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mercoledì 23 luglio 2014

Atto di Affidamento alla Beata Vergine Maria pronunciato da Papa Francesco -



Beata Maria Vergine di Fatima,
con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna
uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni
che ti dicono beata.
Celebriamo in te le grandi opere di Dio,
che mai si stanca di chinarsi con misericordia
sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato,
per guarirla e per salvarla.
Accogli con benevolenza di Madre
l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia,
dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara.
Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi
e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.
Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo
e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.
Custodisci la nostra vita fra le tue braccia:
benedici e rafforza ogni desiderio di bene;
ravviva e alimenta la fede;
sostieni e illumina la speranza;
suscita e anima la carità;
guida tutti noi nel cammino della santità.
Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione
per i piccoli e i poveri ,
per gli esclusi e i sofferenti,
per i peccatori e gli smarriti di cuore:
raduna tutti sotto la tua protezione
e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il
Signore nostro Gesù.
Amen.




Affinché possiamo ottenere con certezza le Grazie, Dio ci ha messo nelle mani la chiave dei celesti tesori con la quale si ottiene tutto ciò che ci è necessario. Questa chiave è la preghiera. Chi non prega non si lamenti se cade e ricade sempre nei soliti falli e se languisce in fondo alla miseria 
(Beata Elena Guerra).





"Sono io come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce? (…) Sono io come quelle donne coraggiose, e come la mamma di Gesù, che erano lì, soffrivano in silenzio? Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il corpo di Gesù con amore, per dargli sepoltura? Sono io come queste due Marie che rimangono alla porta del Sepolcro, piangendo, pregando?"

– Papa Francesco, Domenica delle Palme, 13 Aprile 2014




Vergine Maria, che sei invocata
con il titolo di Madonna della salute
perchè in ogni tempo hai lenito
le umane infermità, ottieni a me e ai
miei cari la grazia della salute
e la forza di sopportare le sofferenze
della vita in unione a quelle di Cristo Redentore.

Ave,o Maria.

Vergine Maria, che sai risanare non solo
le infermità del corpo ma anche quelle
dello spirito, ottieni a me e ai miei cari
la grazia di essere liberi dal peccato
e da ogni male e di corrispondere sempre
all'amore di Dio.

Ave,o Maria.

Vergine Maria, madre della salute, ottieni
dal Signore per me e per i miei cari la
grazia della salvezza e fa'che possiamo
giungere a godere con te la beatitudine del cielo.

Ave,o Maria.

Prega per noi, Santa Maria, salute degli infermi.
Perchè siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro,
di godere sempre la salute del corpo
e dello spirito e,
per la gloriosa intercessione
di Maria Santissima sempre Vergine,
salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci
alla gioia senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.


Ave Maria

Ave, Maria, grátia plena, 
Dóminus tecum.
Benedícta tu in muliéribus,
et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta María, Mater Dei,
ora pro nobis peccatóribus,
nunc et in hora mortis nostræ.

Amen.


Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it




sabato 11 maggio 2013

Atto di affidamento e consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria - papa Benedetto XVI -

Madre Immacolata,
in questo luogo di grazia,
convocati dall'amore del Figlio tuo Gesù,
Sommo ed Eterno Sacerdote, noi,
figli nel Figlio e suoi sacerdoti,
ci consacriamo al tuo Cuore materno,
per compiere con fedeltà la Volontà del Padre.

Siamo consapevoli che, senza Gesù,
non possiamo fare nulla di buono (cfr Gv 15,5)
e che, solo per Lui, con Lui ed in Lui,
saremo per il mondo
strumenti di salvezza.

Sposa dello Spirito Santo,
ottienici l'inestimabile dono
della trasformazione in Cristo.
Per la stessa potenza dello Spirito che,
estendendo su di Te la sua ombra,
ti rese Madre del Salvatore,
aiutaci affinché Cristo, tuo Figlio,
nasca anche in noi.

Possa così la Chiesa
essere rinnovata da santi sacerdoti,
trasfigurati dalla grazia di Colui
che fa nuove tutte le cose.

Madre di Misericordia,
è stato il tuo Figlio Gesù che ci ha chiamati
a diventare come Lui:
luce del mondo e sale della terra
(cfr Mt 5, 13-14).

Aiutaci,
con la tua potente intercessione,
a non venir mai meno a questa sublime vocazione,
a non cedere ai nostri egoismi,
alle lusinghe del mondo
ed alle suggestioni del Maligno.

Preservaci con la tua purezza,
custodiscici con la tua umiltà
e avvolgici col tuo amore materno,
che si riflette in tante anime
a te consacrate
diventate per noi
autentiche madri spirituali.

Madre della Chiesa,
noi, sacerdoti,
vogliamo essere pastori
che non pascolano se stessi,
ma si donano a Dio per i fratelli,
trovando in questo la loro felicità.

Non solo a parole, ma con la vita,
vogliamo ripetere umilmente,
giorno per giorno,
il nostro "eccomi".

Guidati da te,
vogliamo essere Apostoli
della Divina Misericordia,
lieti di celebrare ogni giorno
il Santo Sacrificio dell'Altare
e di offrire a quanti ce lo chiedono
il sacramento della Riconciliazione.
Avvocata e Mediatrice della grazia,
tu che sei tutta immersa
nell'unica mediazione universale di Cristo,
invoca da Dio, per noi,
un cuore completamente rinnovato,
che ami Dio con tutte le proprie forze
e serva l'umanità come hai fatto tu.

Ripeti al Signore
 l'efficace tua parola:
"non hanno più vino" (Gv 2,3),
affinché il Padre e il Figlio riversino su di noi,
come in una nuova effusione,
lo Spirito Santo.

Pieno di stupore e di gratitudine
per la tua continua presenza in mezzo a noi,
a nome di tutti i sacerdoti,
anch'io voglio esclamare:
"a che cosa devo che la Madre del mio Signore
venga a me?" (Lc 1,43)

Madre nostra da sempre,
non ti stancare di "visitarci",
di consolarci, di sostenerci.
Vieni in nostro soccorso
e liberaci da ogni pericolo
che incombe su di noi.

Con questo atto di affidamento e di consacrazione,
vogliamo accoglierti in modo
più profondo e radicale,
per sempre e totalmente,
nella nostra esistenza umana e sacerdotale.

La tua presenza faccia rifiorire il deserto
delle nostre solitudini e brillare il sole
sulle nostre oscurità,
faccia tornare la calma dopo la tempesta,
affinché ogni uomo veda la salvezza
del Signore,
che ha il nome e il volto di Gesù,
riflesso nei nostri cuori,
per sempre uniti al tuo!
Così sia!

Benedetto PP.XVI

Preghiera del Papa nella chiesa della Santissima Trinità di Fatima


Fatima, mercoledì, 12 maggio 2010. 
Testo della preghiera pronunciata dal Santo Padre Benedetto XVI in occasione dell'Atto di affidamento e consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria, nella chiesa della Santissima Trinità di Fatima.



La testimonianza di un sacerdozio vissuto bene, nobilita la Chiesa, suscita ammirazione nei fedeli, è fonte di benedizioni per la Comunità, è la migliore promozione vocazionale, il più autentico invito perchè anche altri giovani rispondano positivamente agli appelli del Signore.
E' la vera collaborazione in vista della costruzione del Regno di Dio. "Penso che nessuno di noi sarebbe diventato sacerdote se non avessimo conosciuto sacerdoti convincenti nei quali ardeva il fuoco dell'amore di Cristo."

(Papa Benedetto XVI)


Beato Martín Martínez Pascual, anni 25, 18 agosto 1936, Valdealgorfa

“L’uomo è come un libero specchio 
si trasforma a immagine
Di ciò in cui affissa lo sguardo,
prende la forma da ciò che guarda”

- San Gregorio di Nissa -


La foto-agenzia EFE, riflette il volto di un sacerdote spagnolo, catturato dai miliziani repubblicani durante la guerra civile spagnola, alcuni momenti prima di essere fucilato il 18 di agosto del 1936. 
L'autore dell'istantanea è il fotografo tedesco Hans Gutmann. 
Il sacerdote dell'immagine è il beato Martín Martínez Pascual presbitero e martire, membro della Società di Sacerdoti Operai Diocesani. La fotografia l'aveva nel suo ufficio il Decano della Facoltà di Teologia di Madrid San Dámaso, Pablo Dominguez, morto qualche tempo fa in un incidente di montagna. Su questa fotografio, Pablo affermò: "La ottenni a Mosca, in un congresso. Mi piacque e, leggendo le frasi del riquadro, mi interessai alla cosa ancora di più. È la fotografia - mentre lo spiegava gli brillavano gli occhi, si sentiva emozionato e con voglia di imitarlo; sembrava che parlasse di sé - di un sacerdote spagnolo, il Beato Martín Martínez, operaio diocesano, naturale di Valdealgorfa (Teruel), diocesi di Saragozza. 

Fissatevi bene sul suo sguardo fermo, le braccia, sicuro e coraggioso..."

Beatificato, insieme ad altri otto sacerdoti, membri della Fraternità dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù,  il 1° ottobre 1995, da papa Giovanni Paolo II, che vanno ad aggiungersi all’ormai numeroso elenco di sacerdoti, religiosi, suore, vescovi, seminaristi e novizi, beatificati come martiri della sanguinaria e feroce guerra civile spagnola, 1936-1939,  storia recente della cattolicissima Spagna.




(Sui sacerdoti). I sacerdoti sono superiori sia agli angeli sia ai re…
Se incontro un sacerdote insieme a un angelo, per primo saluterò il sacerdote e, in seguito, l’angelo…
Io, non oso disapprovare nessun sacerdote, perché i sacerdoti hanno Cristo che li giudica e per ogni loro manchevolezza il nostro Cristo tiene un randello d’acciaio…
(Ma) Se aspiri a diventare sacerdote perché ti sembra una comoda occupazione, oppure per soddisfare la tua gloria personale, Dio ti condannerà e spedirà la tua anima all’inferno dove brucerà in eterno… Il sacerdote che con una mano tiene il santo Vangelo e con l’altra dice bugie e bestemmie è condannato per l’eternità e farebbe bene ad allontanarsi invocando la misericordia dell’Altissimo, perché è meglio che uno vada in Paradiso senza la stola sacerdotale piuttosto che stare all’inferno per l’eternità con la stola.
Un sacerdote impuro che compie azioni peccaminose, non svolge il suo dovere e invece cerca di salire nella gerarchia della Chiesa con il denaro, deve tenere presente che con azioni simili compra un posto all’inferno.

San Kosmas di Etolia 



11 Maggio  - Maria Vergine sostegno e difesa della Nostra Fede

Fioretto

Oggi reciterai tre volte il Credo durante la giornata. Al mattino appena alzato. A mezzogiorno prima del pranzo. Alla sera prima di dormire. Lo farai da solo o insieme agli altri e se possibile, in ginocchio, davanti ad un'immagine della Madonna, in segno di penitenza e pentimento.


Preghiera

Dio onnipotente ed eterno, che nella beata Vergine Maria, gloriosa madre del tuo Figlio, hai dato un sostegno e una difesa a quanti la invocano, concedi a noi per sua intercessione di essere forti nella fede, saldi nella speranza, perseveranti nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen


Buona giornata a tutti. :-)

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lunedì 19 novembre 2012

Il miracolo della Madonna di Fatima a Padre Pio, 6 agosto 1959 – Domenico Lucchetti -

Il 5 agosto del 1959 è una di quelle date fatidiche che rientrano negli avvenimenti più cari ella vita di Padre Pio.
Arriva finalmente a S. Giovanni Rotondo, la statua della Madonna di Fatima che viene portata in elicottero in tutti i capoluoghi di provincia.
Per San Giovanni Rotondo viene fatta un’eccezione.
Preparata da una serie di brevi catechesi svolte proprio da Padre Pio ammalato, la visita si rivela carica di suggestione oltre che di affetto verso la Madonna.
Durante la mattinata del 6 agosto il Padre può scendere in chiesa, soffermandosi più volte, seduto perché sfinito e seriamente malato, dinanzi all’immagine della Madonna di Fatima.
E, quale gesto affettuoso di tenerezza filiale offre, al bianco simulacro di Maria, la corona del rosario.
E’ il momento topico della visita del simulacro della Madonna a S. Giovanni. La statua viene abbassata fino al viso del Padre che finalmente la può baciare teneramente.
E’ lo stesso uomo, lo stesso innamorato di Maria, il sacerdote, che quarantaquattro anni prima, scrivendo a padre Agostino aveva così espresso i suoi teneri sentimenti verso l’Immacolata: "Vorrei avere una voce si forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna. Ma poiché ciò non è in mio potere, ho pregato, e pregherò il mio angiolino a compiere per me questo ufficio"(a Padre Agostino, il 1° maggio 1912, Epistolario pag. 277).
Tra le 14 o 15 del pomeriggio, l’elicottero con la statua della Madonna si alza in volo dalla terrazza della Casa Sollievo della sofferenza.
Davanti a Padre Pio che si trova affacciato alla finestra del coro della Chiesa, l’elicottero compie tre giri attorno alla piazza gremita di fedeli.
Poi s’allontana verso le Terre di Sicilia.
A questo punto, con gli occhi inumiditi dalla commozione, padre Pio rivolge a Maria un breve lamento intriso di abbandono filiale: "Madonna, Mamma mia, sei entrata in Italia e mi sono ammalato; ora te ne vai e mi lasci ancora malato" (Raffaele da S.Elia a Pianisi, ms. c. ff. 112-114. Cf Diario p. 187; G. CURCI, l’Innamorato della Madonna, o.c., pp. 46-47).
In questo stesso istante Padre Pio avverte come un brivido scorrere per tutta la persona e guarisce miracolosamente dal male che i medici gli avevano diagnosticato: un tumore alla pleura.
E’ lo stesso Padre Agostino, amico e direttore spirituale di Padre Pio fin dagli anni di seminario a confermare la guarigione immediata del frate stigmatizzato: "In un momento il Padre si sentì come una forza misteriosa nel suo corpo e disse ai confratelli: Sono guarito!"(Padre Agostino da S.Marco in Lamis, Diario, p.240) per la visita di Nostra Signora di Fatima a S. Giovanni Rotondo cfr. Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina, Crocifisso senza croce, Ed. omonime, pag. 424-425).
Per dare completezza alla narrazione di quanto avvenuto, bisogna riportare la testimonianza del dottor Giuseppe Sala, il quale precisa che "in quel tempo, il Padre era già clinicamente guarito dalla pleurite essudativa; si prevedeva una convalescenza, che si sarebbe potuta protrarre per mesi e mesi, salvo complicazioni, ignorandone l’esito e obbligando il paziente a sospendere la consueta attività.
Il dott. Sala riconosce che "padre Pio si riprese in modo inaspettato e con la terapia predisposta dai medici"(Lettera del dott. Giuseppe Sala, S.Giovanni Rotondo 24 settembre 1971, ms, in APG, ff. , in Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina, Crocifisso senza croce, ed omonime, pag. 426).
Un gruppo di medici ha l’occasione di fare visita a Padre Pio e rendersi pienamente consapevole di una guarigione istantanea e rapida, dallo stesso Padre Pio attribuita alla Madonna quando afferma con convinzione: " la Madonna è venuta qui, perché voleva guarire Padre Pio".


(Domenico Lucchetti)
San Giovanni Rotondo (Foggia)



Non bisogna scoraggiarsi, perché se nell'anima vi è il continuo sforzo di migliorare, alla fine il Signore la premia facendo fiorire in lei ad un tratto tutte le virtù come in un giardino fiorito.
(San Pio da Pietrelcina)

«Affido al cielo tutti i popoli e le nazioni del mondo e affido alla Vergine di Fatima tutti i sacerdoti».(Papa Benedetto XVI, Fatima 13 maggio 2010)


Lo Spirito di Dio è uno spirito di pace e anche nelle colpe più gravi ci fa sentire un dolore che è tranquillo, umile, con sicurezza, che è proprio a causa della sua misericordia.
Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa sentire, in quel dolore, rabbia contro noi stessi, che dobbiamo, al contrario, essere caritatevoli con noi stessi prima di tutto.
Quindi se ogni pensiero si agita, mai questa agitazione viene da Dio, che ti dà la pace, essendo lo Spirito di pace, ma dal diavolo.

- San Pio da Pietrelcina -


"Due cose al mondo non ti abbandonano mai, l' occhio di Dio che sempre ti vede e il cuore della mamma che sempre ti segue." - Padre Pio -


Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 16 maggio 2011

Preghiera alla Madonna di Fatima – Papa Benedetto XVI -

Signora Nostra
e Madre di tutti gli uomini e le donne,
eccomi come un figlio
che viene a visitare sua Madre
e lo fa in compagnia
di una moltitudine di fratelli e sorelle.

Come successore di Pietro,
a cui fu affidata la missione
di presiedere al servizio
della carità nella Chiesa di Cristo
e di confermare tutti nella fede
e nella speranza,
voglio presentare al tuo
Cuore Immacolato
le gioie e le speranze
nonché i problemi e le sofferenze
di ognuno di questi tuoi figli e figlie
che si trovano nella Cova di Iria
oppure ci accompagnano da lontano.

Madre amabilissima,
tu conosci ciascuno per il suo nome,
con il suo volto e la sua storia,
e a tutti vuoi bene
con la benevolenza materna
che sgorga dal cuore stesso di Dio Amore.

Tutti affido e consacro a te,
Maria Santissima,
Madre di Dio e nostra Madre.

Il Venerabile Papa Giovanni Paolo II,
che ti ha visitato per tre volte, qui a Fatima,
e ha ringraziato quella «mano invisibile»
che lo ha liberato dalla morte
nell’attentato del tredici maggio,
in Piazza San Pietro, quasi trenta anni fa,
ha voluto offrire al Santuario di Fatima
un proiettile che lo ha ferito gravemente
e fu posto nella tua corona di Regina della Pace.

È di profonda consolazione
sapere che tu sei coronata
non soltanto con l’argento
e l’oro delle nostre gioie e speranze,
ma anche con il «proiettile»
delle nostre preoccupazioni e sofferenze.

Ringrazio, Madre diletta,
le preghiere e i sacrifici
che i Pastorelli
di Fatima facevano per il Papa,
condotti dai sentimenti
che tu hai ispirato loro nelle apparizioni.

Ringrazio anche tutti coloro che,
ogni giorno,
pregano per il Successore di Pietro
e per le sue intenzioni
affinché il Papa sia forte nella fede,
audace nella speranza e zelante nell’amore.

Madre diletta di tutti noi,
consegno qui nel tuo Santuario di Fatima,
la Rosa d’Oro
che ho portato da Roma,
come omaggio di gratitudine del Papa
per le meraviglie che l’Onnipotente
ha compiuto per mezzo di te
nei cuori di tanti che vengono pellegrini
a questa tua casa materna.

Sono sicuro che i Pastorelli di Fatima
i Beati Francesco e Giacinta
e la Serva di Dio Lucia di Gesù
ci accompagnano in quest’ora di supplica e di giubilo.

(Papa Benedetto XVI)


Papa Benedetto XVI, visitando alcuni insigni santuari mariani, ha donato una rosa d'oro quale segno di pietà e devozione. Si tratta di un gesto antico, riservato al Papa e mai caduto in disuso: Paolo VI donò la rosa d'oro al santuario di Fátima nel 1965 e a quello della Vergine di Guadalupe nel 1966, mentre Giovanni Paolo II la inviò alla Madonna nera di Jasna Góra nel 1982.

Originariamente la rosa d'oro indicava principalmente gioia e allegrezza per la Pasqua imminente, e aveva un profondo significato cristologico, in quanto essa rappresentava il giglio delle valli, il fiore di campo: cioè Cristo. All'unico Signore si chiedeva che la Chiesa, per mezzo delle buone opere, potesse associarsi alla fragranza di quel fiore e spandere il buon profumo di Cristo nel mondo. Così, a chi la riceveva in dono, veniva riconosciuto il compito di portare il buon odore di Cristo, con la vita e le opere al servizio della Chiesa. Anche il dono a una chiesa o a un santuario mariano riconduceva allo stesso significato: portare Cristo al mondo.



Roma, 13 maggio 1981,
attentato al Papa


Divina  Misericordia. È stato Giovanni Paolo II a introdurre nel calendario liturgico la festa della Divina Misericordia, la domenica dopo Pasqua. Lui stesso è morto il giorno di questa festa e per questo è stata scelta come data per la sua beatificazione. Il culto era stato diffuso dalla suora polacca Faustina Kowalska, che lui volle proclamata beata e santa. Da giovane operaio e seminarista clandestino Wojtyla da suor Faustina imparò a pregare Gesù Misericordioso. La sua enciclica Dives in Misericordia è ispirata da questa devozione.


L'allora vescovo Luciani con papa Giovanni XXIII.
Il 10  luglio del 1977 il cardinale Albino Luciani, molto devoto alla Madonna di Fatima, vi si reca in pellegrinaggio e  incontra al Carmelo di Coimbra suor Lucia.
Ad  un anno dall’attentato di Ali Agca, Giovanni Paolo II venne aggredito una seconda volta. E rimase ferito. Il racconto e’ stato fatto dal suo segretario personale, il cardinale polacco Stanislaw Dziwisz. In un documentario britannico, infatti, il segretario racconta la vita del papa scomparso. E anche alcuni retroscena sconosciuti. Don Juan Fernandez Krohn, un prete spagnolo, il 12 maggio del 1982, mentre papa Giovanni Paolo II si trovava a Fatima in visita tento’ di uccidere il pontefice con un pugnale. In quell’occasione venne ferito, mentre l’aggressore venne arrestato dalla polizia.
“Adesso posso rivelare che il Santo Padre rimase ferito. Ricordo che quando tornammo nella stanza c’era del sangue“.


 “Uomini, siate uomini” .
Papa Paolo VI il  13 maggio 1967, nel cinquantesimo anniversario della prima apparizione di Fatima, andò in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Fatima e scrisse un’enciclica per l’occasione. In precedenza il papa aveva donato una rosa dorata al Santuario affinché fossero affidate a Maria le sorti del mondo.





Buona giornata a tutti. :-)

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