Visualizzazione post con etichetta Abbè Pierre. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Abbè Pierre. Mostra tutti i post

lunedì 28 giugno 2021

Il mistero del male. La bellezza che salva - Padre Abbé Pierre

La situazione del mondo è tale, che ci è impossibile non interrogare Dio. 
Dio che è eterno Amore, Amore infinito. 
Personalmente, nei miei 93 anni ormai, avendo anche avuto l'occasione di vedere e di toccare con mano, in ogni angolo della terra, tante miserie, tante ingiustizie, tanti mali, tanti crimini, tanti delitti di ogni sorta, più di una volta ho osato chiedere: "Dio mio, ma perché? A che gioco stai giocando? Forse al massacro dell'umanità?". 
Ho letto da qualche parte che anche Woody Allen, lui pure ferito da questa crudele realtà, ha esclamato: "se Dio esiste, spero abbia una spiegazione di tutto questo...".
E' comprensibile non capire questa "assenza" di Dio, e gridargli con tutto l'Amore e anche la rabbia che abbiamo dentro di noi: "Signore basta! Quanti miliardi di persone innocenti devono ancora soffrire e morire ingiustamente?". Certo, amo Dio profondamente e credo con tutte le mie forze che Lui può tutto, anzi è Tutto, ma non posso stare zitto. Di questa situazione del mondo, non capisco nulla. Non capisco nulla, ma a differenza di Woody Allen che "spera", io sono che Dio ha una spiegazione.
Credo nella perfezione infinita di Dio, ma nello stesso tempo mi interrogo, devo interrogarmi sul perché di questa sofferenza così ingiusta e detestabile.
E so benissimo che mentre io sento il bisogno, il dovere di gridare a Dio: "Mio Dio, basta!".
Lui pure, a sua volta, avendoci dotati di intelligenza e di responsabilità, potrebbe gridarci ugualmente: "Basta!". E chiederci conto di come mai, anziché utilizzare la nostra intelligenza, le nostre risorse e le nostre conoscenze per alimentare sulla terra solo paure e guerre, per disumani sfruttamenti dei più deboli, per rompere l'armonia del creato spezzando le regole che regolano l'ambiente, non mettiamo le nostre qualità migliori al servizio dell'umanità, cominciando dai più deboli e dai più sofferenti. Gridiamo pure "Basta" a Dio, ma sappiamo anche ascoltare i suoi "Basta"... questo non ci impedisce di vedere la bellezza e la bontà che pur esistono nel mondo: nella vita che comincia, ovunque e comunque, nell'immensità del mare, nell'incanto delle stelle, soprattutto nella gioia del sorriso dei bimbi... questi doni che Dio ci fa di continuo possono essere una prima spiegazione alle nostre giuste interpellanze di Dio. E devono essere anche le ragioni per dare, da parte nostra, la risposta alle interpellanze di Dio nei nostri confronti. 
Non possiamo dimenticare che la prima risposta di Dio ai nostri interrogativi sull'esistenza del male nel mondo è la reale presenza di Gesù nell'Eucaristia. Questa presenza esige coerenza nella vita di noi cristiani. Pur non dandoci la risposta, l'Eucaristia ci indica da che parte stare, concretamente, in questo mondo minato dall'odio, dal terrorismo, dalla miseria e dalla sofferenza, non solo materiale, di troppo miliardi di figli di Dio. Innocenti. 
Ci dà la forza di non scoraggiarci, pur così terribilmente fragili. 
Ci rende capaci, se lo vogliamo, di donarci tutti agli altri, ben sapendo che non possiamo essere felici prendendo ma donandoci senza riserva, senza altri calcoli, senza speculazione alcuna, agli altri. 
E non dimentichiamo che lo spirito di Dio soffia. Dove e come vuole. Una "sveglia" per tutti gli umani.

- Padre Abbè Pierre - 


Tutti dicono di essere per i diritti dell’uomo, e l’uomo è sempre più minacciato e avvilito e oppresso.
Tutti dicono di volere la pace e nel loro cuore non fanno che ordire sopraffazioni e rapine.
Signore, ti chiediamo che si avveri il canto di tua madre: rovescia dai loro alti troni quanti si fidano solo del potere, continua a esaltare gli umili,a ricolmare di beni gli affamati, a mandare a
mani vuote i ricchi.

- Padre Davide Maria Turoldo - 



Perdonare da bene

Gesù ha insegnato a perdonare “settanta volte sette”, cioè sempre. Si deve perdonare per non essere ulteriormente vittima del male subito. Infatti, fino a quando non si perdona, il male subito agisce in noi provocando malessere, desiderio di vendetta, collera, disarmonia. La nostra energia interiore ne viene risucchiata, sporcata. Occorre perdonare anzitutto per il bene di se stessi, un perdono primariamente come oblio, come cessazione del rapporto, per evitare che il ricordo del male perpetuamente alimenti altro male, in una perversa spirale che tira all’ingiù, a danno di chi la coltiva in se stesso (non a caso Aristotele, sempre così attento alla concretezza biologica, scriveva che “chi non è incline al pentimento è incurabile”). Solo in un secondo tempo, per chi ne sarà capace, potrà sorgere il perdono anche come attivo sentimento verso colui che ci ha procurato del male. Ma il primo livello biologicamente necessario è alla portata di tutti, per evitare di essere continuamente risucchiati dal gorgo del male subito, visto che il male genera male, produce malessere.


- Vito Mancuso - 


La  grandezza dell’Uomo e la benigna Misericordia di Dio….....

...L'incarnazione di Dio non è il risultato di un'ascesa dell'uomo, ma il risultato di un abbassamento di Dio. 
L'ascesa dell'uomo, il tentativo di creare, di generare Dio da sé, di raggiungere il superuomo, quest'impresa è già miseramente fallita nel paradiso terrestre. L'uomo che vuole diventare egli stesso Dio, e che con sentimenti autoritari cerca di prendere le stelle, approda sempre, alla fine, all'autodistruzione...
Ciò che conta è l'obbedienza, l'umiltà nei confronti della parola di Dio. 
"Un bambino piccolo, un operaio carico di lavoro si trovano, se credono, più in alto dei grandi asceti" (J. Daniélou), perché la salvezza non scaturisce dalla grandezza dell'uomo, ma dalla benigna misericordia di Dio...

- Papa Benedetto XVI - 
da "Dogma e predicazione" 



Buona giornata a tutti. :-)


seguimi sulla mia pagina YouTube



venerdì 18 settembre 2015

Il mistero del male. La bellezza che salva - Padre Abbé Pierre -

La situazione del mondo è tale, che ci è impossibile non interrogare Dio. 
Dio che è eterno Amore, Amore infinito. 
Personalmente, nei miei 93 anni ormai, avendo anche avuto l'occasione di vedere e di toccare con mano, in ogni angolo della terra, tante miserie, tante ingiustizie, tanti mali, tanti crimini, tanti delitti di ogni sorta, più di una volta ho osato chiedere: "Dio mio, ma perché? A che gioco stai giocando? Forse al massacro dell'umanità?". 
Ho letto da qualche parte che anche Woody Allen, lui pure ferito da questa crudele realtà, ha esclamato: "se Dio esiste, spero abbia una spiegazione di tutto questo...".
E' comprensibile non capire questa "assenza" di Dio, e gridargli con tutto l'Amore e anche la rabbia che abbiamo dentro di noi: "Signore basta! Quanti miliardi di persone innocenti devono ancora soffrire e morire ingiustamente?". Certo, amo Dio profondamente e credo con tutte le mie forze che Lui può tutto, anzi è Tutto, ma non posso stare zitto. Di questa situazione del mondo, non capisco nulla. Non capisco nulla, ma a differenza di Woody Allen che "spera", io sono che Dio ha una spiegazione.
Credo nella perfezione infinita di Dio, ma nello stesso tempo mi interrogo, devo interrogarmi sul perché di questa sofferenza così ingiusta e detestabile.
E so benissimo che mentre io sento il bisogno, il dovere di gridare a Dio: "Mio Dio, basta!".
Lui pure, a sua volta, avendoci dotati di intelligenza e di responsabilità, potrebbe gridarci ugualmente: "Basta!". E chiederci conto di come mai, anziché utilizzare la nostra intelligenza, le nostre risorse e le nostre conoscenze per alimentare sulla terra solo paure e guerre, per disumani sfruttamenti dei più deboli, per rompere l'armonia del creato spezzando le regole che regolano l'ambiente, non mettiamo le nostre qualità migliori al servizio dell'umanità, cominciando dai più deboli e dai più sofferenti. Gridiamo pure "Basta" a Dio, ma sappiamo anche ascoltare i suoi "Basta"... questo non ci impedisce di vedere la bellezza e la bontà che pur esistono nel mondo: nella vita che comincia, ovunque e comunque, nell'immensità del mare, nell'incanto delle stelle, soprattutto nella gioia del sorriso dei bimbi... questi doni che Dio ci fa di continuo possono essere una prima spiegazione alle nostre giuste interpellanze di Dio. E devono essere anche le ragioni per dare, da parte nostra, la risposta alle interpellanze di Dio nei nostri confronti. 
Non possiamo dimenticare che la prima risposta di Dio ai nostri interrogativi sull'esistenza del male nel mondo è la reale presenza di Gesù nell'Eucaristia. Questa presenza esige coerenza nella vita di noi cristiani. Pur non dandoci la risposta, l'Eucaristia ci indica da che parte stare, concretamente, in questo mondo minato dall'odio, dal terrorismo, dalla miseria e dalla sofferenza, non solo materiale, di troppo miliardi di figli di Dio. Innocenti. 
Ci dà la forza di non scoraggiarci, pur così terribilmente fragili. 
Ci rende capaci, se lo vogliamo, di donarci tutti agli altri, ben sapendo che non possiamo essere felici prendendo ma donandoci senza riserva, senza altri calcoli, senza speculazione alcuna, agli altri. 
E non dimentichiamo che lo spirito di Dio soffia. Dove e come vuole. Una "sveglia" per tutti gli umani.

- Padre Abbè Pierre - 


Tutti dicono di essere per i diritti dell’uomo, e l’uomo è sempre più minacciato e avvilito e oppresso.
Tutti dicono di volere la pace e nel loro cuore non fanno che ordire sopraffazioni e rapine.
Signore, ti chiediamo che si avveri il canto di tua madre: rovescia dai loro alti troni quanti si fidano solo del potere, continua a esaltare gli umili,a ricolmare di beni gli affamati, a mandare a
mani vuote i ricchi.

- Padre Davide Maria Turoldo - 



Perdonare da bene

Gesù ha insegnato a perdonare “settanta volte sette”, cioè sempre. Si deve perdonare per non essere ulteriormente vittima del male subito. Infatti, fino a quando non si perdona, il male subito agisce in noi provocando malessere, desiderio di vendetta, collera, disarmonia. La nostra energia interiore ne viene risucchiata, sporcata. Occorre perdonare anzitutto per il bene di se stessi, un perdono primariamente come oblio, come cessazione del rapporto, per evitare che il ricordo del male perpetuamente alimenti altro male, in una perversa spirale che tira all’ingiù, a danno di chi la coltiva in se stesso (non a caso Aristotele, sempre così attento alla concretezza biologica, scriveva che “chi non è incline al pentimento è incurabile”). Solo in un secondo tempo, per chi ne sarà capace, potrà sorgere il perdono anche come attivo sentimento verso colui che ci ha procurato del male. Ma il primo livello biologicamente necessario è alla portata di tutti, per evitare di essere continuamente risucchiati dal gorgo del male subito, visto che il male genera male, produce malessere.


- Vito Mancuso - 


La  grandezza dell’Uomo e la benigna Misericordia di Dio….....

...L'incarnazione di Dio non è il risultato di un'ascesa dell'uomo, ma il risultato di un abbassamento di Dio. 
L'ascesa dell'uomo, il tentativo di creare, di generare Dio da sé, di raggiungere il superuomo, quest'impresa è già miseramente fallita nel paradiso terrestre. L'uomo che vuole diventare egli stesso Dio, e che con sentimenti autoritari cerca di prendere le stelle, approda sempre, alla fine, all'autodistruzione...
Ciò che conta è l'obbedienza, l'umiltà nei confronti della parola di Dio. 
"Un bambino piccolo, un operaio carico di lavoro si trovano, se credono, più in alto dei grandi asceti" (J. Daniélou), perché la salvezza non scaturisce dalla grandezza dell'uomo, ma dalla benigna misericordia di Dio...

- Papa Benedetto XVI - 
da "Dogma e predicazione" 



Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 15 febbraio 2012

Giovani, pensateci! – Abbè Pierre

Giovani, pensateci!
Voi siete destinati, che lo vogliate o no,
ad essere la più infelice di tutte le generazioni umane,
o la più felice di tutte.

Sarete i più infelici se, stupidi come in così larga misura
siamo stati noi prima di voi,
contribuirete a lasciarvi trascinare nell'insulsaggine
e nella vergogna dell'idolatria di voi stessi,
a credere che la gioia di vivere sia: Io, Io, Io,
la Mia camera, la Mia fortuna, i Miei soldi...

Guai a voi se vi trovaste ancora
in questo accecamento, in questo abominio!
Guai a voi, perché se fino a ieri
qualcuno ha potuto credere di poter conservare
il proprio benessere materiale pensando solo a sé,
per voi - ed è la vostra fortuna - questo è finito.

Ma voi potrete essere i più felici
tra i figli dell'uomo, tra i figli di Dio,
se finalmente capirete che la felicità di vivere
sta nel cercare la propria gioia
mettendosi al servizio della gioia di tutti.

Se finalmente capirete che il modo di impegnare la vita
è amare il prossimo come se stessi,
vale a dire servirlo prima di me,
se è meno felice di me.

(Abbè Pierre)

Antoine Grouès, detto Abbé Pierre (1912 – 2007) sacerdote francese, fondatore nel 1949 della Compagnia d’Emmaus, un organizzazione per i poveri ed i rifugiati.

Se voi siete dei giovanotti e delle ragazze che vogliono "la mia gioia", "la mia ricchezza", "la mia riuscita", allora sarete i più disgraziati tra gli abitatori della terra... Ma se voi comprendete che la gioia di ogni essere umano è di essere servitore della gioia di tutti, allora voi sarete la più felice di tutte le generazioni, perché avete in mano dei mezzi che mai l'umanità ha avuto per liberare i poveri dalla miseria. (citato in Uomini come noi, p. 100)