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mercoledì 31 gennaio 2024

Il Santo Rosario e il Serpente Antico - San Giovanni Bosco

Alla vigilia dell’Assunta del 1862, San Giovanni Bosco sognò di trovarsi nella sua borgata natia — oggi Colle Don Bosco — in casa del fratello, con tutti i suoi giovani. Ed ecco che gli si presenta Uno (la solita Guida dei suoi sogni) che lo invita ad andare nel prato attiguo al cortile, e là gli indica un serpentaccio lungo 7-8 metri, di una grossezza straordinaria.
Don Bosco inorridisce e vuole fuggire. Ma la Guida lo invita a non aver paura e a fermarsi. Poi va a prendere una corda, ritorna da Don Bosco e gli dice:
— Prenda questa corda per un capo e la tenga ben stretta; io prenderò l’altro capo e sospenderemo la corda sul serpente.
— E poi?
— E poi gliela sbatteremo sulla schiena.
— Ah! No, per carità! Guai se noi faremo questo. Il serpente si rivolterà inviperito e ci farà a pezzi.
«Ma la Guida insistette — narra Don Bosco — e mi assicurò che il serpente non mi avrebbe fatto alcun male, e tanto disse che io acconsentii a fare come voleva. Egli intanto alzò la corda e con questa diede una sferzata sulla schiena del rettile. Il serpente fa un salto e volge la testa indietro per mordere ciò che l’ha percosso, ma resta allacciato come in un cappio scorsoio.
— Tenga stretto — grida la Guida — e non lasci sfuggire la corda. E corse a legare il capo della corda che aveva in mano a un pero vicino; poi legò il capo della corda che tenevo io all’inferriata di una finestra della casa. Frattanto il serpente si dibatteva furiosamente e dava tali colpi in terra con la testa e con le immani sue spire, che le sue carni si laceravano e ne saltavano i pezzi a grande distanza. Così continuò finché non rimase di lui che lo scheletro spolpato.
Morto il serpente, la Guida slegò la corda dall’albero e dalla finestra, la raccolse e la chiuse in una cassetta. Dopo qualche istante l’aprì. Con stupore mio e dei giovani che erano accorsi, vedemmo che quella corda si era disposta in modo da formare le parole:
- Ave Maria -
La Guida spiegò:
— Il serpente figura il demonio e la corda l’Ave Maria o piuttosto il Rosario, che è una continuazione di Ave Maria, con le quali si possono battere, vincere, distruggere tutti i demoni dell’inferno».
A questo punto agli occhi di Don Bosco si presentò una scena ben dolorosa: vide giovani che raccoglievano pezzi di carne del serpente e ne mangiavano e restavano avvelenati.
«Io non sapevo darmi pace — racconta Don Bosco — perché nonostante i miei avvisi, continuavano a mangiare. Io gridavo all’uno, gridavo all’altro; davo schiaffi a questo, pugni a quello, cercando di impedire che mangiassero, ma inutilmente. Io ero fuori di me stesso, allorché vidi tutt’intorno un gran numero di giovani distesi per terra in uno stato miserando».
Allora Don Bosco si rivolse alla Guida:
— Ma non c’è un rimedio a tanto male?
— Sì che c’è.
— Quale sarebbe?
— Non c’è altro che l’incudine e il martello.
— Come? Debbo forse metterli sull’incudine e batterli col martello?
— Ecco — rispose la Guida — il martello significa la Confessione, l’incudine la Comunione: bisogna far uso di questi due mezzi.

- San Giovanni Bosco -



“Ricordatevi che l'educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l'arte, e non ce ne mette in mano le chiavi. Studiamoci di farci amare, di insinuare il sentimento del dovere del santo timore di Dio, e vedremo con mirabile facilità aprirsi le porte di tanti cuori ed unirsi a noi per cantare le lodi e le benedizioni di colui, che volle farsi nostro modello, nostra via, nostro esempio in tutto, ma particolarmente nell'educazione della gioventù.”

- San Giovanni Bosco -


 Ricorrere al Sacramento (della Confessione) è necessario quando anche un solo peccato mortale sia stato commesso. Comunque, il cristiano che  crede

nell’efficacia del perdono sacramentale ricorre al Sacramento con una certa frequenza, anche quando non si tratta di un caso necessario.
 
(san Giovanni Paolo II, papa)
fonte: Il Perdono, pensieri d'amore e di misericordia, Sonzogno Editore



Santuario Basilica Santa Maria Ausiliatrice – Torino, Valdocco

Nel dipinto vediamo Don Bosco che ascolta le confessioni dei suoi ragazzi. Egli dava molta importanza al sacramento della Riconciliazione. Lo considerava una delle colonne della formazione cristiana da dare ai giovani assieme all'Eucarestia e alla devozione a Maria Ausiliatrice.  Il ragazzo che sta confessando è Paolino Albera, che poi diventerà suo secondo successore alla guida dei Salesiani, dopo Don Michele Rua (Beato).

 

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mercoledì 12 aprile 2023

La vita la devo a voi - San Giovanni Bosco

All’epoca di don Bosco diventar vecchi non era cosa facile. 
La fame, gli stenti, la povertà, le malattie e le epidemie, le guerre e gli incidenti sul lavoro rendevano cosa molto ardua il superare la soglia dei 70 anni. E la famiglia Bosco non faceva certo eccezione a questa dura realtà. 
Francesco Bosco, padre di Giovanni, muore nel 1817, a soli 33 anni. Antonio, primo figlio di Francesco, si spegne nel 1849, a soli 41 anni. L’altro fratello, Giuseppe, muore nel 1862, a 49 anni. 
Don Bosco invece no: nonostante una vita di incredibili stenti e di continue fatiche che lo rende come un abito logoro, apre gli occhi all’eternità alla bella età di quasi 73 anni, il 31 gennaio 1888. Prodigio dei medici? Certamente no, visto che don Bosco mai si risparmiò fatiche e privazioni per i suoi birichini. Forse piuttosto grazia dei giovani, miracolo di Dio. Luglio 1846. Dopo tre anni di continue peregrinazioni, il nascente oratorio, come i cavoli trapiantati costretto a migrare di luogo in luogo, ha finalmente trovato stabile dimora in Valdocco.
La casa non è grande, le difficoltà economiche sono immense, il lavoro è enorme, ma l’oratorio ha finalmente una casa, si può guardare con speranza al futuro. Accade però l’imprevedibile: don Bosco, appena 31enne, nel pieno delle sue forze, sfinito dal lavoro e dai sacrifici, cade gravemente malato: in pochi giorni è giudicato in punto di morte, la medicina alza bandiera bianca, non vi è nulla da fare. Don Bosco stesso è preparato: “mi rincresceva di abbandonare i miei giovanetti, ma ero contento che terminavo i miei giorni dopo aver dato una forma stabile all’oratorio”. 
Ma i giovani non si arrendono!!! 
La notizia della malattia di don Bosco si diffonde come un fulmine tra le officine ed i cantieri di Torino, in cui lavorano i suoi piccoli amici. Da decine e decine di cuori si innalza a Dio una preghiera continua, semplice, accorata: i giovani, rubando al sonno le ore per la preghiera e spesso digiunando a pane ed acqua nonostante i pesanti lavori cui sono sottoposti, implorano Dio di salvare la vita del loro padre. E Dio li ascoltò.
Quella notte di sabato doveva essere l’ultima della vita di don Bosco, la sentenza dei medici era stata perentoria. Don Bosco racconta: “a tarda notte mi sentii tendenza a dormire. Presi sonno, mi svegliai fuori di pericolo”. Da questo miracolo nasce la promessa: “Io sono persuaso che Dio concesse la mia vita alle vostre preghiere, e perciò la gratitudine vuole che io la spenda tutta a vostro vantaggio, spirituale e temporale. Così prometto di fare, finchè il Signore mi lascerà su questa terra”. 
Ma chi sono questi giganti della preghiera? Sono muratori e scalpellini, lustrascarpe e selciatori, spazzacamini e stuccatori, alcuni torinesi, molti provenienti dalle valli del Piemonte e della Lombardia, in poche parole ragazzi che non avevano più nulla e non erano più di nessuno. Sono questi ragazzi abbandonati, poveri e spesso orfani, invisibili per la società, pericolosi per le autorità, vite trasparenti e insignificanti, a strappare a Dio la Grazia della guarigione di don Bosco.

Concedendo alle loro lacrime la vita del povero don Bosco, Dio scrive in modo indelebile la grandezza di questi cuori, invisibili al mondo, ma infinitamente preziosi e straordinariamente potenti ai Suoi occhi. 
Questa fu la prima preghiera vocazionale. 
Come allora i giovani salvarono don Bosco, così oggi sono i giovani a poter bussare al cuore di Dio per ottenere il dono di nuovi padri che li accompagnino. Qui vive il segreto di ogni vocazione: non vita donata, ma prima di tutto vita ricevuta da Dio, per essere restituita, ridonata a Dio, per la salvezza dei fratelli.



Tenete a memoria, che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male è: Oh! è niente! 

- San Giovanni Bosco - 



Nel 1853 due protestanti tentarono dissuadere Don Bosco dalla pubblicazione delle Letture Cattoliche e minacciarono persino di ucciderlo. 
E Don Bosco: «Ben vedo che le signorie loro non conoscono i preti cattolici, perchè altrimenti non si abbasserebbero a queste minacce. Sappiano dunque che il Sacerdote della Chiesa Cattolica, finchè è in vita lavora volentieri per Dio, e, se mai nel compiere il suo dovere dovesse soccombere, riguarderebbe la morte come la più grande delle fortune, la massima gloria. 
Cessino dunque dalle loro minacce, ché io me ne rido!». 
E li licenziò.
 


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domenica 1 maggio 2022

Maggio mese di Maria

Maggio è chiamato anche il mese delle grazie e delle glorie di Maria, perché in questo mese si rice­vono copiose grazie, celebrando le glorie della Ma­dre e Regina universale. Anzi, soprattutto per i frutti spirituali che produce, il mese di maggio canta le più alte glorie di Maria Mediatrice di ogni grazia.
Sono grazie di ogni sorta che ella dona amoro­samente a chi celebra questo mese. Grazie di pro­gresso spirituale, di rinnovamento di vita, di con­versione; grazie temporali per la salute, per il lavo­ro, per gli studi, per la sistemazione, per la famiglia. Quante grazie in questo mese benedetto! Tanto più che esso si chiude con la festa dolcissima della Madonna delle grazie. 
Chi di noi non ha bisogno di grazie?


Al tempo di s. Gregorio Magno infieriva in molte parti d'Europa e specialmente in Roma una grande pestilenza. S. Gregorio per far cessare questo flagello invocò la protezione della gran madre di Dio. Tra le opere pubbliche di penitenza ordinò una solenne processione all'immagine miracolosa di Maria che si venerava nella Basilica di Liberio, oggi S. Maria maggiore. A mano a mano che la processione si avanzava il morbo contagioso si allontanava da quelle contrade, finchè giunta al luogo ove era il monumento dell'imperatore Adriano (che per questo fu chiamato Castel Sant'Angelo), comparve sopra di esso un angelo in forma umana. Egli riponeva nel fodero la spada insanguinata in segno che l'ira divina era placata, e che per l'intercessione di Maria era per cessare il terribile flagello. Nel medesimo tempo si udì un coro di angeli a cantare l'inno: Regina coeli laetare alleluia. Il s. pontefice aggiunse a quest'inno altri due versetti coll'orazione, e da quel tempo si cominciò ad usare dai fedeli per onorare la Vergine nel tempo Pasquale, tempo di tutta allegrezza per la risurrezione del Salvatore. Benedetto XIV concedette le medesime indulgenze dell'Angelus Domini ai fedeli che lo recitano in tempo Pasquale.

- san Giovanni Bosco - 



Noi che onoriamo la SS.Vergine Maria, specialmente nel mese di Maggio, apparteniamo alla schiera dei figli devoti. Rallegriamoci e lavoriamo per divenire sempre più cari alla Mamma Celeste.
Moltiplichiamo i nostri atti di ossequio, diffondiamo la sua devozione narrando le sue glorie alle anime che ci circondano, esortiamo i tiepidi alla recita quotidiana del Rosario, invogliamo i bisognosi a ricorrere a Lei in ogni necessità! Consoliamo il Cuore Addolorato di Maria, tanto oltraggiato dai bestemmiatori, dalla condotta dei cattivi Cristiani e dalla malvagità dei nemici della Chiesa!


O San Giuseppe, padre putativo di Gesù e sposo purissimo di Maria, che a Nazareth hai conosciuto la dignità e il peso del lavoro, accettandolo in ossequio alla volontà del Padre e per contribuire alla nostra salvezza, aiutaci a fare del lavoro quotidiano un mezzo di elevazione; dona a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, la salute, la serenità e la fede; fà che i disoccupati trovino presto una dignitosa occupazione e che coloro che hanno onorato il lavoro per una vita intera, possano godere di un lungo e meritato riposo.
Te lo chiediamo per Gesù, nostro Redentore, e per Maria, Tua castissima Sposa e nostra carissima Madre. Amen.

O Dio, che nella tua provvidenza hai chiamato l'uomo a cooperare con il lavoro al disegno della creazione, fa' che per l'intercessione e l'esempio di san Giuseppe siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi, e riceviamo la ricompensa che ci prometti. Amen.



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domenica 31 gennaio 2021

Sogno di San Giovanni Bosco, 30 maggio 1862

«Figuratevi — disse — di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio sopra uno scoglio isolato, e di non vedere attorno a voi altro che mare. In tutta quella vasta superficie di acque si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, con le prore terminate a rostro di ferro acuto a mo’ di strale. Queste navi sono armate di cannoni e cariche di fucili, di armi di ogni genere, di materie incendiarie e anche di libri. Esse si avanzano contro una nave molto più grande e alta di tutte, tentando di urtarla con il rostro, di incendiarla e di farle ogni guasto possibile. 

A quella maestosa nave, arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle che da lei ricevono ordini ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalla flotta avversaria. Ma il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici. 

In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una vi è la statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: “Auxilium Christianorum”; sull’altra, che è molto più alta e grossa, sta un’OSTIA di grandezza proporzionata alla colonna, e sotto un altro cartello con le parole: “Salus Credentium”. 

Il comandante supremo della grande nave, che è il Romano Pontefice, vedendo il furore dei nemici e il mal partito nel quale si trovano i suoi fedeli, convoca intorno a sé i piloti delle navi secondarie per tenere consiglio e decidere sul da farsi. Tutti i piloti salgono e si adunano intorno al Papa. Tengono consesso, ma infuriando sempre più la tempesta, sono rimandati a governare le proprie navi. 

Fattasi un po’ di bonaccia, il Papa raduna intorno a sé i piloti per la seconda volta, mentre la nave capitana segue il suo corso. Ma la burrasca ritorna spaventosa. 

Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portare la nave in mezzo a quelle due colonne, dalla sommità delle quali tutto intorno pendono molte ancore e grossi ganci attaccati a catene. 

Le navi nemiche tentano di assalirla e farla sommergere: le une con gli scritti, con i libri, con materie incendiarie, che cercano di gettare a bordo; le altre con i cannoni, con i fucili, con i rostri. Il combattimento si fa sempre più accanito; ma inutili riescono i loro sforzi: la grande nave procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta nei suoi fianchi larga e profonda fessura, ma subito spira un soffio dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano. 

Frattanto i cannoni degli assalitori scoppiano, i fucili e ogni altra arma si spezzano, molte navi si sconquassano e si sprofondano nel mare. Allora i nemici, furibondi, prendono a combattere ad armi corte: con le mani, con i pugni e con le bestemmie. 

A un tratto il Papa, colpito gravemente, cade. Subito è soccorso, ma cade una seconda volta e muore. Un grido di vittoria e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio. 

Sennonché, appena morto il Papa, un altro Papa sottentra al suo posto. I piloti radunati lo hanno eletto così rapidamente che la notizia della morte del Papa giunge con la notizia della elezione del suo successore. Gli avversari cominciano a perdersi di coraggio. 

Il nuovo Papa, superando ogni ostacolo, guida la nave in mezzo alle due colonne, quindi con una catenella che pende dalla prora la lega a un’ancora della colonna su cui sta l’Ostia, e con un’altra catenella che pende a poppa la lega dalla parte opposta a un’altra ancora che pende dalla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata. 

Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche fuggono, si disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di affondare le altre, mentre le navi che hanno combattuto valorosamente con il Papa, vengono anch’esse a legarsi alle due colonne. Nel mare ora regna una grande calma». 


- San Giovanni Bosco -


"Tutti quelli che perseguitarono la Chiesa nei tempi passati non esistono più, e la Chiesa di Gesù Cristo tuttora esiste. 
Tutti quelli che perseguitano la Chiesa presentemente, di qui a qualche tempo non ci saranno più; ma la Chiesa di Gesù Cristo sarà sempre la stessa, perchè Iddio ha impegnato la sua parola di proteggerla e di essere sempre con lei sino alla fine del mondo".

 (San Giovanni Bosco)



"La frequente Comunione è cibo dei forti, cibo di vita". 

San Giovanni Bosco



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venerdì 15 maggio 2020

Le profezie di San Giovanni Bosco su Parigi e Roma

"La vigilia dell'Epifania dell'anno corrente 1870, scomparvero gli oggetti materiali della camera e mi trovai in presenza di cose sovrannaturali. Fu cosa di brevi istanti, durante i quali io vidi molte cose. Sebbene di forma, di apparenze sensibili, tuttavia non si possono, se non con grande difficoltà, comunicare agli altri con segni esterni e sensibili. Se ne ha un'idea da quanto segue. C'è la parola di Dio, accomodata alla parola dell'uomo. 

La guerra viene dal Sud; la pace viene dal Nord.
Le leggi di Francia non riconoscono piú il Creatore, ma il Creatore si farà conoscere e la visiterà per tre volte con la verga del suo furore. 
La prima volta, Egli abbatterà la sua superbia con le sconfitte, con il saccheggio e con la strage dei raccolti, degli animali e degli uomini. 
La seconda volta, la grande prostituta di Babilonia, quella che i buoni chiamano il "Postribolo d'Europa", sarà privata del capo, in preda a disordini! Parigi… Parigi! Invece di armarti nel nome del Signore, tu ti circondi di case di immoralità! Ma esse saranno distrutte da te stessa! L'idolo tuo, il Panteon, sarà incenerito, affinché si avveri che mentita est iniquitas sibi (l'iniquità ha mentito a sé stessa). I tuoi nemici ti metteranno nelle angustie, nella fame, nello spavento e nell'abominio delle nazioni. 
Ma guai a te se non riconoscerai la mano di chi ti percuote! Io voglio punire l'immoralità, l'abbandono, il disprezzo della mia legge! 
La terza volta, tu cadrai in mano straniera: i tuoi nemici vedranno da lontano i tuoi palazzi in fiamme, le tue abitazioni divenute un mucchio di rovine, bagnate dal sangue dei tuoi prodi che non sono piú! Ma ecco un gran guerriero dal Nord che tiene, nella sua mano destra, uno stendardo sul quale è scritto: "Irresistibile mano del Signore!". 

In quell'istante il venerabile Vegliardo del Lazio gli andò incontro, sventolando una fiaccola ardentissima. Allora, lo stendardo si dilatò, e di nero che era divenne bianco come la neve. Nel mezzo dello stendardo, in lettere d'oro, stava scritto il nome di COLUI che tutto può! Il guerriero e i suoi si inchinarono, profondamente, davanti al Vegliardo, e si strinsero le mani. 

Ora la voce del Cielo è per il Pastore dei pastori: Tu e i tuoi assessori, sei nella grande riunione, ma il nemico del bene non si dà un attimo di pace; egli studia e pratica ogni articolo contro di te. Egli seminerà discordia tra i tuoi assessori, susciterà nemici tra i miei figli. Le potenze del secolo vomiteranno fuoco e vorranno spegnere le parola dei guardiani della mia legge. Ma questo non avverrà! Faranno del male, sí, ma lo faranno a sé stessi. Tu, affrettati! Se le difficoltà perdureranno, vengano stroncate! Se tu ti troverai in difficoltà, non arrestarti, ma continua finché non verrà troncato il capo dell'idra dell'errore. Questo colpo farà tremare la terra e l'inferno, ma il mondo verrà assicurato e i tuoi buoni esulteranno. Tienti attorno a te anche solo due assessori, ma ovunque tu andrai, continua e termina l'opera che ti fu affidata. I giorni corrono veloci, i tuoi anni avanzano verso la tua ora segnata, ma la grande regina sarà sempre il tuo aiuto e, come per il passato, così per l'avvenire sarà sempre magnum et singulare in Ecclesia præsidium (grande e singolare difesa della Chiesa)! 


Ma tu Italia, terra di benedizioni, chi ti ha immersa nella desolazione? Non dire: nemici, ma gli amici. 
Non senti che i tuoi figli domandano il pane della Fede e non trovano chi loro lo spezzi? Che farò?… Io picchierò i pastori, Io disperderò il gregge, affinché coloro che siedono sulla cattedra di Mosè cerchino dei buoni pascoli e il gregge ascolti docile e si nutra. 

Ma sopra il gregge e sopra i pastori peserà la mia mano: la carestia, la pestilenza e la guerra faranno sí che le madri dovranno piangere il sangue dei figli e dei mariti, morti su terra nemica! 
E di te Roma, che sarà?… Roma ingrata, Roma effeminata, Roma superba!… Tu sei giunta a tale che non cerchi altri, né altro ammiri nel tuo Sovrano se non il lusso, dimenticando che la tua e la sua gloria sta nel Golgota!… Ora egli è vecchio, cadente, inerme, spogliato; però con la sua sola parola, egli fa tremare il mondo! 
Roma!… Io verrò quattro volte a te!… 
La prima volta, percuoterò le tue terre e gli abitanti di esse. 
La seconda volta, porterò la strage e lo sterminio fino alle tue mura. 
La terza volta, abbatterò le difese e i difensori, e per comando del Padre installerò il regno del terrore, dello spavento e della desolazione! 
Ma i miei saggi fuggono, la mia legge è calpestata… perciò io ritornerò per la quarta volta. E allora guai a te se la mia legge sarà ancora un nome vano! Vi saranno prevaricazioni tra i dotti e gli ignoranti; e il tuo sangue e quello dei tuoi figli laveranno le macchie che tu fai alle leggi del tuo Dio. La guerra, la peste, la fame sono i flagelli con cui sarà percossa la superbia e la malizia degli uomini. Dove saranno, allora, o ricchi, le vostre magnificenze, le vostre ville, i vostri palazzi?… Saranno diventati la spazzatura delle piazze e delle strade! 
E voi, sacerdoti, perché non correte a piangere, tra il vestibolo e l'altare, invocando la sospensione dei flagelli? 
Perché non prendete lo scudo della Fede e non andate sopra i tetti, nelle case, nelle vie, sulle piazze, in ogni luogo, anche inaccessibile, a portare il seme della mia parola? Ignorate, forse, che essa è la terribile spada a due tagli che abbatte i miei nemici e che infrange l'ira di Dio e degli uomini? 
Queste cose dovranno inesorabilmente venire, l'una dopo l'altra. Ma l'augusta Regina del Cielo è presente. La potenza del Signore è nelle sue mani. Ella disperde i suoi nemici come nebbia! Ella riveste il venerando vecchio di tutti i suoi antichi paramenti! 
…Arriverà ancora un violento uragano. L'iniquità è consumata; il peccato avrà fine e, prima che trascorrano due pleniluni del mese dei fiori, l'iride di pace comparirà sulla terra. 
Il gran Ministro vedrà la Sposa del suo Re vestita a festa. Su tutto il mondo apparirà un sole così luminoso quale non fu mai dalle fiamme del Cenacolo fino ad oggi, né più si vedrà fino all'ultimo dei giorni."


- San Giovanni Bosco -



Cosa significa la parola “Santo”?
Letteralmente significa “Separato dal male”.

- San Giovanni Bosco -





Chi vive nell’abbondanza si dimentica facilmente del Signore. VI,329


- Don Bosco -


Il Maligno vuole distruggere i bambini e fare di loro dei futuri adulti che non hanno il senso della famiglia e se lo avranno sarà, nella maggior parte dei casi, un senso di angoscia.

Vedo la società in cui viviamo e mi sembra che tutto concorri a fare in modo che non sia preservata la famiglia, la culla dei bambini. Il lavoro che diventa sempre più stressante, la donna che è costretta a lavorare per aiutare il bilancio familiare (non parliamo di emancipazione, per carità! la vera emancipazione femminile sarebbe stata quella di occuparsi con amore dei propri figli e non quella di far carriera a tutti i costi e ritrovarsi a quarant'anni suonati senza un figlio....perché quello era l'obiettivo principale di satana; e lo ha raggiunto!), le politiche sociali che non aiutano le famiglie ad avere figli, le strutture che non aiutano le famiglie a mantenere dei figli. 
Ci si lamenta del numero sempre minore di figli e, paradossalmente ma, direi, in maniera perfettamente calcolata, non si fa assolutamente niente per aiutare, con politiche e leggi mirate, a poter avere più figli.

- Padre Jozo -




Buona giornata a tutti. :-)

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