Visualizzazione post con etichetta Padre Pio da Pietrelcina. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Padre Pio da Pietrelcina. Mostra tutti i post

sabato 23 settembre 2017

Preghiere d'intercessione a Padre Pio da Pietrelcina

O Gesù, pieno di grazia e di carità e vittima per i peccati, 
che, spinto dall’amore per le anime nostre, 
volesti morire sulla croce, io ti prego umilmente di glorificare, 
anche su questa terra, il servo di Dio, 
San Pio da Pietralcina che, 
nella partecipazione generosa ai tuoi patimenti, 
tanto ti amò e tanto si prodigò per la gloria del Padre tuo 
e per il bene delle anime. 
Ti supplico perciò di volermi concedere, per la sua intercessione, 
la grazia (..........................esporre), 
che ardentemente desidero.

Recitare tre Gloria al Padre


 Di due cose dobbiamo supplicare di continuo il dolcissimo Signor nostro: che accresca in noi l'amore ed il timore, poiché quello ci farà volare nelle vie del Signore, questo ci farà guardare dove mettiamo il piede; quello ci fa guardare le cose di questo mondo per quelle che sono, questo ci fa riguardare ogni trascuratezza. Allorché poi amore e timore si daranno un bacio, non è più in poter nostro il concedere affetto alle cose di quaggiù.

- San Pio da Pietrelcina -



La semplicità è una virtù. A questa non deve mai mancare la prudenza.

- San Pio da Pietrelcina -



Per crescere abbiamo bisogno di croci, di umiliazioni, di prove e contraddizioni.

- San Pio da Pietrelcina -


 Coroncina al Sacro Cuore recitata da SAN PIO

1. O mio Gesù, che hai detto "in verità vi dico, chiedete ed otterrete, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto!", ecco che io picchio, io cerco, io chiedo la grazia…..........................(esporre)

Pater, Ave, Gloria.


- S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te.

2. O mio Gesù, che hai detto "in verità vi dico, qualunque cosa chiederete al Padre mio nel mio nome, Egli ve la concederà!", ecco che al Padre Tuo, nel Tuo nome, io chiedo la grazia.......................(esporre)

Pater, Ave, Gloria.

- S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te.

3. O mio Gesù, che hai detto "in verità vi dico, passeranno il cielo e la terra, ma le mie parole mai!" ecco che appoggiato all’infallibilità delle Tue sante parole io chiedo la grazia….................(esporre)

Pater, Ave, Gloria. 

- S. Cuore di Gesù, confido e spero in Te.

O Sacro Cuore di Gesù, cui è impossibile non avere compassione degli infelici, abbi pietà di noi miseri peccatori, ed accordaci le grazie che ti domandiamo per mezzo dell’ Immacolato Cuore di Maria, tua e nostra tenera Madre, S. Giuseppe, Padre Putativo del S. Cuore di Gesù, prega per noi.

Salve Regina.


Santissimo Padre intercedi per noi!




venerdì 9 giugno 2017

Per sacerdoti e laici che osano non inginocchiarsi davanti al tabernacolo - Padre Pio da Pietrelcina

Quest'altro episodio venne raccontato da Padre Pio a Padre Anastasio.
Una sera, mentre, solo, ero in coro a pregare, sentii il fruscio di un abito e vidi un giovane frate trafficare all'altare maggiore, come se spolverasse i candelabri e sistemasse i portafiori. Convinto che a riordinare l'altare fosse Frà Leone, poiché era l'ora del la cena, mi accosto alla balaustra e gli dico: "Frà Leone, vai a cenare, non è tempo di spolverare e aggiustare l'altare". Ma una voce, che non era quella di Frà Leone mi risponde ", "Non sono Frà Leone", "E chi sei?", chiedo io.
"Sono un vostro confratello che qui fece il noviziato. L'ubbidienza mi dette l'incarico di tenere pulito e ordinato l'altare maggiore durante l'anno di prova. Pur troppo più volte mancai di rispetto a Gesù sacramentato passando davanti all'altare senza riverire il Santissimo conservato nel Tabernacolo. Per questa grave mancanza, sono ancora in Purgatorio.
Ora il Signore, nella sua infinita bontà, mi manda da voi perché siate voi a stabilire fi no a quando dovrò soffrire in quel le fiamme di amore. Aiutatemi".
"Io credendo di essere generoso verso quell'anima sofferente, esclamai: Vi starai fino a domattina alla Messa.
Quell'anima urlò: Crudele! Poi gridò forte e sparì. Quel lamento mi causò una ferita al cuore che ho sentito e sentirò tutta la vita.

Io che per delega divina avrei potuto mandare quell'anima immediatamente in Paradiso, la condannai a restare un'altra notte nelle fiamme del Purgatorio".


L'anima di noi giovani è come un'anfora fragile, basta un colpo di una piccola pietra perché l'anfora si frantumi come un sogno interrotto. 
Ma è solo il passare del tempo e delle tempeste che dà consistenza all'anima. Dio fa sempre irruzione tra le macerie dei nostri castelli in rovina e ci fa assaporare la sua presenza, ci fa gustare e intravedere che per la nostra vita c'è un altro destino che coincide con il suo progetto e la sua chiamata di infinito amore e tenerezza.

Suor Veronica Monica Novizia, Voce di Padre Pio, n. 3, marzo 2006




Signore, donami la sapienza cui derivano i tuoi giudizi,
perché sappia ascoltare e soccorrere i tuoi fedeli nella giustizia e i tuoi poveri nella rettitudine.
Fa’ che io usi le chiavi del regno dei cieli
cosí che non apra mai le porte a chi dovrei chiuderle, 
e non le chiuda mai a chi dovrei aprirle.
Sia pura la mia intenzione, leale la mia premura,
paziente la mia magnanimità, ricca di frutti la mia fatica. 
Inteneriscimi senza cedimenti,
rendimi austero senza asprezze.
Aiutami a non disprezzare chi è fragile e a non adulare chi è forte. 
Concedimi tenerezza nell'accogliere i peccatori.
Fa’ che sia delicato, contenuto e semplice nell'interrogarli, 
efficace nel richiamare loro il tuo insegnamento.
Donami, ti supplico, il vigore di sradicarli dal male, 
la tensione a confermarli nel bene,
l’entusiasmo perché crescano nella vita di grazia:
donami saggezza nel rispondere, 
rettitudine nel consigliare, 
capacità di intuire il vero e il bene nelle situazioni oscure, 
discernimento nei casi complessi, 
forza nelle situazioni difficili. 
Non mi dilunghi e non mi disperda in colloqui inutili, 
non mi contamini con il discorrere di cose turpi. 
Salvi gli altri, non perda me stesso. Amen.




Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 16 gennaio 2015

Ipocriti e cortigiani - Benito Fusco -

.. gli ipocriti e i cortigiani non sono mai stanchi e nemmeno offrono qualche elemento di progresso o di innovazione .. la loro città, o parrocchia, è il conservatorismo .. città, o parrocchia, nella quale si sentono al sicuro da ogni imprevisto, da ogni interrogativo, da ogni dubbio, da ogni stimolo di ricerca e di novità, perché tutto rimanga tale e quale .. questo è il loro stagno tranquillo sul fondo del quale accumulano errori su errori perché anch'essi possano essere conservati .. e in una città o in una parrocchia o in uno stagno così, ti dicono che fai il gioco degli altri se ti poni allo scoperto uscendo dai paraventi che recingono lo zitellaggio sacro e la prostituzione laica ufficiale .. e ti impongono di stare zitto per essere, a loro dire, un modello di prudenza .. ma se fai come costoro dicono si diventa mentitori di se stessi .. allora preferisco la stanchezza e il parlare dell'uomo libero, che sono elementi del progresso e della libertà .. perché il mondo è progredito e progredisce sulla stanchezza libera dell'operaio, del contadino, dello studioso, dello scienziato, e del bimbo che compita sulle prime lettere dell'alfabeto e impara a dire e pensare le cose .. in libertà, ovunque .. in una città, in una parrocchia, e in uno stagno ..

.. quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate! ..".. Mc 13,37 .. 

sì, bisogna vegliare per trovare basi nuove alla fiducia da riporre nel cuore umano .. 
sì, bisogna vegliare, affinché il popolo venga considerato non una massa di numeri su cui una economia assassina o una finanza criminale o i pifferai di turno possano giocare annientandone il futuro .. 
sì, bisogna vegliare, affinché coloro che gridano la propria disperazione e i propri diritti non siano considerati mercenari del terrorismo o antagonisti del bene comune .. 
sì, bisogna vegliare perché uomini e donne del mondo del lavoro non siano usati e sfruttati come limoni da spremere e gettare, ma un insieme di liberi figli e libere figlie di Dio, pieni e piene della dignità di vivere e della libertà di amare .. 
sì, bisogna vegliare, ed essere custodi del sogno d'amore dell'Uomo nuovo che verrà .. e di tutto ciò che sorge e che nasce dall'oscurità breve della notte .. perché dove c'è il buio verrà la Luce ..

- Benito Fusco -





Nessuna creatura si perderà senza saperlo

Gesù a Padre Pio: “Figliuol mio, non lasciare di scrivere quello che odi oggi dalla Mia bocca, perché tu non l’abbia a dimenticare. Io sono fedele, nessuna creatura si perderà senza saperlo. Molto è diversa la luce dalle tenebre, l’anima a cui soglio parlare l’attiro sempre a Me; invece le arti del demonio tendono ad allontanarla da Me. Io non ispiro mai nell’anima timori che l’allontanano da Me; il demonio non mette mai nell’anima paure che la muovano a ravvicinarsi a Me. I timori che l’anima sente in certi momenti della vita sull’eterna sua salute, se hanno Me per autore si riconoscono dalla pace e serenità, che lasciano nell’anima…”



"Signore Gesù… Possa io per mezzo del mio annientamento diventare lo sgabello del vostro trono eucaristico. La Santa Eucaristia è Gesù passato, presente e futuro." 

- San Pier Giuliano Eymard -




Veniamo alla luce per essere felici

(..)Veniamo alla luce per essere felici. Perché la vita è corta e se ne va via rapidamente. E nessun bene vale come la vita, questo è elementare. Ma se la vita mi scappa via, lavorando e lavorando per consumare un plus e la società di consumo è il motore, perché, in definitiva, se si paralizza il consumo, si ferma l’economia, e se si ferma l’economia, appare il fantasma del ristagno per ognuno di noi. Ma questo iper consumo è lo stesso che sta aggredendo il pianeta. I vecchi pensatori – Epicuro, Seneca o finanche gli Aymara – dicevano: povero non è colui che tiene poco, ma colui che necessita tanto e desidera ancora di più e più. Queste cose che dico sono molto elementari: lo sviluppo non può essere contrario alla felicità. Deve essere a favore della felicità umana; dell’amore sulla Terra, delle relazioni umane, dell’attenzione ai figli, dell’avere amici, dell’avere il giusto, l’elementare. Precisamente. Perché è questo il tesoro più importante che abbiamo: la felicità!”(..)

[Trascrizione discorso di Josè Pepe Mujica, Presidente dell'Uruguay al G20 in Brasile]






Buona giornata a tutti :-)










domenica 17 agosto 2014

Scacco alla morte – don Nardo Masetti -

Un uomo molto ricco sta facendo il calcolo di tutti i suoi beni: può veramente felicitarsi con se stesso. Ha tribolato tutta la vita, ha lavorato come un dannato, ma ora potrà vivere sontuosamente per tutto il resto dei suoi giorni. Ode improvvisamente un tocco delicato alla porta: si tratterà, come al solito, del suo cameriere che viene per augurargli la buona notte. Dice un abituale "Avanti!". Non è il servitore ma un personaggio che davvero non si sarebbe aspettato né così presto né in quel momento: la morte. Terrorizzato la supplica di attendere un giorno… un'ora, affinché possa mettere a posto le sue cose. Da tanto tempo non ha più pensato a Dio; come si fa a comparirgli davanti all'improvviso in uno stato simile?! 
La morte non risponde, ma continua ad avanzare verso di lui, gli tocca una spalla e compie inesorabilmente il suo ufficio. Dal campanile scoccano le ventuno. 

In una soffitta di una vecchia casa un uomo sta armeggiando con alcuni attrezzi, che ripone in una borsa di logora stoffa. Quella sarà la sua notte. Ha stentato tutto una vita, ma questa volta, se il colpo riuscirà, potrà vivere da ricco e levarsi tutte le soddisfazioni. Con due colleghi ha studiato il piano alla perfezione; ancora poche ore e poi via, con passaporti falsi verso un altro mondo. Sente bussare leggermente alla porta: saranno i colleghi. No, è la morte. L'uomo, oltre che terrorizzato, si mostra anche stizzito e protesta: "Tante volte ti ho desiderata, stanco della mia vita grama e mai sei venuta; ora che sto per cominciare a godere, lasciami la possibilità di gustare un solo giorno della nuova vita… almeno un'ora… almeno qualche minuto per pensare a Dio". La morte non risponde, ma continua ad avanzare verso l'uomo, lo tocca sulla spalla e compie inesorabilmente il suo ufficio. Dalla torre civica scoccano le ventidue.

Nel suo studio il vecchio vescovo sta riordinando le sue cose prima del riposo. Sente bussare alla porta: è la morte. Si alza e le va rispettosamente incontro, come è solito fare con ogni persona che vada da lui in udienza. Le dice: "A dire il vero non ti aspettavo questa sera; comunque sì la benvenuta". La morte si meraviglia: questo uomo non ha paura, non supplica, non ha nulla da chiedere; con titubanza avanza verso di lui. Dalla torre della cattedrale scoccano le ventitré. La morte si ferma di scatto e, con un senso di smarrimento, controlla il suo orologio: sono veramente le ventitre. 

Confusa e incredula si scusa col vescovo: "Non mi è mai capitato di arrivare con un'ora di anticipo; tornerò fra un'ora, l'appuntamento è stabilito per la mezzanotte". Il vescovo la prega di fermarsi e, visto che ormai è lì, dichiara la sua disponibilità a partire in anticipo. La morte afferma che non può; ha ordini tassativi. Allora lui propone di trascorrere l'ora giocando una partita a scacchi, visto che non ha nulla da preparare per il viaggio eterno, avendo cercato di provvedervi, giorno dopo giorno, da moltissimo tempo. 
È una partita equilibrata, ma alla fine il vescovo, con una mossa pensata ed astuta, dà scacco matto la morte che, rassegnata sorride e allarga le braccia in segno di resa. Dalla torre della cattedrale scoccano le ventiquattro. 
I due personaggi si alzano e sotto braccio, come due buoni amici, escono dalla porta dello studio.

don Nardo Masetti



Padre Pio: Ascoltami
Io non so parlare con Gesù come facevi tu,
io non so amarLo come lo amavi tu,
io non so pregarLo come Lo pregavi tu.
Perciò ti prego, parla tu con Lui,
amaLo, pregaLo tu per me.
Intanto vieni, dammi la mano
E insieme camminiamo verso Gesù
Ma lungo la strada, ti prego Padre Pio,
insegnami a parlare con Gesù,
insegnami ad amarLo,
insegnami a pregarLo, come facevi tu.
E quando il labbro tace
e tace il cuore e tace l’anima
e dentro e fuori di me
è spenta ogni luce,
Padre Pio, ti prego,
fa che senta la tua voce
e nella tua voce io senta la voce di Gesù.



Il calendario è appeso alla nostra carne. Dio conta i giorni. Nella nostra mente e nel nostro cuore niente sorprese, contrattempi e strani congegni. Siamo nelle mani di Dio.




Preghiera per i malati

Signore, accogli le preghiere e i lamenti
di coloro che soffrono e
di quanti si adoperano per alleviarne il dolore.

Tu che hai percorso la via del calvario
e hai trasformato la croce in segno di amore e di speranza
conforta coloro che sono afflitti, soli e sfiduciati.

Dona loro:
la pazienza sufficiente per sopportare le lunghe attese
il coraggio necessario per affrontare le avversità
la fiducia per credere in ciò che è possibile
la saggezza per accettare ciò che è rimasto irrisolto
la fede per confidare nella tua Provvidenza.

Benedici le mani, le menti e i cuori degli operatori sanitari
perché siano presenze umane e umanizzanti
e strumenti della tua guarigione.

Benedici quanti nelle nostre comunità
si adoperano per accompagnare i malati
perché accolgano la profezia della vulnerabilità umana
e si accostino con umiltà al mistero del dolore.

Aiutaci Signore a ricordarci
che non siamo nati felici o infelici,
ma che impariamo ad essere sereni
a seconda dell'atteggiamento che assumiamo
dinanzi alle prove della vita.

Guidaci, Signore,
a fidarci di Te e ad affidarci a Te.
Amen.


                                                       Buona giornata a tutti :-)

                                                           www.leggoerifletto.it

martedì 8 luglio 2014

Padre Pio e la preghiera - ( parla Padre G. Amorth) -


Don Gabriele Amorth ci manda qualche ricordo dei 26 anni passati visitando Padre Pio.

«Su Padre Pio è rimasta famosa l'auto definizione che diede ad un giornalista: "Sono un povero frate che prega". 

Lo stavo a contemplare con la corona in mano; la chiamava la sua arma e scrisse al direttore spirituale che ne recitava almeno 5 intere ogni giorno; questo significa in termini di tempo, 5 ore al giorno dedicate al Rosario. Dormiva pochissimo e aveva una capacità di fare più cose contemporaneamente. 
Meditava i misteri; così soffriva visibilmente i dolori della Passione di Cristo, ma sentiva pure nella sua anima i dolori di Maria, che riteneva la più grande martire, vera Regina dei Martiri. 
Più avanzava in età e più il Padre sentiva la necessità di aumentare lo spazio da dare alla preghiera. Già alla fine degli anni '40 m'ero accorto che il tempo che dedicava alle confessioni era assai ridotto. 
Era lontana l'epoca in cui confessava anche 16 ore al giorno. 
Padre Michelangelo gli osservò un giorno: "Caro Padre non potresti confessare un po' più a lungo? Qui ci sono persone che vengono anche da molto lontano, dall'estero, e per potersi confessare da te debbono aspettare lunghi giorni". 
Ecco la risposta: "Caro Padre Michelangelo, credi che la gente venga qui per Padre Pio? La gente viene per sentirsi dire una parola del Signore. E se io non prego, che cosa do alla gente?".
Il bisogno della preghiera gli veniva anche suggerito dalla consapevolezza di essere indegno; si sentiva un grande peccatore, col rischio continuo, col terrore, di poter commettere un peccato e di poter perdere la fede. Perciò è sempre stato un grande mendicante di preghiere. Mi ero accorto che, se volevo vederlo illuminarsi di gioia, bastava che gli dicessi: "Padre, prego per lei". Ringraziava con effusione; pareva che volesse dire: "Finalmente uno che mi capisce!".
Sentiva moltissimo lo stimolo alla preghiera anche perché sentiva la necessità di santificarsi per santificare. Era una preoccupazione che cercava di infondere soprattutto nei sacerdoti. 

Ricordo bene quando mi confessai da lui, poco dopo la mia ordinazione sacerdotale. Quando gli confidai di essere un prete novello mi disse con forza: "Ricordati che un sacerdote deve essere un propiziatore. Guai se è lui ad aver bisogno di essere propiziato! Ricordatene bene"»



Il cuore buono è sempre forte; egli soffre, ma cela le sue lacrime e si consola sacrificandosi per il prossimo e per Dio (CE, 23).

Tratto da " Buona Giornata " - Edizioni Padre Pio da Pietrelcina



"Carissimi, di fronte all' ampiezza di orizzonti propria del ministero presbiterale non potete, non possiamo non sentirci tremare i polsi. 
Siamo, infatti, strutturalmente impari al dono ricevuto, alla missione che ci viene affidata, E' una sproporzione radicale e insuperabile, non semplicemente una nostra debolezza che, con un'ascesi paziente, possa essere rimossa.
Noi non siamo la luce, nè siamo in grado di produrla: possiamo solo rifletterla per offrirla a tutti. 'Noi infatti - ha poi aggiunto - siamo stati presi a servizio: come il sale, che non è per sé, ma per dar sapore ai cibi. E come la lampada, che non è per sé, ma per illuminare ciò che le sta intorno".

Card. Angelo Scola all'omelia della Messa di Ordinazione



“’Ma, padre, io ho letto su un giornale che un vescovo ha fatto tal cosa o che un prete ha fatto tal cosa!’. ‘Eh sì, anche io l’ho letto, ma, dimmi, sui giornali vengono le notizie di quello che fanno tanti sacerdoti, tanti preti in tante parrocchie di città e di campagna, tanta carità che fanno, tanto lavoro che fanno per portare avanti il loro popolo?’. 
Ah, no! Questa non è notizia. 
Eh, quello di sempre: fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce. Oggi pensando a questa unzione di Davide, ci farà bene pensare ai nostri vescovi e ai nostri preti coraggiosi, santi, buoni, fedeli e pregare per loro. Grazie a loro oggi noi siamo qui!”. 

Omelia Papa Francesco a santa Marta - 27.1.2014




Buona giornata a tutti :-)


mercoledì 21 maggio 2014

Lezione di vita - + Cardinale Francisco Candido Xavier -

Che Dio non mi permetta di perdere il romanticismo,
anche sapendo che le rose non parlano...

Che Dio non mi permetta di perdere l'ottimismo,
anche sapendo che il futuro che ci aspetta non è tanto allegro...

Che io non perda la voglia di vivere,
anche sapendo che la vita è, in molti momenti, dolorosa...

Che io non perda la voglia di avere grandi amici,
anche sapendo che, con il giro del mondo, anche loro vanno via dalle nostre vite...

Che io non perda la voglia di aiutare le persone,
anche sapendo che molte di loro sono incapaci di vivere, di vedere, riconoscere e compensare questo aiuto...

Che io non perda la voglia di amare,
anche sapendo che la persona che io più amo può non provare lo stesso sentimento verso di me...

Che io non perda la luce e la lucentezza degli occhi,
anche sapendo che molte cose che vedrò nel mondo oscureranno i miei occhi...

Che io non perda la forza,
anche sapendo che la sconfitta e la perdita sono due avversari estremamente pericolosi...

Che io non perda la ragione,
anche sapendo che le tentazioni della vita sono molte e attraenti...

Che io non perda il sentimento di giustizia,
pur sapendo che il pregiudicato possa essere io stesso...

Che io non perda il mio abbraccio forte,
anche sapendo che un giorno le mie braccia saranno fiacche...

Che io non perda la bellezza e la gioia di vedere,
anche sapendo che molte lacrime scorreranno dai miei occhi e finiranno nella mia anima...

Che io non perda l'amore per la mia famiglia,
anche sapendo che molte volte essa mi chiederà degli sforzi incredibili per mantenere la sua armonia...

Che io non perda la voglia di essere grande,
anche sapendo che il mondo è piccolo...

E soprattutto...
Che io non dimentichi mai che Dio mi ama infinitamente,
che un piccolo grano di allegria e di speranza dentro ciascuno è capace di cambiare e trasformare qualsiasi cosa, poi...

La vita è costruita sui sogni
e realizzata nell'amore!

Francisco Candido Xavier



























"Paolo desidera che i cristiani abbiano una fede “matura”, una “fede adulta”. La parola “fede adulta” negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso. Ma lo s’intende spesso nel senso dell’atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi Pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol credere e non credere – una fede “fai da te”, quindi. E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo. È questo non-conformismo della fede che Paolo chiama una “fede adulta”. È la fede che egli vuole. Qualifica invece come infantile il correre dietro ai venti e alle correnti del tempo. Così fa parte della fede adulta, ad esempio, impegnarsi per l’inviolabilità della vita umana fin dal primo momento, opponendosi con ciò radicalmente al principio della violenza, proprio anche nella difesa delle creature umane più inermi. Fa parte della fede adulta riconoscere il matrimonio tra un uomo e una donna per tutta la vita come ordinamento del Creatore, ristabilito nuovamente da Cristo. La fede adulta non si lascia trasportare qua e là da qualsiasi corrente. Essa s’oppone ai venti della moda. Sa che questi venti non sono il soffio dello Spirito Santo; sa che lo Spirito di Dio s’esprime e si manifesta nella comunione con Gesù Cristo".

Benedetto XVI, 28 giugno 2009.




Quando Dio trova un’anima decisa a obbedire, allora Egli prende in mano la sua vita, come si prende il timone di una barca, o come si prendono in mano le redini di un carro. Egli diventa sul serio, e non solo in teoria, “Signore” cioè Colui che “regge”, che “governa” determinando, si può dire, momento per momento, i gesti, le parole di quella persona, il suo modo di impiegare il tempo, tutto.

(Padre Cantalamessa)

















"Causa l'ingiustizia dilagante e l'abuso di potere, siamo giunti al compromesso con il materialismo ateo, negatore dei diritti di Dio. Questo è il castigo preannunciato a Fatima... (...)... tutti i sacerdoti che sostengono la possibilità di un dialogo con i negatori di Dio e coi poteri luciferiani del mondo, sono ammattiti, hanno perduto la fede, non credono più nel Vangelo! Così facendo tradiscono la parola di Dio, perchè Cristo venne a portare sulla terra perpetua alleanza solamente agli uomini di cuore, ma non si alleò con gli uomini assetati di potere e di dominio sui fratelli ...(...)... Il gregge è disperso quando i pastori si alleano con i nemici della verità di Cristo. Tutte le forme di potere fatte sorde al volere dell'autorità di Dio sono lupi rapaci che rinnovano la passione di Cristo e fanno versare lacrime alla Madonna".

- Padre Pio da Pietrelcina


Buona giornata a tutti :-)








mercoledì 14 agosto 2013

Padre Pio e la Madonna -

Era il 14 agosto 1958, vigilia dell'Assunzione.

All'imbrunire mi trovavo ancora nel convento e avevo già salutato padre Pio. Mi accingevo a dare la buona notte al Guardiano, padre Carmelo da Sessano, quando questi, uscito dalla sua cella, mi venne incontro incitandomi a recarmi con lui nella cella del Padre per chiedergli un pensierino sulla Madonna.

Il Padre Guardiano entrò e io dietro di lui.
...

Padre Pio era seduto su di una poltrona, con la corona del Rosario in mano. «Padre Spirituale» chiese il Guardiano; «domani è l'Assunta, diteci un pensierino».

Padre Pio abbassò il capo e incominciò a singhiozzare e, a tratti, prese a dire: «La Madonna...». Il singhiozzo diventò pianto; poi, con sforzo, riprese: «La Madonna...».

Forti fremiti fecero sussultare tutto il Padre che continuò a piangere. «La Madonna», ripeté per la terza volta, «è la Mamma nostra!».

Un pianto dirotto e irrefrenabile scosse il Padre il quale, a stento, riuscì a prendere il fazzoletto per asciugarsi le lacrime che, oramai, avevano bagnato tutto il suo viso.

Non ebbe nemmeno il tempo e la forza di asciugarsi, tanto le lacrime erano incalzanti e continue. Egli allora abbandonò le mani sulle ginocchia e, piangendo, gridava: «La Madonna è la Mamma nostra, la Madonna è la Mamma nostra».

Io ero in ginocchio davanti a lui. Poggiai le mani sulle sue ginocchia e sussultavo con lui. Non me ne accorsi se piansi, ma certo mi sentii morire.

Il Guardiano subito intervenne: «Padre, grazie, ma non piangete».

Padre Pio piangeva ancora. Allora il Guardiano, con voce forte e accorata, disse: «Padre, per favore, non piangete più, ci sentiamo morire!».

Io mi avvicinavo sempre più alle ginocchia del Padre che tremava. Poi, ecco, dolcemente finì di piangere.

Ancora pochi sussulti. Gli baciammo la mano, ci benedisse e, allontanandoci dalla cella, ci sentivamo tanto bruciare il cuore d'amore alla Madonna, da dirci l'uno all'altro: «Io non riesco a contenere il fuoco d'amore alla Madonna che il Padre mi ha messo nel cuore. Abbiamo chiesto una parola ed egli ci ha donato un fuoco d'amore».


"Esiste una scorciatoia per il Paradiso?, Sì è la Madonna. Essa è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni. Vorrei avere una voce così forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna. Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario Questa preghiera è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità. Maria è tutta la ragione della mia speranza".

(San Padre Pio)




Madonna del Pino

"Chi ama e difende la Croce risorgerà nella vita eterna"
Avola, mercoledì 22 Febbraio 2006, ore 12.05 – Cattedra di S. Pietro - Messaggio della SS.ma Trinità

Giuseppe Auricchia: "Scrivi! Ascoltami, non avere paura, la sofferenza di oggi ed i soprusi sono dovuti ad uno solo e potente. Così dice: Dovete mantenere la luce, perché vogliono bruciare la Croce sulle piazze dopo averla ridotta ad un pezzo di legno. Bisogna distruggere perfino il ricordo. Giorni di angoscia, giorni gravi e durissimi! 
Chi ama e difende la Croce risorgerà nella vita eterna.
Ancora molto sangue vedrete scorrere, molti lutti, molte saranno le vedove che piangeranno, molti gli orfani che dovranno mangiare il pane con dolore e tante privazioni.
Poi vedrete potenti fiumi d’acqua che investiranno la terra e così comincerà la Purificazione che sarà completata col fuoco che devasterà i luoghi da dove sono venuto. I delitti compiuti saranno fra i più atroci ed ingiusti. Scompariranno dalla terra i superbi ed i dominatori, voi avrete paurosi sconvolgimenti e la violenza non avrà limiti. I soprusi saranno a catena, i tormenti che vi darà il demonio saranno tremendi. 
Verrà il tempo in cui gli uomini avranno bisogno dell’aiuto soprannaturale, ed Io manderò per tenerezza dei segni, manderò per mezzo dei Miei figli scelti la salvezza e la grazia per darvi la vita. Ora vi dico: il tempo è quasi arrivato, non posso più aspettare, perché il principe del male sta cercando con la sua falsità, con tutte le sue menzogne e con tutti i suoi inganni di rovinare l’umanità, ma voi non vi accorgete e seguite le sue vie, mentre venite alla Mia Chiesa. Siete servitori ma di chi? ...del demonio o di Me !...Sono costretto a mandare il Mio Spirito di santità, di verità, di giustizia, di bontà, di profezia, per salvare i Miei veri fratelli che Mi amano, prima che il castigo sotto la forza del male vi distrugga. Ma l’umanità è sorda al richiamo, cieca, muta alla preghiera ed alla lode, ascolta solo lo spirito del male che porta ai piaceri ed alla vita mondana.



Non abbiate paura di chiedere perdono al Signore.
Il Signore mai si stanza di perdonarci.
Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono.

Papa Francesco, dall'omelia 17 marzo 2012, parrocchia di Sant'Anna in Vaticano

Buona giornata a tutti :-)






venerdì 3 maggio 2013

Il Demonio e l’Inferno: come parlarne ai bambini? - Don Gabriele Amorth -


Da più parti mi sento rivolgere questa domanda che interessa genitori, catechisti, educatori, Il Signore si rivelò nell’Antico Testamento per mezzo dei profeti, e infine si manifestò nel ministero pubblìco di Cristo: insegnò sempre l’intera verità a tutti, grandi e piccoli. Certamente i bambini ne avevano una comprensione cònforme alla loro intelligenza; anche l’insegnamento privato deve tener conto dell’età e del metodo che si deve usare con i fanciulli, conforme alla loro comprensione. Ma sarebbe un grave errore nascondere ai bambini delle verità, temendo di spaventarli.

Mi vengono in mente, in proposito, le osservazioni di Sr. Lucia di Fatima quando, già in età matura, ripensava a quel famoso 13 luglio 1917, in cui la Madonna fece vedere l’inferno ai piccoli veggenti e rivelò loro i famosi tre segreti. Ebbene, Lucia fa notare: “Qualche volta si teme di parlare dell’inferno ai bambini, per paura di spaventarli. La Madonna invece, quasi senza tener conto della nostra età (rispettivamente 7, 9, 10 anni), non solo ci parlò dell’inferno, ma ce lo fece vedere e ne fummo terrorizzati a tal punto che saremmo morti di paura, se Lei non ci avesse assicurato poco prima che ci avrebbe portati in Paradiso”. Da questa visione e dalla visione delle anime che in massa precipitavano nell’inferno, venne ai tre fanciulli uno slancio enorme di riparazione, uno zelo ininterrotto a offrire sacrifici per la conversione dei peccatori.

Quando Gesù parlava dell’inferno ne parlava a tutti, anche ai bambini, sulla cui presenza i Vangeli ci informano più volte. I messaggi mariani dj Medjugorje vengono diffusi per tutti; non passano attraverso nessuna censura che ne dia una forma ridotta per i fanciulli. Ognuno poi comprende e ritiene secondo le sue capacità; ma non è detto che i fanciulli capiscano meno degli adulti: l’effetto prodotto dalla vista dell’inferno da parte dei bambini di Fatima ci dice che molte volte i fanciulli sanno comprendere perfettamente, alla lettera, senza minimizzare come fanno tanti adulti (e teologi...); e poi si comportano di conseguenza, con una coerenza anche eroica.

Credo inoltre che ci siano alcuni concetti fondamentali su cui si possa e si debba insistere con i bambini. Sono concetti basilari, tali da non spaventare nessuno, e che certamente dovrebbero essere ben tenuti presenti anche dagli adulti.

1 - Un primo concetto è che Dio è buono e ha creato buone tutte le cose e tutti gli esseri, specie quelli intelligenti e immortali: angeli e uomini. Dio non ha creato i diavoli cattivi; ha creato solo angeli buoni. Ma ha dato agli angeli (come poi agli uomini) il dono della libertà. Alcuni angeli hanno usato male di questo dono: si sono sentiti così grandi nel loro orog1io, da disobbedire a Dio, da opporsi a Dio; così invece di seguire il bene, hanno seguito il male. E invece di rimanere angeli luminosi e felici, sono diventati demoni tenebrosi e disgraziati; si sono condannati da sè all’eterno supplizio dell’inferno. Anche nelle favole, che sono semplici fatterelli inventati, si tiene conto di questa realtà: chi non fa il suo dovere può finire male e degradarsi. Ad esempio Pinocchio, per non voler studiare ma solo giocare, diventa.., un asino.
Anche noi uomini siamo stati creati da Dio buoni e per il bene. Il fine a cui siamo destinati è il Paradiso. Ma Dio ci ha dato il dono della libertà, che rende meritevole il bene che facciamo. Però se compiaino il male ne abbiamo colpa, e ci condanniamo da noi stessi al castigo. In sostanza: chi fa il bene riceve il bene; chi fa il male riceve il male.

2 - Il demonio, essende diventato nemico di Dio, cerca di fare in modo che anche l’uomo si distacchi da Dio e lo disubbidisca; ecco perchè ci tenta. Dio ci ha dato gli angeli che ci proteggono; ognuno di noi ha il suo angelo custode. Ma dipende da noi ubbidire alle tentazioni del demonio o alla voce dell’angelo. Perciò non dobbiamo avere nessuna paura, ma essere fedeli a Dio: chi è fedele a Dio va in Paradiso, come li angeli e i santi; chi si ribella a Dio va all’inferno, come i demoni.

3 - Il demonio ha i suoi alleati, da cui dobbiamo stare in guardia. I primi alleati sono le nostre passioni disordinate, che vanno tenute a freno col dominio di sè, con i sacrifici volontari (fioretti), con le azioni virtuose, la preghiera, i sacramenti. Poi ci sono altri alleati del demonio, che sono le occasioni di male che il mondo può presentare: compagnie cattive, letture o spettacoli non buoni (oggi e particolarmente pericolosa la televisione, che va usata con parsimonia e stando bene attenti alla scelta dei programmi). Fin da piccoli è necessario saper distinguere ciò che è bene da ciò che è male, quello che piace a Dio da quello che è contro i suoi insegnamenti: ubbidendo al Signore ci si comporta come gli angeli; disubbidendo a Dio ci si comporta come i demoni.

Come si vede, si può benissimo parlare del diavolo anche ai bambini, insegnando loro a non averne nessuna paura, perchè il diavolo non può farci nessun male se non siamo noi a volerlo. Ma si può prendere benissimo l’esempio dagli angeli e dai demoni per far distinguere il bene dal male, l’ubbidienza a Dio dalla disubbidienza a Lui; e, di conseguenza, il premio e il castigo che dipendono dal nostro comportamento.

(Don Gabriele Amorth)


Perdonare guarisce, e ancor più colui che perdona che colui al quale il perdono è stato accordato. 

(Card Godfried Danneels, Le sette parole di Gesù in croce, San Paolo, 2008 p.13-14)




"Il demonio ha un unica porta per entrare nell'animo nostro: la volontà; delle porte segrete non ve ne sono. Nessun peccato è tale, se non è stato commesso con la volontà. Quando non c'entra la volontà, non c'entra il peccato, ma debolezza umana." 


- Padre Pio da Pietrelcina - 



3 Maggio  - Maria, Madre della Divina Provvidenza

Fioretto


Nel nome della Madonna, oggi ci impegneremo ad attuare concretamente una delle sette opere di misericordia corporale “consolare gli afflitti. Oggi specialmente sono tanti gli afflitti e gli scoraggiati che incontriamo nella vita e che necessitano una parola ed un gesto di conforto e consolazione.

Buona giornata a tutti. :-)