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giovedì 3 maggio 2018

Avvicinaci a tuo figlio - san Giovanni Paolo II, papa e don Tonino Bello

Siamo uniti nella preghiera
con Te, Madre di Cristo:
con Te, che hai partecipato
alle sue sofferenze.
Tu ci conduci al Cuore
del Tuo Figlio
agonizzante sulla Croce:
quando nella sua spogliazione
si rivela fino in fondo come Amore.
O tu, che hai partecipato
alle sue sofferenze,
permettici di perseverare sempre
nell’abbraccio di questo mistero.
Madre del Redentore!
Avvicinaci al Cuore del Tuo Figlio!

- san Giovanni Paolo II, papa - 


«La portò nella sua casa». 
Sapete cosa significa?: la introdusse nel cerchio dei suoi interessi, nel cerchio dei suoi affetti, nel cerchio delle cose più care e più belle che lui potesse avere. La introdusse quindi proprio all'interno della esperienza religiosa e umana più profonda. Quindi la Madonna che diviene la madre di Giovanni, il quale simbolizza tutta la chiesa, diventa anche la mamma nostra.

Noi la possiamo chiamare «mamma» senza paura. Anzi dobbiamo considerarla così. 

Io qualche volta sono preoccupato perché nei confronti della Madonna abbiamo un rapporto un po' di grande rispetto. 


Difficilmente riusciamo a toglierle di capo il diadema delle dodici stelle per vedere quanto essa è bella a capo scoperto. 

A capo nudo la Madonna è stupenda ugualmente. 


Ecco perché io credo non ci possa essere conclusione più bella per questo vostro ritiro che prendere questa decisione: di accogliere la Madonna all'interno dei vostri affari. 

Fatela diventare socia della vostra «Ditta». Tu metti «Ditta Domenico e Maria». 


È un fatto al quale non ci pensiamo molto. 

Io queste cose non è da molto che le sperimento, cioè le vivo.
Però la considerazione degli studi, l'ascolto e poi lo stare insieme con gli altri, il sentire certe verità, ti rendono consueto con delle verità che sono straordinarie: pensare la Madonna contemporanea nostra! 

Alla fine del mese uscirà un libro che ho intitolato «Maria, donna dei nostri giorni», per indicare che era così, come le ragazze che salgono, che vengono a salutarmi. Maria è così: pulitissima nell' animo, che sembrava con i suoi sguardi bruciasse tutte le radici del peccato, della colpa, della cupidigia, che impediva pensieri che non fossero di castità in chi la guardava. 

Maria è così. 

Introducetela nei vostri affari, nei vostri disegni. 


Introducetela nei vostri pensieri. Fatela diventare non solo coinquilina di casa vostra, ma anche la persona con, cui voi confidate per prima tutti i vostri progetti. E vero! Non ci credete? Parola di uomo. E così. 

E poi io credo che quando c'è lei è chiaro che tutto il resto lo consulti con Gesù. Ma diventa spontanea, non diventa artefatta, non diventa carica di addobbi, come succede spesse volte per la nostra vita spirituale, per la nostra pietà. Abbiamo un sacco di addobbi sulle spalle, un sacco di trine, di nastri. 


E invece con Gesù, uomo libero, vi sia davvero un rapporto più libero, un rapporto più gioioso, un rapporto più forte. 

Non abbiate paura.
Il Signore vi benedica e la Madonna vi introduca nei suoi affari.

- don Tonino Bello -


 Trascrizione di una omelia rivolta ai giovani seminaristi il 23 febbraio 1993, che nella stanza del Vescovo partecipavano alla S. Messa, dopo il ritiro spirituale.

 La Madonna del Rosario - 1607
Il Caravaggio
Vienna Kunsthistorisches Museum



Buona giornata a tutti. :-)



martedì 1 maggio 2018

Un miracolo della Vergine Maria


In Sicilia, nella provincia di Tortosa, viveva tanti anni fa un uomo chiamato Teofilo, che era vicario del vescovo. Era un uomo di grande onestà e bontà, attento ai deboli e generoso verso i poveri. Era gentile e benvoluto da tutti al punto che, quando morì il vescovo, fu acclamato da tutto il popolo che lo voleva come successore. Dopo averlo eletto in modo ufficiale, inviarono una lettera all'arcivescovo pregandolo di confermare l'elezione. L'arcivescovo, avendo ricevuto chiara testimonianza della rettitudine di Teofilo, accettò il volere del popolo e ratificò l'elezione. Ma Teofilo, umile e schivo, non si sentiva all'altezza della prestigiosa carica, e rifiutò.
Fu dunque chiamato ed eletto un altro vescovo, il quale, su richiesta di alcuni individui invidiosi, tolse la dignità del vicariato a Teofilo e lo privò di tutti i privilegi di cui godeva. Teofilo era un uomo paziente e, al principio, accettò di buon grado la nuova situazione. Ma quando vide che era stato sostituito da un uomo indegno e malvagio, cominciò a rimpiangere il proprio rifiuto e fu assalito da una profonda amarezza.
E fu così che il Diavolo - che non perde mai occasione di sfruttare un momento di debolezza per far vacillare un santo - mise nel cuore e nell'immaginazione di Teofilo la vergogna per essere stato estromesso dal proprio incarico e il cruccio per aver perso il prestigio e gli onori a cui si era abituato. Teofilo cominciò a pensare. Ormai, tutti i suoi pensieri erano volti a escogitare un modo per riappropriarsi di ciò che gli era stato tolto.
Si recò allora da un negromante ebreo, esperto nelle arti magiche e nell'incantare i diavoli. Gli raccontò l'affronto e il danno subiti a causa del nuovo vescovo e lo pregò di aiutarlo e consigliarlo. «Torna a casa senza farti vedere» rispose il negromante «affinché non si venga a sapere che sei stato da me. Questa notte tornerai qui a questa stessa ora e io ti accompagnerò da messer Lucifero mio signore, così potrai chiedergli ciò che desideri».
Teofilo se ne andò, e le poche ore che dovette attendere gli parvero anni. Quando scoccò l'ora stabilita, nel cuore della notte, Teofilo tornò dall'ebreo, che lo condusse in una grotta fuori città. Durante il cammino, lungo il sentiero scosceso che li avrebbe condotti alla caverna, il negromante non fece altro che raccomandare a Teofilo di non aver paura dello spettacolo che avrebbe visto e, soprattutto, di non farsi mai per nessuna ragione il segno della croce. Giunti nell'antro buio, il negromante cominciò a incantare i demoni. Ed ecco che, dopo poco, giunse in processione una schiera di cavalieri neri coperti da spettrali mantelle lunghe fino ai piedi. Sembrava un corteo reale di nobili. Al centro stava il Principe delle Tenebre che, al termine della lugubre sfilata, si pose a sedere su un trono scavato nella roccia. Allora, il negromante prese per mano Teofilo e lo trascinò davanti a quel Tribunale
del Male. «Messere» disse con grande deferenza, «vi ho condotto quest'uomo il quale dice di aver ricevuto dal vescovo una grande ingiuria. Io ve lo raccomando e vi scongiuro di aiutarlo facendo ciò che vi chiederà». «E quale aiuto dovrei dare a questo sciagurato che serve Dio?» chiese alquanto contrariato Lucifero. «Questi cristiani sono dei veri sfrontati!» protestò sbuffando. «Adorano Dio, la Vergine e i Santi con tanti salamelecchi, ma poi quando hanno bisogno di qualcosa vengono da me! E quando hanno ottenuto dal sottoscritto quello che vogliono, si fanno beffe di me, e ritornano a Gesù Cristo, il quale sempre compiacente e misericordioso li perdona! E così io rimango scornato!».
Messer Lucifero continuò la sua prolusione spiegando che ora le cose erano cambiate. Era stanco di essere buggerato dai cristiani che gli chiedevano malefici! Ora pretendeva non solo che rinnegassero Dio, Gesù, la Vergine e i Santi inginocchiandosi per adorarlo, ma che firmassero di loro pugno un contratto scritto in cui confermavano di rinnegare la loro fede e si impegnavano solennemente a farsi servi di Belzebù. Il povero Teofilo, in preda a paura e confusione, si inginocchiò e baciò i piedi di Satana, poi con voce tremante rinnegò Dio, il Figlio e sua Madre la Vergine Maria, ed infine con mano incerta firmò un pezzo di carta in cui prometteva la propria anima al Diavolo. Infine, Lucifero disse: «Ora vattene! Domani provvederò a fare ciò che mi hai chiesto». Quel nero consesso di cortigiani del Maligno sparì dalla loro vista.
Il giorno seguente, per fattura del Diavolo, il vescovo ricevette Teofilo con grande pompa e gli restituì il vicariato con una solenne cerimonia in presenza del clero e di fronte a tutto il popolo. Ora accadde che, dopo qualche tempo, Teofilo ritornò in sé e si ritrovò in preda al rimorso. Sgomento e angoscia gli toglievano il sonno. Piangeva in solitudine, mormorando in cuor suo: “O misero me, che cosa ho fatto? O me sventurato, dove andrò, dove fuggirò? Come ho potuto rinnegare il buon Dio e sua Madre, la gloriosa Vergine Maria? Come ho ardito farmi schiavo del Diavolo e lasciargli anche una carta scritta di mio pugno? Guai a me! Cosa farò ora? Da chi andrò a chiedere aiuto e consiglio? E cosa risponderò al giudice nel Giorno del Giudizio?”. Alla fine Teofilo, con grande amarezza, nuovamente ispirato da Dio, disse a se stesso: “È vero, io mi sono macchiato di questo orrendo crimine contro Dio e contro la Vergine, ma nondimeno so che la beata Madre di Dio è anche madre misericordiosissima; Ella ama i suoi figli, anche se peccatori; mi recherò dunque nella sua chiesa, e starò là in ginocchio, e piangerò e pregherò fino a che non avrà compassione di me”.
Entrò in quella chiesa e lì vi stette per quaranta giorni e quaranta notti digiunando, piangendo e supplicando misericordia.
Dopo quaranta giorni, gli apparve la beata Vergine Maria, che gli rivolse queste parole: «Come osi chiedere misericordia, dopo aver rinnegato me e il mio Figliolo? L'ingiuria fatta a me posso anche sopportarla, ma il mio cuore di madre non può sopportare l'oltraggio fatto al mio amatissimo Figlio, che già patì per causa degli uomini insulti e infamie senza avere colpa. Ebbene, io perdono il peccato che hai commesso contro di me, poiché io amo come miei figli tutti i cristiani e in special modo coloro che ripongono speranza in me e nutrono per me una speciale devozione. Ma è troppo grave ciò che hai commesso contro mio Figlio. È necessario che tu, con profondissima contrizione di cuore, chieda a Lui il perdono che desideri».
Teofilo si inginocchiò e commosso disse: «O dolcissima Vergine Maria, io riconosco di avere molto peccato, so bene di non essere degno di misericordia, ma la fiducia e la speranza che mi danno l'ardire di implorare il perdono mi è data da santi che peccarono gravemente, ma che pentendosi trovarono misericordia, come san Pietro apostolo, il quale dopo aver rinnegato tre volte Nostro Signore, pianse amaramente e fu fondatore della Chiesa, e san Paolo che perseguitò i cristiani, ma che dopo il pentimento trovò grande favore presso Dio».
Allora, Maria chiese a Teofilo di pronunciare una solenne professione di fede: «Confessa dunque che Gesù è Figlio di Dio, vivo e vero, il quale verrà a giudicare i vivi e i morti, e io pregherò per te».
Teofilo si gettò con la faccia a terra, e con gemiti e sospiri proclamò: «Io credo, adoro e magnifico il tuo unico Figlio, e mio Signore, Cristo Gesù. Credo che è l'Unigenito Figlio di Dio in unità con il Padre e lo Spirito nella Santissima Trinità. Così credo e così confesso, e in questa confessione ti supplico, Madre dolcissima, di intercedere per me presso il tuo Figliolo, affinché perdoni il mio peccato». Maria, vedendo il profondo dolore e il pentimento di Teofilo, gli promise di pregare per lui; poi scomparve.
Teofilo, rincuorato da questa promessa, attese tre giorni e tre notti, nella gelida chiesa, senza mangiare e senza bere.
Dopo tre giorni, la Vergine apparve con un viso allegro e occhi lieti, e con voce benigna e mansueta gli annunciò: «O uomo, la tua penitenza basta; rallegrati perché Gesù, in virtù delle mie insistenti preghiere, ti ha perdonato, e ti ha accolto ancora nella sua Grazia, purché tu perseveri nel bene fino alla fine della vita».
Teofilo felice ringraziò la Madonna innalzando lodi al Signore, ma poi fu assalito da un nuovo timore e disse: «Santa Vergine, c'è un'altra cosa di cui ho paura. Quando nella mia scelleratezza rinnegai la fede, firmai una carta che potrebbe essere usata contro di me nel Giorno del Giudizio. Ti scongiuro, Madre clementissima, ordina a Lucifero di restituirmi quella carta, affinché io possa distruggerla». La Vergine sospirò, ma gli diede buona speranza, e ancora una volta sparì.
Teofilo riprese il digiuno e le preghiere con più fervore di prima. Maria chiamò i suoi angeli e ordinò: «Andate da Lucifero e portatelo da me, e ditegli di portare con sé il contratto firmato da Teofilo».
Gli angeli scesero all'Inferno e prelevarono il Diavolo, chiedendogli la carta di Teofilo. Quando si trovò di fronte alla Vergine, il Diavolo cominciò a scrollare la testa: «Fu Teofilo a venire da me!» protestò. «Non fui io a cercarlo. Non potete togliermi questa carta, poiché Teofilo la firmò di propria volontà e non fu costretto con la forza. Mi chiese un maleficio e io glielo concessi in cambio di questo patto!».
La Vergine, con tono solenne e sdegnato, disse a Lucifero: «Non sai forse tu che in qualunque ora il peccatore si penta, Iddio lo perdona e dimentica ogni ingiuria e ogni errore? Teofilo ha pianto amaramente il suo peccato, ed è quindi degno di ricevere la Grazia di Dio». Allora Lucifero, non potendo fare altro, restituì la carta alla Vergine Maria con urla e strepiti, furioso per essere stato imbrogliato ancora una volta.
Dopo tre giorni Maria apparve di nuovo in chiesa di fronte a Teofilo, che giaceva addormentato su una panca. Gli lasciò quel pezzo di carta sul petto e sparì. Quando Teofilo si destò, sentì nel cuore una letizia e una gratitudine mai provate prima.
Ringraziò la Vergine restando in orazione per tutta la notte. Il giorno seguente, Teofilo si recò in duomo dal vescovo e chiese che venisse radunato il clero e tutto il popolo. Davanti a tutti narrò la sua storia: di come aveva rinnegato il Signore, la Vergine e i Santi e avesse firmato un patto con il Diavolo e di come la Vergine avesse avuto pena di lui e lo avesse salvato.
La folla pianse e si commosse, cantando lodi e inni alla Vergine Maria. Teofilo partecipò alla Messa e si comunicò con reverenza. Poi regalò tutti i suoi averi ai poveri e si diede a una vita austera, vivendo di elemosina e di penitenza fino alla fine della vita.

Dal Libro del Cavaliere (XV secolo)

da: Leggende Cristiane, storie straordinarie di santi, martiri, eremiti e pellegrini a cura di Roberta Bellinzaghi, Edizioni Piemme, 2004, pagg, 98-100


Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 2 aprile 2018

san Giovanni Paolo II, papa e la preghiera per i giovani e per Maria

Preghiamo,

OVergine Maria,
a te raccomandiamo la nostra gioventù,
in particolare i giovani  chiamati a seguire più da vicino il  Figlio tuo.

Tu conosci quante difficoltà essi devono affrontare, quante lotte, quanti ostacoli.

Aiutali a pronunciare anch'essi il loro "si"  alla chiamata divina,  come tu facesti all'invito dell'Angelo.

Attirali accanto al tuo cuore, perché possano comprendere con te la bellezza e la gioia che li attende, quando l'Onnipotente li chiama alla sua intimità, per costituirli testimoni del suo Amore e renderli capaci di allietare la Chiesa con la loro consacrazione.

O Vergine Maria, ottieni a tutti noi di poter gioire con te, nel vedere che l'amore portato dal Figlio tuo è accolto, custodito e riamato.

Ottieni che possiamo vedere anche ai nostri giorni le meraviglie della misteriosa azione dello Spirito Santo.

- san Giovanni Paolo II, papa -

Imploriamo san Giovanni Paolo II nell'anniverario della sua nascita in Cielo.


Benedetta sei tu, o Maria,
modello della nostra fede
ed immagine viva del nostro itinerario verso Cristo.
Benedetta sei tu, Vergine Maria,
modello di carità e di amore materno,
per tutti coloro che cercano consolazione.
Benedetta sei tu,
che hai generato per noi la sorgente della vita.
Benedetta perché hai associato ciascuno di noi 
alla sofferenza redentrice di Cristo Crocifisso,
e ci hai chiamati a servire chi soffre.
Benedetta sei tu,
perché ci precedi sulla via del Vangelo
e ci inviti a fare ciò che Egli ci dirà di compiere lungo le vie del mondo.
Benedetta sei tu,
perché ci insegni ad amare i poveri,
gli umili, i peccatori, come Dio li ama.
Benedetta sei tu, Madre del Signore,
e benedetto il frutto del tuo grembo, Gesù Cristo nostro Signore.
Beata Colei che ha creduto!
Beato chi vive la Parola del Signore!
Si apra il nostro cuore al mistero dell'amore di Dio,
si converta la nostra vita alla ricchezza del suo perdono.
Avremo così la gioia, la luce, la vita,
poiché la misericordia divina si stende su quelli che lo temono.
Maria, Immacolata Madre di Dio e degli uomini,
ascolta la preghiera dei malati,
esaudisci le nostre invocazioni,
dona al mondo la pace;
donaci Gesù, nostra vera pace.
Amen.

- san Giovanni Paolo II, papa -


Buona giornata a tutti. :-)








sabato 31 marzo 2018

Maria, donna del Sabato santo – don Tonino Bello


Santa Maria, donna del Sabato santo, estuario dolcissimo nel quale almeno per un giorno si è raccolta la fede di tutta la Chiesa, tu sei l'ultimo punto di contatto col cielo che ha preservato la terra dal tragico blackout della grazia. Guidaci per mano alle soglie della luce, di cui la Pasqua è la sorgente suprema.
Stabilizza nel nostro spirito la dolcezza fugace delle memorie, perché nei frammenti del passato possiamo ritrovare la parte migliore di noi stessi. 
E ridestaci nel cuore, attraverso i segnali del futuro, una intensa nostalgia di rinnovamento, che si traduca in fiducioso impegno a camminare nella storia.
Santa Maria, donna del Sabato santo, aiutaci a capire che, in fondo, tutta la vita, sospesa com' è tra le brume del venerdì e le attese della domenica di Risurrezione, si rassomiglia tanto a quel giorno. 
È il giorno della speranza, in cui si fa il bucato dei lini intrisi di lacrime e di sangue, e li si asciuga al sole di primavera perché diventino tovaglie di altare.
Ripetici, insomma, che non c'è croce che non abbia le sue deposizioni. 
Non c'è amarezza umana che non si stemperi in sorriso. 
Non c'è peccato che non trovi redenzione. 
Non c'è sepolcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura. Anche le gramaglie più nere trascolorano negli abiti della gioia. 
Le rapsodie più tragiche accennano ai primi passi di danza. E gli ultimi accordi delle cantilene funebri contengono già i motivi festosi dell'alleluia pasquale.
Santa Maria, donna del Sabato santo, raccontaci come, sul crepuscolo di quel giorno, ti sei preparata all'incontro col tuo figlio Risorto. 
Quale tunica hai indossato sulle spalle? 
Quali sandali hai messo ai piedi per correre più veloce sull'erba? 
Come ti sei annodata sul capo i lunghi capelli di nazarena? 
Quali parole d'amore ti andavi ripassando segretamente, per dirgliele tutto d'un fiato non appena ti fosse apparso dinanzi?
Madre dolcissima, prepara anche noi all'appuntamento con lui.
Destaci l'impazienza del suo domenicale ritorno. 
Adornaci di vesti nuziali. Per ingannare il tempo, mettiti accanto a noi e facciamo le prove dei canti.
Perché qui le ore non passano mai.

- Don  Tonino Bello - 
da: Maria donna dei nostri giorni, ed. San Paolo


Oggi il sole di giustizia si è manifestato non dal cielo, ma dagli inferi.
Infatti un qualcosa di inatteso è accaduto: gli inferi sono diventati immagine dell'oriente e il sole di giustizia si è levato di là.
Egli, infatti, discese a illuminare quelli che erano in basso, per mezzo della sua morte; e salì a illuminare quelli che erano in alto, per mezzo della sua risurrezione.

Omelia siriaca anonima, V-VI sec.


Oggi un grande silenzio avvolge la terra. Un grande silenzio e una grande calma. Un grande silenzio, perché il Re dorme. La terra ha rabbrividito e si è ammutolita, perché Dio si è addormentato nella carne, e l'inferno ha tremato. Dio si è addormentato per un istante, e ha svegliato coloro che erano negl'inferi... Va alla ricerca dell'uomo come della pecorella smarrita... Prende per mano l'uomo e gli dice: «Svegliati, o tu che dormi, sorgi fra i morti e Cristo t'illuminerà» (Ef. 5, 14).

- Epifanio di Salamina - 
Omelie per il Sabato Santo, PG 43, 349, 451, 462-463



Silenzio.. Oggi è giornata di attesa e di preghiera.

lunedì 15 gennaio 2018

Supplica alla Vergine dei poveri - 15 gennaio

Vergine dei Poveri,
che avanzi nella notte del mondo 
per chiamare tutte le genti e condurle a Gesù, 
sorgente di grazia e salvezza,
guarda all'umanità intera che brancola nel buio
dell'indifferenza religiosa,
della superstizione,
delle falsità ideologiche e morali,
e invita tutti a perseverare
sulla strada della verità,
della giustizia e della carità.

Vergine dei Poveri,
che mostri la tua sollecitudine materna
a una giovane fanciulla
e attendi luminosa nel giardino della sua casa,
invitandola a uscire:
entra nelle nostre case,
vieni a dimorare
in tutte le nostre famiglie
perché possiamo rispondere
generosamente al tuo invito e tutti noi,
lasciando le nostre comode
abitudini e ogni forma di egoismo,
sappiamo prodigarci nell'annuncio della fede
e per le necessità dei fratelli.

Vergine dei Poveri, che additi la sorgente
riservandola per gli ammalati
mostrandoti sollecita verso coloro che soffrono,
vieni ad alleviare le nostre sofferenze,
addolcisci le pene di quanti sono nella prova del dolore,
ottieni tutte le grazie necessarie
per portare soavemente la croce quotidiana
e prega, o Consolatrice degli afflitti,
per tutti i bisognosi.

Vergine dei Poveri,
che hai desiderato l'erezione di una piccola cappella
sul luogo delle apparizioni,
insegnaci a essere pietre vive della Chiesa,
benedici il papa, i vescovi, i sacerdoti,
i diaconi e tutto il popolo cristiano.
Tu, che sei la Madre della Chiesa,
fa che le nostre comunità cristiane
siano docili all'azione dello Spirito Santo,
sottomesse alla Parola di Dio,
fedeli al magistero, dedite al servizio,
libere da ogni interesse di parte,
perseveranti nella preghiera e nella comunione fraterna.

Vergine dei Poveri, o Benedetta fra tutte le donne,
vogliamo essere da te benedetti oggi,
in particolare, e per tutti i giorni della nostra vita;
stendi le tue mani su di noi,
su tutti i tuoi devoti e sul mondo intero.
Ti imploriamo: non farci mai mancare
La tua sollecitudine Materna,
o madre del salvatore
Madre di Dio. Grazie!



Storia delle apparizioni

Banneux Notre-Dame è un piccolo borgo belga situato sulle Ardenne, a poco più di venti chilometri da Liegi. All’epoca delle apparizioni Banneux aveva solo 325 abitanti, tra i quali, nella frazione chiamata La Fange (Il Fango), abitava la famiglia Beco, composta da Julien Beco, dalla moglie Louise Wégimont e dai loro undici figli. Mariette Beco era la primogenita, nata il 25 marzo 1921; in famiglia c’era indifferenza nei confronti della religione, atteggiamento diffuso nella Banneux dell’epoca. Mariette non andava bene né a scuola né al catechismo, anche perché in casa era necessario il suo aiuto.
Il 15 gennaio 1933, domenica, mentre era in casa ad attendere il fratellino Julien, verso le 19 vide dalla finestra, nel giardino, una figura femminile luminosa, vestita di bianco, con le mani giunte; Mariette prese il rosario e cominciò a recitarlo, quando la Bella Signora la invitò ad andare da lei. 
Ma la madre, spaventata, glielo impedì: quando la piccola tornò alla finestra, la Signora era scomparsa.
Tre giorni dopo, il 18 gennaio, alla stessa ora, si verificò una nuova apparizione: Mariette seguì fino ad una sorgente la Signora, che le disse: “Questa sorgente è riservata per me”, prima di scomparire.
Il 19 gennaio la Signora si presentò come la Vergine dei Poveri, indicando che la sorgente era “per tutte le nazioni…per i malati”.
Il 20 gennaio la Madonna chiese la costruzione di una piccola cappella. Mariette, nonostante il freddo, continuava ogni giorno ad aspettare in preghiera, nel solito posto e alla solita ora, la Bella Signora, che ricomparve l’11 febbraio per dirle: Io vengo ad addolcire la sofferenza.
Il 15 febbraio la bambina, dietro suggerimento del cappellano, chiese alla Madonna un segno, e questa rispose: “Credete in me, io crederò in voi”, rivelandole un segreto prima di scomparire.
Lunedì 20 febbraio la Vergine chiese: “Mia cara bambina, pregate molto”, prima di allontanarsi.
Giovedì 2 marzo pioveva a dirotto, all’improvviso il cielo si rasserenò e la Madonna apparve per l’ultima volta; il suo volto era serio, velato di tristezza, e disse a Mariette: “Io sono la Madre del Salvatore, la Madre di Dio”, prima di scomparire dopo aver benedetto la piccola con un segno di croce.



Il giudizio della Chiesa

Nel 1935 la Chiesa cattolica incaricò una commissione per accertare la veridicità dell’apparizione e nel 1942 il vescovo di Liegi ne approvò il culto.
Nel 1949, infine, l’apparizione fu approvata definitivamente dalla Chiesa cattolica ed annoverata tra le apparizioni mariane ufficiali, alla pari di quelle avvenute a Lourdes, Guadalupe e Fatima.


La piccola Mariette Béco nel frattempo condusse una vita riservata, creandosi una propria famiglia. 
Oggi il santuario della Vergine dei poveri a Banneux è meta di numerosi pellegrinaggi mariani.


Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 15 settembre 2017

da: "I racconti del maktub" Paulo Coelho

La Madonna, con il Bambino Gesù fra le braccia, aveva deciso di scendere in Terra per visitare un monastero.
Orgogliosi, tutti i monaci si misero in una lunga fila, presentandosi ciascuno davanti alla Vergine per renderle omaggio.
Uno declamò alcune poesie, un altro le mostrò le miniature che aveva preparato per la Bibbia e un terzo recitò i nomi di tutti i santi. E così via, un monaco dopo l'altro, tutti resero omaggio alla Madonna e al Bambino.
All'ultimo posto della fila ne rimase uno, il monaco più umile del convento, che non aveva mai studiato i sacri testi dell'epoca. I suoi genitori erano persone semplici, che lavoravano in un vecchio circo dei dintorni, e gli avevano insegnato soltanto a far volteggiare le palline in aria.
Quando giunse il suo turno, gli altri monaci volevano concludere l'omaggio perché il povero acrobata non aveva nulla di importante da dire e avrebbe potuto sminuire l'immagine del convento. Ma anche lui, nel profondo del proprio cuore, sentiva un bisogno immenso di offrire qualcosa a Gesù e alla Vergine.
Pieno di vergogna, sentendosi oggetto degli sguardi di riprovazione dei confratelli, tirò fuori dalla tasca alcune arance e cominciò a farle volteggiare: perché era l'unica cosa che egli sapesse fare.
Fu solo in quell'istante che Gesù Bambino sorride e cominciò a battere le mani in braccio alla Madonna.
E fu verso quel monaco che la Vergine tese le braccia, lasciandogli tenere per un po' il bambinello.

- Paulo Coelho -
Fonte:  I racconti del maktub




Monaci Zen, quando desiderano meditare, siedono davanti ad una roccia e dicono: "Ora aspetterò che questa roccia cresca un po'". 
Dice il maestro: "Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo."
Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri.
Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria - non importa.
Niente è noioso, perché tutto cambia costantemente. Il tedio non fa parte del mondo.
Il poeta T. S. Eliot, scrisse: 'Cammina tante strade, ritorna alla tua casa, e vedi ogni cosa come se fosse la prima volta".

- Paulo Coelho -
Fonte:  I racconti del maktub



C'era un re spagnolo che era molto orgoglioso della sua stirpe.
Era anche conosciuto per essere crudele con quelli più deboli.
Un giorno stava camminando con i suoi anziani consiglieri in un campo in Aragona, dove, anni prima, suo padre era caduto in battaglia.
Lì incontrarono un sant'uomo, che stava raccogliendo una enorme mucchio di ossa. "Cosa stai facendo?" chiese il re. "Onore a Sua Maestà" disse il sant'uomo. "Quando ho saputo che il re di Spagna sarebbe venuto qui, ho deciso di ritrovare le ossa di suo padre per dargliele. Ma per quanto cerchi, non riesco a trovarle. Sono uguali a quelle dei contadini, dei poveri, dei mendicanti e degli schiavi".

- Paulo Coelho -
Fonte:  I racconti del maktub


Buona giornata a tutti. :-)