martedì 8 agosto 2017

da: "L'osteria volante" di Chesterton Gilbert Keith

«Sai, Hump», disse, «penso che gli uomini d'oggi hanno delle idee completamente sbagliate sulla vita umana. 
Sembrano aspettarsi dalla Natura quello che la Natura non ha mai promesso e fanno di tutto per distruggere quello che la Natura ha effettivamente dato. 
In tutte le cappelle atee degli Ivywood non si fa altro che parlare di Pace, della Pace Perfetta, della Pace Assoluta, della Gioia Universale e dei Cuori che battono all'unisono. 
Ma poi non sembrano particolarmente sereni: non appena finito di parlare, cosa fanno? 
Distruggono migliaia di scherzi magnifici, di storie magnifiche, di canzoni magnifiche e di amicizie magnifiche... 
«Insomma,» continuò, «mi sembra che sia chiedere troppo, per ottenere troppo poco. 
Non so se Dio voglia che gli uomini siano felici nel senso di una Felicità totale e assoluta. Ma sono sicuro che Dio vuole che gli uomini si divertano un pò; e, per quanto mi riguarda, intendo continuare a divertirmi. 
Forse il mio cuore non sarà appagato, ma almeno sarà gratificata la mia natura. I cinici, che si credono tanto intelligenti, hanno un motto, "Sii buono e sarai felice, anche se non ti divertirai." 
I cinici, come al solito, si sbagliano in pieno: sono in possesso dell'esatto opposto della verità. 
Io non ho mai fatto particolari sforzi per essere buono, Dio me n'è testimone; ma anche un mascalzone, a volte, si ritrova a dover combattere contro il mondo intero, proprio come i santi. 
Ho combattuto contro il mondo intero, et militavi non sine... come si dice, in latino, "spassarsela"? 
Non potrò certo aspirare alla Pace e alla Gioia e via dicendo, men che meno qui, tra i miei cespugli di erica. 
Non sono mai stato felice, Hump, ma mi sono divertito molto.» 

- Chesterton Gilbert Keith - 
da: "L'osteria volante", ed. Lindau



Rimase lì immobile piuttosto a lungo, senza dire una parola. 
Nel profondo della melma indurita del suo cervello da materialista, si agitavano due cose, i suoi nemici storici: l'antica favola, secondo cui si può credere a qualunque cosa, e il moderno scetticismo, secondo cui non si può credere a niente, nemmeno a quello che si vede con i propri occhi. 
Non c'era nessuna insegna, nessun segno di un'insegna in tutto il paesaggio.
Sul volto avvizzito del vecchio Marne si scorgeva una fioca rinascita di quella risata che, dal Medioevo, è rimasta in letargo. 

- Chesterton Gilbert Keith -
da: "L'osteria volante", ed. Lindau




«I pensieri più profondi sono luoghi comuni», disse Dalroy. 
«È per questo che credo nella Democrazia, al contrario di te, brutto e sporco Conservatore Britannico. 
E il luogo comune più profondo di tutti è quel "Vanitas Vanitatum" che non è pessimismo, ma l'esatto opposto del pessimismo. 
È la vanità dell'uomo che ci spinge a pensare che debba essere un Dio. 
Penso a questa galleria e a quel povero vecchio pazzo che si aggirava sul prato mentre la costruivano, l'animo infiammato di aspettative per il futuro. 
Già vedeva il mondo cambiato e i mari gremiti delle sue nuove imbarcazioni; e adesso,» e la voce di Dalroy si spezzò, «adesso tutto quel che rimane è un buon pascolo per l'asino e una quiete assoluta.»
«Sì,» disse Pump, facendogli capire di sapere benissimo che stava pensando anche a qualcos'altro. Il Capitano continuò sognante:
«E penso a un altro Lord Ivywood che passerà alla storia: anche la sua visione è grandiosa. Sì, dopotutto si tratta di una grandiosa visione e Ivywood sarà anche presuntuoso, ma è coraggioso. 
Anche lui vuole scavare una galleria - tra l'Oriente e l'Occidente - per rendere più inglese l'Impero Indiano; per compiere ciò che lui chiama "l'orientalizzazione" dell'Inghilterra, e che io chiamo la rovina della cristianità. E mi chiedo se l'ingegno acuto e la coraggiosa volontà di un pazzo siano davvero abbastanza forti per scavare come sembra quella galleria. 
O se invece, nella vostra Inghilterra, ci sia ancora abbastanza vitalità per lasciare la sua galleria nello stato di questa, sommersa dalle foreste inglesi e consumata dal mare inglese». 

- Chesterton Gilbert Keith
da: "L'osteria volante", ed. Lindau



Buona giornata a tutti. :-)








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