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martedì 1 ottobre 2013

Lo Sposo dell'anima, scritti e preghiera d'intercessione - Santa Teresa di Gesù d'Avila -


«Si, o bontà infinita del mio Dio, (...) come sopportate chi vi permette di stargli vicino! Che buon amico dimostrate di essergli, Signore! 
Come lo favorite, e con quanta pazienza sopportate la sua condizione aspettando che si conformi alla vostra! Tenete in conto ogni istante che egli trascorre in amarvi e per un attimo di pentimento dimenticate le offese che vi ha fatte. Questo io so per esperienza, e non capisco, o mio Creatore, perché il mondo non corra tutto ai vostri piedi per intrecciare con Voi questa particolare amicizia. Se vi avvicinassero, diverrebbero buoni anche i cattivi, quelli cioè che non sono della vostra condizione, purché vi permettessero di star con loro un due ore al giorno, nonostante che il loro spirito andasse agitato da mille sollecitudini e pensieri di mondo come il mio» (Vit. 8,6; cfr. 22,14).

«Sappiate, figliole mie, che questo vostro Sposo non vi perde mai di vista, né sono bastate, perché lasciasse di guardarvi, le mille brutture e abominazioni che gli avete fatto soffrire. Ora, è forse gran cosa che togliendo gli occhi dagli oggetti esteriori, li fissiate alquanto su di Lui? Ricordate ciò che dice alla Sposa: non aspetta che un vostro sguardo per subito mostrarvisi quale voi la bramate. Stima tanto questo sguardo, che per averlo non lascia nulla di intentato» (Cam. 26, 3; cfr. Rel. 33, 3).




Son nata per Te, per Te è il mio cuore
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Sapienza eterna, Altezza inaccessibile,
Signor dell'alma mia,
non ti sdegnar se, del suo nulla immemore,
oggi il mio cuor vorria
a Te dolce innalzare inno d'amore,
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Son tutta tua; la tua bontà ineffabile
m'ha dal nulla creata,
m'ha redenta e chiamata in questo ospizio,
ed io fui sempre ingrata!...
Ma di dannarmi mai ti resse il cuore...
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Che cosa vuoi, o mio Signor, che faccia
per Te quest'alma mia,
sì incapace ad oprar, sì miserabile,
sì peccatrice e ria?
Eccomi quivi ai piedi tuoi, mio Amore:
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
La mia vita, il mio cuor, il corpo e l'anima,
quanta, Signor, io sono, 
tutto ai Tuoi piedi, o Sposo mio dolcissimo, 
tutto depongo e dono, 
ed ostia mi sacro a Te d'amore.
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Vita o morte, trionfo oppur infamia,
infermità o salute,
Sia che in pace Tu mi voglia o in orride
pene continue e acute,
tutto accetta e gradisce questo cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Dammi ricchezza o povertà riservami,
inferno dammi o cielo,
vita sepolta fra più dense tenebre
o sole senza velo:
a tutto mi sottometto, o dolce Amore:
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
L'alma, se vuoi, di gioia inalterabile
oppur d'assenzio inonda;
divozione, orazione, ratti ed estasi
o siccità profonda;
nel tuo volere trova pace il cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Sia che il mondo per sapienza illumini
o per stoltezza attristi,
sia che giorni d'abbondanza attendanmi
o d'ogni ben sprovvisti,
inalterato t'avrò sempre amore.
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Se vuoi che vita spensierata godami,
vò qui per Te gioire;
se vuoi che assidua nel lavor m'astenui,
vò nel lavorar morire;
quanto a Te piace, tutto accetta il cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, o Signore!
Vengan gli strazi del Calvario o vengano
pur del Tabòr gli incanti;
goda, giovanni, sul Tuo petto, o spasimi,
Giobbe, fra pene e pianti;
vite frondosa o sterpo senz'umore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Giuseppe per calunnia chiuso in carcere
o vicerè d'Egitto;
Davidde sovra il trono e nella gloria
o per deserti afflitto;
Giona nel pesce o accolto banditore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Parli oppur taccia, inaridisca o prodiga
frutti in fecondo seme
di terror la tua legge inondi l'anima 
o di gioconda speme.
per Te soltanto pulserà il mio cuore;
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!
Son nata per Te, per Te è il mio cuore
Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!

Teresa di Gesù


Il castello interiore

«Possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di un sol diamante o di un tersissimo cristallo , nel quale vi siano molte mansioni, come molte ve ne sono in cielo. (...) al centro, in mezzo a tutte, vi è la stanza principale, quella dove si svolgono le cose di grande segretezza tra Dio e l'anima ».


«Dobbiamo ora vedere il modo di poter entrare. Sembra che dica uno sproposito, perché se il castello è la stessa anima, non si ha certo bisogno di entrare, perché si è già dentro. (...) Però dovete sapere che vi è grande differenza tra un modo di esservi e un altro, perché molte anime stanno soltanto nei dintorni, (...) senza curarsi di andare innanzi, né sapere cosa si racchiuda in quella splendida dimora, né chi l'abiti, né quali appartamenti contenga. Se avete letto in qualche libro di orazione consigliare l'anima ad entrare in se stessa, è proprio quello che intendo io».

«Per quanto io ne capisca, la porta per entrare in questo castello è l'orazione e la meditazione ».

«Le anime senza l'orazione sono come un corpo storpiato e paralitico che ha mani e piedi, ma non li può muovere. Ve ne sono di così ammalate e talmente avvezze a vivere fra le cose esteriori, da esser refrattarie a qualsiasi cura, quasi impotenti a rientrare in se stesse. Abituate a un continuo contatto con i rettili e gli animali che stanno intorno al castello, si son fatte quasi come essi e non sanno più vincersi, nonostante la nobiltà della loro natura e la possibilità che hanno di trattare nientemeno che con Dio» (Mans. I, 1,3,5, 6,7).



O Serafica Santa Teresa,
per quella fedeltà con cui servisti fino alla morte il tuo mistico sposo Gesù,
vivendo sempre con la continua pratica della meditazione,
della preghiera e della penitenza cristiana,
ottienimi di essere sempre fedele alle promesse fatte a Gesù.
Tu che hai assicurato grazie a tutti,
promettendo una pioggia di rose, ascolta questo tuo devoto
che ti domanda....  (grazia).
Grazie, o buona Santina, della tua intercessione:
fa in modo che, amando come te Gesù in questa terra,
andiamo un giorno con te a contemplarlo in cielo.
Gloria...


S. Teresita vi protegga sempre e vi accompagni da Gesù, insieme a Maria. Amen!

Buona giornata a tutti. :-)





martedì 24 settembre 2013

Come potrei dirgli di no? - Patrizio Righero -


Non so che farmene di un dio solenne,
di un dio spettacolare,
di un dio giustiziere,
di un dio che mette tutti a tacere.
Il mio
è un Dio
che non ce la fa
nemmeno a portare la sua croce
e non si vergogna di
chiedere aiuto.
Questo è il mio Dio.
Un Dio che comprende
le mie umiliazioni,
i miei limiti,
le mie inadeguatezze.
Questo è il mio Dio.
Un Dio
che vuole essere amato da me.
E me lo chiede in ginocchio.
Come potrei dirgli di no?

(Patrizio Righero)

Fonte: A. Margarino, P. Righero, "La via della vita", Elledici
http://www.campedel.it/schede/257099.PHP



Recitare il Pater Noster e l’Ave Maria, o qualche altra preghiera, è orazione vocale; ma se non è accompagnata da quella mentale, giudicate, vi prego quale bel concerto sarebbe, poiché qualche volta le parole neppure si susseguirebbero! Possiamo qualcosa da noi stessi con l’assistenza di Dio in questi due modi di orazione: quella mentale e quella vocale; ma quanto alla contemplazione di cui vi ho appena parlato, noi non possiamo nulla. Nostro Signore opera da solo: è solo opera sua, e siccome quest’ opera è al di sopra della natura, la natura non vi ha parte alcuna.

S. Teresa d’Avila (1515-1582), Cammino di perfezione, 22 e 25



Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa Non cadde perchè era fondata sulla Roccia ( Mt. 7, 25)

Molti marosi e minacciose tempeste ci sovrastano, ma non abbiamo paura di essere sommersi, perché siamo fondati sulla roccia. Infuri pure il mare, non potrà sgretolare la roccia. Ho con me la sua Parola: questa è il mio bastone, la mia sicurezza, il mio porto tranquillo. Anche se tutto il mondo è sconvolto, ho tra le mani la Scrittura, leggo la Parola. Essa è la mia sicurezza e la mia difesa. 

- S. Giovanni Crisostomo - 


Preghiera della sera

Rimani con me, Signore:
poichè tu sai con quanta frequenza
io ti abbandono.
Rimani con me, Signore:
perchè tu sei la mia vita
e senza di te si affievolisce
il mio fervore.
Rimani con me, Signore:
perchè tu sei la mia luce
e senza di te rimango nelle tenebre.
Rimani con me, Signore:
perchè oda la tua voce e la segua.
Rimani con me, Signore:
perchè voglio amarti molto
e vivere sempre insieme a te.
Rimani con me, Signore:
e con tutta la mia famiglia
perchè viviamo uniti nel tuo amore
e un giorno tutti insieme,
cantiamo le tue lodi per l'eternità. Amen.


Buona giornata a tutti. :-)






martedì 16 luglio 2013

Vegliare – John Henry Newman

E' necessario studiare da vicino la parola "vegliare"; bisogna studiarla perché il suo significato non è così evidente come si potrebbe credere a prima vista e perché la Scrittura la adopera con insistenza. Dobbiamo non soltanto credere, ma vegliare; non soltanto amare, ma vegliare; non soltanto obbedire, ma vegliare. 
Vegliare perché?
Per questo grande evento: la venuta di Cristo.
Cos'è dunque vegliare?
Credo lo si possa spiegare così. Voi sapete cosa significa attendere un amico, attendere che arrivi e vederlo tardare? Sapete cosa significa essere in compagnia di gente che trovate sgradevole e desiderare che il tempo passi e scocchi l'ora in cui potrete riprendere la vostra libertà? Sapete cosa significa essere nell'ansia per una cosa che potrebbe accadere e non accade; o di essere nell'attesa di qualche evento importante che vi fa battere il cuore quando ve lo ricordano e al quale pensate fin dal momento in cui aprite gli occhi?

Sapete cosa significa avere un amico lontano, attendere sue notizie e domandarvi giorno dopo giorno cosa stia facendo in quel momento e se stia bene?
Sapete cosa significa vivere per qualcuno che è vicino a voi a tal punto che i vostri occhi seguono i suoi, che leggete nella sua anima, che vedete tutti i mutamenti della sua fisionomia, che prevedete i suoi desideri, che sorridete del suo sorriso e vi rattristate della sua tristezza, che siete abbattuti quando egli è preoccupato e che vi rallegrate per i suoi successi?

Vegliare nell'attesa di Cristo è un sentimento di rassomiglianza a questo, per quel tanto che i sentimenti di questo mondo sono in grado di raffigurare quelli dell'altro mondo.
Veglia con Cristo chi non perde di vista il passato mentre sta guardando all'avvenire, e completando ciò che il suo Salvatore gli ha acquistato, non dimentica ciò che egli ha sofferto per lui.

Veglia con Cristo chi fa memoria e rinnova ancora nella sua persona la croce e l'agonia di Cristo, e riveste con gioia questo mantello di afflizione che il Cristo ha portato quaggiù e ha lasciato dietro a sé quando è salito al cielo.



(John Henry Newman)




Ognuno confronti quanto ha pregato nel momento della prova, a quanto ha ringraziato quando le sue preghiere sono state esaudite.

- John Henry Newman -




"Alla radice dell'incredulità c'è sempre il rifiuto aprioristico dei contenuti della rivelazione divina,e proprio per giustificare questo rifiuto si cercano ragioni per respingere i motivi di credibilità".

- John Henry Newman -


Bisogna tendere alla meta, a costo di morire durante la marcia o di sentirsi mancare il cuore sotto sforzo per i travagli che vi s'incontrano, a costo di vedere il mondo sprofondare.

- Santa Teresa d'Avila - 


"...se la Chiesa visibile - ch'è fatta di 'viatori' secondo S. Agostino - ha le sue ombre e se ogni cristiano si sente davanti a Dio un povero peccatore, la Chiesa dei santi - ch'è invisibile ma altrettanto reale - rimane sempre il rifugio della nostra speranza. 
Più ancora, le eresie come le persecuzioni purificano la Chiesa: le ideologie, le implicazioni terrene la rovinano". 




Preghiera per la sera

Padre mio, ora che le voci tacciono e i clamori sono spenti,
qui, ai piedi del letto, la mia anima si eleva fino a Te per dirti:
credo in Te, spero in Te, Ti amo con tutte le mie forze.
Metto nelle Tue mani le fatiche di questo giorno
salvami, Signore,
come attraverso il fuoco del più esigente degli amori,
proteggimi da questo mondo presente,
affinché io sfugga alle fiamme eterne.
Non rinunciare a correggermi come un figlio prediletto;
fa' che impari a vivere secondo il tuo cuore a immagine di Davide,
al quale perdonasti tutti i suoi peccati.
Concedi che la porta della mia anima si apra alla chiamata
di coloro che hanno bisogno di tempo,
di attenzione o di aiuto materiale.
Signore affido a te la mia anima, il mio riposo, i miei cari.
Nel Tuo nome Signore, riposerò tranquillo. Amen

Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 6 maggio 2013

L'inquietudine dell' anima - Santa Teresa d'Avila


«Mi accadeva alcune volte di essere in grandissime pene spirituali insieme a tormenti e dolori fisici così intensi da non sapere come darmi aiuto. Dimenticavo allora tutte le grazie che il Signore mi aveva fatto; me ne restava solo un ricordo come di cosa sognata, che serviva a darmi pena; l'intelligenza mi si offuscava tanto da farmi sorgere mille dubbie sospetti: mi sembrava di non aver saputo comprendere quanto mi era accaduto, che forse era frutto della mia fantasia.
E pensavo che bastava che mi fossi ingannata io, senza dover ingannare anche i buoni.
Mi pareva d'esser così perversa che ritenevo dovuti ai miei peccati tutti i mali e le eresie da cui era invaso il mondo.
Questa era una falsa umiltà creata dal demonio per turbarmi e provare se gli riusciva di trascinare la mia anima alla disperazione.
Che sia un'umiltà diabolica si vede chiaramente dall'inquietudine e dal turbamento con cui comincia, dal tumulto che produce nell'anima per tutto il tempo che dura, dall'oscurità e dall'afflizione in cui la immerge, dall'aridità e dall'incapacità di attendere alla preghiera e ad ogni opera buona.
Sembra che soffochi l'anima e immobilizzi il corpo perché non possa trarre vantaggio da nulla. Invece la vera umiltà non è accompagnata da inquietudine, né turba l'anima né la getta nelle tenebre né l'inaridisce, anzi la solleva e, al contrario dell'altra, comporta quiete, soavità, luce.
Si rammarica di aver offeso Dio, ma d'altra parte le procura distensione la sua misericordia.
Invece, nell'altra umiltà che viene dal demonio non c'è luce per alcun bene, e sembra che Dio metta tutto a ferro e fuoco; le è presente la sua giustizia, e se anche conserva la fede nella sua misericordia, essa è tale da non offrirle conforto, anzi la considerazione di tanta misericordia è motivo di maggior tormento, perché sembra che imponga maggiori obblighi».

(Santa Teresa d’Avila)
(Libro della Vita 30, 8-9)





Rallégrati, anima mia, per esserci chi ama il tuo Dio come merita;
rallégrati per esserci chi conosce la sua bontà e potenza,
e ringrazialo per aver Egli inviato sulla terra il suo unico Figliuolo
che così bene lo conosce, 
con la protezione del Quale puoi avvicinarti al tuo Dio e pregarlo.

Se Egli trova in te le sue delizie, 
non permettere che le cose della terra t'impediscano di trovare in Lui le tue e di rallegrarti delle sue grandezze.

Giacché tanto merita di essere amato e lodato, pregalo che ti dia di contribuire almeno un poco nel far celebrare il suo nome, 
onde tu possa dire con verità:
La mia anima loda ed esalta il Signore.

- Santa Teresa D’Avila -


Se vuoi essere tutto non cercare di voler essere qualcosa.

- S. Teresa d'Avila -



La cosa più importante è non pensare troppo e amare molto; per questo motivo fate ciò che più vi spinge ad amare.

- Santa Teresa d' Avila -





6 Maggio – Maria Vergine Fonte di Luce e di Vita

Fioretto

Oggi sarai strumento di gioia per gli altri. Eviterai ogni forma di tristezza nel cuore e farai in modo che, nel nome della Vergine della Risurrezione, i cuori afflitti delle tante persone che conosci si trasformino, anche se per un solo giorno, in cuori di gioia e di speranza.







venerdì 18 febbraio 2011

Canto a Gesù crocifisso – Teresa d’Avila -

Se elevo a te, mio Dio, il mio grido d'amore,
non è affatto per il cielo che ci hai promesso;
e non è neppure l'inferno, con i suoi territori,
che mi fa allontanare dal tradirti.

Ma io ti amo, mio Dio, vedendoti così,
inchiodato su questa croce imporporata dal tuo sangue.
Sono le tue piaghe che amo, ed è la tua morte,
quel che amo è il tuo amore.

Al di là dei tuoi doni e delle tue speranze,
quand'anche non vi fossero né cielo, né inferno,
io lo so, mio Dio, che t'amerei ancora.
Amarti è mia felicità tanto quanto mio dovere.

Non mi accordare nulla, dunque, anche se t'imploro:
l'amore che ho per te non ha bisogno di speranza.

(Santa Teresa d'Avila)

Santa Teresa d'Avila , in religione Teresa di Gesù (Avila, 28 marzo 1515 – Alba de Tormes, 15 ottobre 1582) religiosa e mistica spagnola. Fondatrice delle monache e dei frati Carmelitani Scalzo. E’ venerata come santa dalla Chiesa Cattolica, ed è una dei 33 Dottori della Chiesa e, insieme a Caterina di Siena e Teresa di Lisieux, una delle tre donne dichiarate Dottori della Chiesa cattolica.E’ stata beatificata il 24 aprile 1614 da papa Paolo V e santificata il 12 marzo 1622 da papa Gregorio XV. Il cuore della santa è conservato in una teca ad Alba de Tormes, in Spagna, dove è possibile osservare delle ferite. Dopo la sua morte, sottoposta ad autopsia, fonti del tempo sostengono avvenne un evento miracoloso: si dice che, estrattole il cuore, furono osservate proprio le cinque ferite che ella aveva descritto, attribuite secondo la Chiesa alla Transverberazione di cui una di dimensioni superiori ai 5 centimetri.

Buona giornata a tutti :-)