Visualizzazione post con etichetta Nazim Hikmet. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Nazim Hikmet. Mostra tutti i post

venerdì 13 gennaio 2017

Anima mia e altre poesie - Nazim Hikmet

Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s'affonda nell'acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell'arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

- Nazim Hikmet - 






Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.

Amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.

- Nazim Hikmet -

Fonte: Lettere dal carcere a Munevver di Nazim Hikmet




























Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 23 settembre 2016

Lettere dal carcere a Munevver - Nazim Hikmet

Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
É a casa? Per la strada ?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?

Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!

Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?

Un gattino sulle ginocchia
Lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i tuoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull’anima
che illuminano i miei giorni bui!
-
A che pensa?
-

A me? O forse…chi sa
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perché tanti sono infelici
sulla terra.
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?

- Nazim Hikmet - 

Nazim Hikmet (primo a destra) nel Carcere di Bulsa -Turchia

Preghiera dietro le sbarre

«O Dio, dammi il coraggio di chiamarti Padre.
Sai che non sempre riesco a pensarti con l’attenzione che meriti.
Tu non ti sei dimenticato di me, anche se vivo spesso lontano dalla luce del tuo volto.
Fatti sentire vicino, nonostante tutto, nonostante il mio peccato grande o piccolo, segreto o pubblico che sia.
Dammi la pace interiore, quella che solo tu sai dare.
Dammi la forza di essere vero, sincero; strappa dal mio volto le maschere che oscurano la consapevolezza che io valgo qualcosa solo perché sono tuo figlio. Perdona le mie colpe e dammi insieme la possibilità di fare il bene.
Accorcia le mie notti insonni;
dammi la grazia della conversione del cuore.
Ricordati, Padre, di coloro che sono fuori di qui e che mi vogliono ancora bene, perché pensando a loro, io mi ricordi che solo l’amore da vita mentre l’odio distrugge e il rancore trasforma in inferno le lunghe e interminabili giornate.
Ricordati di me, o Dio, amen»

- Tommaso Notarstefano -


Fotografia: Anonimo dal web

Chi è Jacques Fesch? E' un giovane moderno, che a 24 anni commette un terribile delitto, epilogo di una vita vuota e senza ideali, piena di egoismo e di capricci. Ecco una veloce cronaca del delitto. 
Il 24 febbraio 1954 Jacques entra al mattino nel negozio di un cambiavalute e ordina un quantitativo d'oro. L'uomo si fida perché sa che alle spalle del giovane c'è un opadre facoltoso che può pagare. 
Nel pomeriggio dello stesso giorno Jacquaes torna per prelevare l'oro e approfittando di un momento di disattenzione del cambiavalute lo colpisce alla testa con il calcio della pistola del padre. 
Il cambiavalute reagisce urlando. Jacques fugge e si nasconde in un palazzo vicino fino a che è riconosciuto da un poliziotto accorso sul posto. All'ingiunzione di fermarsi Jacques spara e uccide l'agente di polizia. Intervengono poi altri agenti che lo catturano.
Perché questo delitto assurdo? 
Jacques voleva aprire una propria attività e chiede un grosso prestito al padre che glielo rifiuta. Sa che il figlio ha le mani bucate! Allora Jacques decide di compiere una rapina: di procurarsi i soldi con l'inganno.
Che cosa accade in carcere? 
Viene raggiunto dal cappellano ma egli lo rifiuta dicendo: "Io non ho la fede e non ho bisogno di lei!". Passano i giorni, chiuso tra quattro pareti, solo con la sua disperazione. 
Ma una notte: "Era una sera, nella mia cella... Nonostante tutte le catastrofi che da alcuni mesi si erano abbattute sulla mia testa, io restavo ateo. 
Ora quella sera, ero a letto con gli occhi aperti e soffrivo realmente per la prima volta nella mia vita per le conseguenze del mio delitto; ed è allora che un grido mi scaturì dal petto, un appello di soccorso: "Mio Dio, Mio Dio aiutami!". 
E istantaneamente, come un vento violento, che passa senza che si sappia dove viene, lo Spirito del Signore mi prese alla gola! Ho creduto e non capivo più come avessi fatto prima a non credere. 
La grazia mi ha visitato e una grande gioia s'è impossessata di me e soprattutto una grande pace". 
Quella notte Jacques udì una voce che gli diceva: "Tu ricevi le grazie della tua morte!". Una frase per lui incomprensibile, il cui senso capirà più tardi.
Inizia una nuova vita in Cristo. 
Il cambiamento di questo giovane è qualche cosa di straordinario: è una testimonianza di quanto Dio può operare. "Ora veramente ho la certezza di cominciare a vivere per la prima volta. Ho la pace e ho dato un senso alla mia vita, mentre prima non ero che un uomo morto!". 
Jacques organizza la vita in prigione come la vita in un monastero: si dà un orario per la preghiera, legge libri religiosi e la Bibbia, scrive lettere per dare conforto ai suoi famigliari, che stanno vivendo una grossa crisi, vuole soprattutto poter vivere per riparare il male fatto.
Arriva il giorno del processo: il 3 aprile 1957 si apre il processo che si conclude con la sua condanna a morte. In quel momento capisce la frase: "Tu ricevi le grazie della tua morte!". 
Jacques dopo un iniziale smarrimento vive la sentenza e la condanna come una vocazione ad amare fino in fondo la croce di Gesù. 
Egli desidera prepararsi spiritualmente alla sua morte e desidera salutare da vero cristiano tutti coloro che lo hanno amato e coloro a cui ha fatto del male. Scrive alla moglie e alla sua piccola figlia di 6 anni, si mette in contatto, tramite il suo avvocato anche con la famiglia del gendarme che lui ha ucciso per chiedere il perdono. 
Nonostante il grande cambiamento di vita che stupisce lo stesso presidente della Repubblica a cui era stata inoltrata la domanda di grazia, la sentenza viene confermata per il 30 settembre.

Le ultime ore: l'attesa dell'incontro con Gesù. 
"Ancora soltanto qualche ora di lotta, prima di conoscere Colui che è l'Amore. Oggi sarò in cielo. Cara mamma, innanzi tutto ti devo dire un grosso grazie per tutto l'amore di cui mi hai circondato in questi ultimi mesi... Tu sai che Gesù ha detto nel suo vangelo: Ero carcerato e siete venuti a visitarmi. 
Con queste righe io ti affido la mia bambina e mia moglie. Proteggile assiduamente. Amale in Dio e sii certa che di lassù io vi proteggerò e veglierò su di voi...". 
Alle 5,30 del mattino del 30 settembre le guardie carcerarie che sono venute a prenderlo per l'esecuzione capitale, lo trovano in ginocchio e in preghiera accanto al letto rifatto. 
Si confessa e riceve l'Eucarestia. 
Abbraccia il crocefisso e si avvia verso la ghigliottina... 
Le ultime sue parole: "Signore non abbandonarmi, io confido in te!".




Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 14 settembre 2016

Prima di tutto l'uomo e altre poesie – Nazim Hikmet

Non vivere su questa terra 
come un estraneo
o come un turista nella natura.
Vivi in questo mondo
come nella casa di tuo padre:
credi al grano, alla terra, al mare
ma prima di tutto credi all'uomo.
Ama le nuvole, le macchine, i libri
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che secca
dell'astro che si spegne
dell'animale ferito che rantola
ma prima di tutto 
senti la tristezza e il dolore dell'uomo.
Ti diano gioia tutti i beni della terra
l'ombra e la luce ti diano gioia
le quattro stagioni ti diano gioia
ma soprattutto, a piene mani
ti dia gioia l'uomo! 

- Nazim Hikmet -



Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.

- Nazim Hikmet- 1949



L'amore alle fonti della vita - Giovanni Segantini - 1896
Galleria d'Arte Moderna di Milano

La vita non è uno scherzo
prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, 
ad esempio, le mani legate...
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola
e la vita peserà di più sulla bilancia.

mercoledì 6 luglio 2016

Ti amo.... - Nazim Hikmet

Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale 
come se alzandomi la notte bruciante di febbre 
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto 
ti amo come guardo il pesante sacco della posta 
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia 
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo 
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando
il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.


- Nazim Hikmet - 




Alcuni conoscono bene le varie specie
delle piante altri quelle dei pesci
io conosco le separazioni
alcuni enumerano a memoria i nomi
delle stelle io delle nostalgie.



- Nazim Hikmet - 
da: Autobiografia



Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.

- Nazim Hikmet - 



Buona giornata a tutti. :-)




venerdì 17 ottobre 2014

Veder cadere le foglie e altre poesie - Nazim Hikmet -

Veder cadere le foglie mi lacera molto 
soprattutto le foglie dei viali 
soprattutto se sono ippocastani 
soprattutto se passano bimbi 
soprattutto se il cielo è sereno 
soprattutto se ho avuto, quel giorno, 
una buona notizia 
soprattutto se il cuore, quel giorno, 
non mi fa male 
soprattutto se credo, quel giorno, 
che quella che amo mi ami 
soprattutto se quel giorno 
mi sento d’accordo 
con gli uomini e con me stesso. 
Veder cadere le foglie mi lacera dentro 
Soprattutto le foglie dei viali 
Dei viali d'ippocastano.

- Nazim Hikmet -




L’autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore.

- A. Camus -




Albero autunnale - Jorge Guillén

Già matura
a foglia pel sereno suo distacco 
discende 
nel cielo sempre verde dello stagno. 
In calmo 
languore della fine, l’autunno s’immedesima.
Dolcissima 
la foglia s’abbandona al puro gelo. 
Sott’acqua 
con incessanti foglie va l’albero al suo dio.






Quando, in autunno, raccogliete l'uva dalle vigne per il torchio, dite in cuor vostro: "Anch'io sono una vigna, e i miei frutti saranno raccolti per il torchio, e come vino nuovo sarò tenuto in botti eterne". 

Kahlil Gibran - 




Alle fronde dei salici

E come potevamo noi cantare

con il piede straniero sopra il cuore, 

tra i morti abbandonati nelle piazze 
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento 
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero 
della madre che andava incontro al figlio 
crocifisso sul palo del telegrafo? 
Alle fronde dei salici, per voto, 
anche le nostre cetre erano appese: 
oscillavano lievi al triste vento.


- Salvatore Quasimodo - 




Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it



venerdì 3 ottobre 2014

Berlino, 1960 - Nazim Hikmet

In questa stagione calda penso a te
la tua nudità il tuo collo il tuo polso
il tuo piede sdraiato sul divano
come una rondine bianca
quello che mi dicevi

in questa stagione calda penso a te
non so che cosa penso di più
quello che vedevo con gli occhi
il tuo collo il tuo polso il tuo piede nudo
oppure quello che mi dicevi
donandoti a me

in questo calore giallo penso a te
in questo calore giallo in una stanza d’albergo
pensando a te
mi spoglio della mia solitudine
della mia solitudine che somiglia alla morte.


- Nazim Hikmet - 





Solo i battiti uniti del sesso
e del cuore insieme possono
creare l’estasi.

- Anaìs Nin - 





Mi hai chiamato
da una regione lontana.
Quando creammo il miracolo,
era tempo di nostalgia.
E con la tua bocca
hai sfiorato le valli
e i boschi fin nel profondo.

- Oskar Pastior -








Buona giornata a tutti :-)



lunedì 25 agosto 2014

Sono cent'anni che non ho visto il tuo viso - Nazim Hikmet -

Sono cent'anni che non ho visto il suo viso
che non ho passato il braccio
attorno alla sua vita
che non mi son fermato nei suoi occhi
che non ho interrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato
il calore del suo ventre
eravamo sullo stesso ramo insieme
eravamo sullo stesso ramo
caduti dallo stesso ramo ci siamo separati
e tra noi il tempo è di cent'anni
di cent'anni la strada
e da cent'anni nella penombra
corro dietro a te.



- Nazim Hikmet -



La ferita è il luogo attraverso cui la luce entra in te.

- Rumi - 




"Esiste una linea sottile che divide gli addii, da quelli pronunciati a quelli taciuti, i primi fanno male al cuore, i secondi toccano il punto più sensibile dell'anima."

(Floriana Antonelli)



La natura non tradisce mai il cuore che la ama.

(W. Wordsworth)




Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it