiere celesti,
una gloria o una luce d'immortalità,
una gioia, uno splendore di vita immateriale,
se non la luce unica della Santissima Trinità? ...
Cita un essere, incorporeo o corporeo:
troverai che tutto è stato fatto da Dio.
Se ti parlano di un essere qualunque, tra quelli del cielo,
quelli della terra o degli abissi,
anche per loro, per tutti, c'è soltanto una vita, una gloria,
un desiderio e un regno,
un'unica ricchezza, gioia, corona, vittoria, pace
e ogni altro splendore che possa esistere:
la conoscenza del Principio e della Causa
da cui tutto proviene, da cui tutto trae origine.
Là si trova colui che mantiene le cose lassù e le cose quaggiù,
là si trova colui che mette in ordine tutti gli esseri spirituali,
là si trova colui che regna su tutti gli esseri visibili...
Hanno accresciuto la propria conoscenza e raddoppiato il timore
vedendo Satana cadere
e i suoi compagni travolti dalla presunzione.
Coloro che sono caduti, schiavi della loro superbia,
hanno dimenticato tutto questo;
mentre tutti coloro che ne hanno custodito la conoscenza,
trasportati dal timore e dall'amore,
si sono legati al loro Signore.
E così il riconoscimento della sua signoria
produceva anche una crescita del loro amore
perché essi vedevano meglio e con più chiarezza
lo splendore folgorante della Trinità.

- Simeone il Nuovo Teologo -


Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 2 ottobre 2017

Chi sono gli angeli?


Sant'Agostino dice a loro riguardo: « "Angelus" officii nomen est, [...] non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est: ex eo quod est, spiritus est, ex eo quod agit, angelus – La parola "angelo" designa l'ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura, si risponde che è spirito; se si chiede l'ufficio, si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo».

In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio.

Per il fatto che «vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli» (Mt 18,10), essi sono « potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola » (Sal 103,20).



(Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 329)


Giacobbe fece un sogno: una scala poggiava sulla Terra, mentre la sua cima raggiungeva il Cielo; ed ecco gli Angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.
Genesi 28, 12

Io mando un Angelo davanti a te per proteggerti lungo la via, e per introdurti nel luogo che ho preparato. Davanti a lui comportati con cautela e ubbidisci alla sua voce. Non ribellarti a lui, perché egli non perdonerà le vostre trasgressioni; poiché il mio nome è in lui. Ma se ubbidisci fedelmente alla sua voce e fai tutto quello che ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici, l’avversario dei tuoi avversari;  poiché il mio angelo andrà davanti a te…
Esodo 23, 20-23

Si alzò allora il  sommo sacerdote e quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di livore, e fatti arrestare gli apostoli li fecero gettare nella prigione pubblica. Ma durante la notte un Angelo del Signore aprì le porte della prigione, li condusse fuori e disse: “Andate, e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte queste parole di vita”.
Apostoli 5, 17-20

Pietro piantonato da due soldati e legato con due catene stava dormendo, mentre davanti alla porta le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco gli si presentò un Angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: “Alzati, in fretta!”. E le catene gli caddero dalle mani.
Atti degli Apostoli 12, 6-7 

Un giorno verso le tre del pomeriggio, Cornelio vide chiaramente in visione un Angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: “Cornelio!”. Egli lo guardò e preso da timore disse: “Che c’è, Signore?”. Gli rispose: “Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, in tua memoria, innanzi a Dio”.
Atti degli Apostoli 10, 3-5 

Venne un Angelo e si fermò all’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i Santi bruciandoli sull’altare d’oro, posto davanti al trono. E dalla mano dell’Angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei Santi.
Apocalisse 8, 3-4 



“Cari amici, il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’augusta regina Maria delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio”.

- papa Benedetto XVI -
Angelus 2 Ottobre 2011





Gli Angeli non hanno una voce materiale, ma con la mente incessantemente glorificano il Signore, in ciò consiste tutta la loro attività e ad essa è consacrata la loro vita. 
Così anche tu, fratello, quando entri nella tua camera e ne chiudi la porta, cioè quando la tua mente non erra qua e là, ma entra nell’intimo del tuo cuore, ed i tuoi sensi sono chiusi e lontani dalle cose di questo mondo, e tu in tal modo preghi incessantemente, allora sei simile agli Angeli ed il Padre tuo, vedendo la tua preghiera segreta da te elevata dall’intimo del tuo cuore, ti ricompenserà con grandi doni spirituali.

- Gregorio Palamàs -
(ca. 1296–1359), arcivescovo di Tessalonica, taumaturgo




Angeli del cielo, Sole luna e stelle
ringraziate, benedite e glorificate il Signore.
Venti, piogge e rugiade
ringraziate, benedite e glorificate il Signore.
Fuoco, freddo e caldo
ringraziate, benedite e glorificate il Signore.
Giorni, notti e stagioni
ringraziate, benedite e glorificate il Signore.
Mari, fiumi e sorgenti
ringraziate, benedite e glorificate il Signore.
Alberi, fiori ed erbe
ringraziate, benedite e glorificate il Signore.
Uccelli, pesci ed animali tutti
ringraziate, benedite e glorificate il Signore.
Uomini, donne e bambini
ringraziate, benedite e glorificate il Signore.



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it



mercoledì 28 giugno 2017

La lampada del minatore

Un uomo scendeva ogni giorno nelle viscere della terra a scavare sale. 
Portava con sé il piccone e una lampada. Una sera, mentre tornava verso la superficie, in una galleria tortuosa la lampada gli cadde di mano e si infranse al suolo. In un primo tempo il minatore ne fu quasi contento: «Finalmente! Non ne potevo più di questa lampada. Dovevo portarla sempre con me, fare attenzione dove la mettevo, pensare a lei anche durante il lavoro. Adesso ho un ingombro in meno. Mi sento più libero. E poi faccio questa strada da anni, non posso certo perdermi». Ma la strada ben presto lo tradì. 
Al buio era tutta un'altra cosa. Fece alcuni passi ma urtò contro una parete. Si meravigliò: non era quella la galleria giusta? 
Come aveva fatto a sbagliarsi così presto? Tentò di tornare indietro gettandosi a terra e camminando a carponi, si ferì le mani e le ginocchia. 
Gli vennero le lacrime occhi quando si accorse che in realtà era riuscito a fare solo alcuni metri e si ritrovava sempre al punto di partenza. E gli venne un'infinita nostalgia della lampada. Attese umiliato che qualcuno scendesse per venire a cercarlo e gli facesse strada con una lampada.


Possiamo dare a questo racconto un altro finale? Più positivo? SI!!!!!

Quando, trascinandosi così sulle ginocchia, mise le mani casualmente sulla sua lampada, provò un piacere immenso, come se avesse incontrato la persona più cara al mondo. 
La baciò come fosse una reliquia e poi l'accese, con cura. Da allora in avanti non sentì più la noia di portarsela dietro!



Preghiera dell'angelo

Donaci, o Signore, un Angelo di luce che ci prenda per mano, ci accompagni a Te e ci insegni a compiere le tue opere.
Donaci, o Signore, un Angelo amico che ci riveli e ci faccia sentire la tua bontà e il tuo amore e ci renda capaci di pietà verso ogni creatura.
Donaci, o Signore, un Angelo di comunione con cui poter condividere i doni della vita illuminata dal tuo Spirito.
Donaci, o Signore, un Angelo buono che custodisca la nostra anima, che vegli sulla nostra vita, che guidi il nostro cammino.
Ci sia egli sempre vicino con il suo volto luminoso e ci conduca a Te, ai tuoi Santi, a coloro che amiamo e ci amano ed anche a coloro che non ci amano e che facciamo fatica a amare.
Amen!


Buona giornata a tutti. :-)






giovedì 1 giugno 2017

da: "50 angeli per l'anima" - Anselm Grün

Molti artisti hanno raffigurato gli angeli dotati di ali, dando forma concreta a un elemento essenziale: gli angeli ci rendono la vita più lieve. 
Nella vita ci sono innumerevoli situazioni che in un primo momento ci appaiono difficili. Proviamo una sorta di resistenza interiore, ci sentiamo abbattuti, spossati, schiacciati. In questi momenti avremmo bisogno di un angelo che metta le ali alla nostra anima, per prendere le cose con più leggerezza, per considerarle da una prospettiva diversa, magari per vederle in una luce tutta nuova.
Nelle situazioni che ci mettono a dura prova, è bene non impuntarsi sui problemi, non affaticarsi a cercare a tutti i costi una soluzione. 
Dovremmo semplicemente volgere lo sguardo sull'angelo che è già accanto a noi e prestare ascolto all'impulso che percepiamo nel nostro cuore. 
L'angelo affronta ogni cosa con semplicità, invitando anche noi a non prendercela troppo, a non sobbarcarci carichi eccessivamente pesanti. 
Perché altrimenti rischiamo di crollare sotto il peso che grava sulle nostre spalle.
Gli angeli hanno in sé un che di lieve, di leggero. Anche in questo caso ci vengono in aiuto gli artisti: gli angeli natalizi, che spesso sono disegnati con fattezze infantili, ci vogliono invitare a non prenderci troppo sul serio, a diventare semplici e spensierati come bambini. 
Vogliono mostrarci la leggerezza dell'esistenza e invitarci ad abbandonarci a tale leggerezza.
Ci sono tantissimi angeli che ci esortano a trasformare quello che ci capita ogni giorno. 
Ecco l'angelo della semplicità, che ci invita a vivere in maniera semplice. 
Ecco l'angelo del gustare, che ci libera dalla costrizione di dover sempre dimostrare qualcosa agli altri. 
E poi c'è l'angelo del rallentare, che ci trascina via dalla pressione costante a cui siamo sottoposti, via dalla frenesia della vita quotidiana, regalando alla nostra vita un ritmo più lento.
Gli angeli non fanno alcun appello moralistico alla nostra volontà, non esigono assolutamente che facciamo qualcosa di troppo difficile, semplicemente sono già lì, accanto a noi. 
Gli angeli, infatti, si trovano già in noi, in fondo al cuore. Ci mettono in contatto con le capacità che sono già insite nel nostro animo, ma che sono seppellite sotto l'ansia da prestazione che ci opprime. 
L'angelo della semplicità non cerca neanche di contrastare lo stress a cui siamo sottoposti, tentando di giungere alle capacità già insite nel nostro animo. 
Si limita a osservare il carico pesante che grava su di noi, per poi sollevarlo come se si trattasse di un gioco, con leggerezza e senso dell'umorismo. 
Fa buon uso delle sue ali e fa volare in alto tutto ciò che pesa, rendendolo lieve lieve e innalzandolo al di sopra della vita quotidiana, affinché non gravi più sulle nostre spalle.
Conosco un gran numero di persone che vivono con difficoltà, schiacciate sotto pesi diversi. Lasciati semplicemente contagiare dalla leggerezza degli angeli, che punta a salire su in alto, verso il cielo. 
Fidati degli angeli, vedrai che prenderanno anche te sotto le loro ali e ti proteggeranno, mettendo le ali alla tua anima con la forza della speranza e il sentimento della libertà. 
Un'anima dotata di ali vive più facilmente. 
Riesce sempre a volar via da situazioni sgradevoli, osservandole dall'alto, da una prospettiva superiore, considerandole con senso dell'umorismo e rendendoci capaci di affrontarle con leggerezza. 

Ti auguro dunque che anche tu, come papa Giovanni XXIII, possa dire: "Giovanni, non prenderti troppo sul serio!" La tua anima ha le ali. Fidati di queste ali. Ti trasporteranno attraverso la vita con leggerezza.

- Anselm Grün -


Racconta una antica leggenda che un bambino che stava per nascere disse a Dio:
- Mi dicono che mi stai per mandare sulla terra però come vivrò così piccino e indifeso come sono?
- Tra molti angeli ne ho scelto uno per te, che ti sta aspettando e avrà cura di te.
- Però dimmi: qui nel cielo non faccio altro che cantare e sorridere; questo basta per essere felice.
- Il tuo angelo ti canterà, ti sorriderà tutti i giorni e tu sentirai il suo amore e sarai felice.
- Ma che farò quando vorrò parlare con te?
- Il tuo angelo ti unirà le manine e ti insegnerà il cammino perché tu possa avvicinarti a me, benché io ti sarò sempre a fianco.
In quell'istante, una grande pace regnava nel cielo però già si udivano voci della terra e il bambino premuroso ripeteva soavemente:
- Dio mio se già me ne devo andare, dimmi il suo nome... come si chiama il mio angelo?
- Il suo nome non importa, tu la chiamerai "mamma".



O mio Signore Gesù Cristo.
Ti prego proteggimi dagli errori, da ogni influenza del Maligno, dalle mie passioni e debolezze.
Dammi la forza e la volontà di non peccare ancora.
Proteggimi dai pensieri insidiosi, dall'amore delle cose vane, dal parlare inutile e dalla censura degli altri.
Apri gli occhi della mia anima, ed illumina le tenebre della mia mente.




Buona giornata a tutti. :-)






venerdì 5 maggio 2017

Preghiera a Maria per l'invio degli apostoli... - Card. Angelo Comastri

O Maria, nel tuo Cuore perennemente vive
la memoria del giorno del grande sì.
Continuamente ritorni nella piccola casa di Nazaret
e ti stupisci davanti all'angelo Gabriele
che ti porta la bella e inaudita notizia
che Dio vuole essere uomo con noi.

O Maria, oggi noi entriamo nel tuo Cuore
per assaporare la meraviglia che tu provasti
in quel giorno lontano e vicino:
il giorno del tuo sì vogliamo che sia
il giorno del nostro sì: con te, o Maria!

Oggi diciamo sì alla vita per sempre,
oggi ci impegniamo a pregare per la vita,
oggi nel tuo Cuore Immacolato e Materno
consegniamo l'impegno di essere apostoli della vita
nel nome di Dio che in te si è fatto bambino.

O Maria, la porta delle nostre case
sarà aperta ogni giorno per l'angelo della vita
e le nostre famiglie saranno cenacoli viventi
di preghiera per la vita: Regina della vita
prega con noi, prega per noi, prega per la vita. Amen.


+ Cardinale Angelo Comastri
Vicario Generale di Sua Santità per la città del Vaticano
 (arcivescovo, Delegato Pontificio Di Loreto, scritta per l'Associazione "Difendere la vita con Maria")




O Madre, Tu conosci la trepidazione e la bellezza dell'attesa.
Tu hai atteso la nascita del Figlio di Dio 
che ha scelto te come culla del Mistero.
Tu hai sentito il battito del suo cuore umano 
e divino e hai atteso la gioia di vedere il suo volto.
Tu hai atteso l'ora decisiva di Gesù 
e l'hai visto allontanarsi da casa per dare una casa a tutta l'umanità.
Tu hai atteso ogni giorno e puntualmente 
è giunto il giorno della Croce.
Tu hai continuato ad attendere nel lungo 
e drammatico sabato santo 
e hai visto la luce della Risurrezione.
Tu ora attendi per noi: tu sei la Madre dell'attesa!
Metti olio nelle nostre povere lampade
e insegnaci ad attendere il ritorno dì Gesù
gioiosamente, fedelmente, tenacemente ogni giorno.
Maranàtha! Vieni, Signore Gesù!


- card. Angelo Comastri -

Madonna della misericordia, Parigi,
Biblioteca Nazionale (manoscritto lat. 757, c. 258).


Iconografia della Madonna della misericordia che sotto le ampie ali del suo mantello accoglie e protegge i fedeli inginocchiati, o addirittura intere città. Nella Madre di Gesù gli uomini riconoscono anche e soprattutto la Madre comune.

«Salve Regina, madre di misericordia…».


Riflettendo su questa invocazione iniziale della dolce antifona mariana della Salve Regina, si va con il pensiero alla lunga tradizione cristiana che da sempre invoca la Vergine Maria come Madre di Dio e madre dell’umanità; appunto Madre di misericordia perché nostra madre.



Buona giornata a tutti. :-)