mercoledì 20 gennaio 2016

Qui - Wislawa Szymborska

Non so come dove,
ma qui sulla Terra c’è parecchio di tutto.
Qui si producono sedie e tristezze,
forbicette, violini, sensibilità, transistor,
dighe, scherzi, tazzine.
Forse altrove c’è di tutto di più,
soltanto per ovvie ragioni là mancano dipinti,
cinescopi, ravioli, fazzoletti per lacrime.
Qui ci sono tanti posti con dintorni.
Alcuni puoi amarli in modo speciale,
chiamarli a modo tuo
e proteggere dal male.
Forse altrove ci sono luoghi simili,
però nessuno li ritiene belli.
Forse come in nessun luogo, o in pochi luoghi,
hai qui un tronco separato,
e con esso le cose occorrenti,
affinché ai bimbi altrui tu aggiunga i tuoi.
Inoltre hai braccia, gambe e una testa stupita.
L’ignoranza qui viene lavorata,
continuamente qualcosa calcola, confronta, misura,
estrae con ciò deduzioni e radici.
Lo so, lo so, che cosa pensi.
Niente qui di solido,
perché da sempre per sempre siamo in balìa della furia degli elementi.
Ma osservi – gli elementi si stancano facilmente
e debbono talvolta lungamente riposare
fino alla volta successiva.
E so che cosa pensi ancora.
Guerre, guerre, guerre.
Pure tra di esse capitano delle pause.
Attenti! – gli uomini sono cattivi.
Calma! – gli uomini sono buoni.
Stando sull’attenti non si produce nulla.
Nella calma col sudore della fronte si costruiscono le case
e presto vi si abita.
La vita sulla terra viene fuori abbastanza a buon mercato.
Per i sogni per esempio qui non paghi un centesimo.
Per le illusioni – solo quando svaniscono.
Per il possesso del corpo – soltanto con il corpo.
E se questo è ancora poco,
giri senza biglietto nella giostra dei pianeti,
insieme con essi, gratuitamente, nella bufera galattica,
in epoche così vertiginose,
che nulla qui sulla Terra ha neppure il tempo di tremare.
Allora osserva bene:
il tavolo sta dove stava,
sul tavolo il foglio, così come fu messo,
per la finestra socchiusa soltanto un buffo d’aria,
e nella parete nessuna grossa crepa,
per la quale dovunque ti soffierebbe.


- Wislawa Szymborska - 





“Tutto – 
una parola sfrontata e gonfia di boria. 
Andrebbe scritta fra virgolette. 
Finge di non tralasciare nulla, 
di concentrare, includere, contenere e avere. 
E invece è soltanto 
un brandello di bufera.”

- Wisława Szymborska, Tutto





E quasi non bastassero
i dolori della vita
ci uccideremo con le parole.

- Wisława Szymborska - 





Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it



2 commenti:

Sari ha detto...

ME-RA-VI-GLIO-SA !
Che donna meravigliosa era mai questa poetessa dal nome così difficile da pronunciare e scrivere. Lei, invece, sapeva scrivere con facilità di cose grandi e le sue parole gentili ci permettono, ancora oggi, di immergerci fra le sue strofe uscendone ristorate e ben vestite.

Stefania ha detto...

Ciao Sari. Hai ragione anch'io l'adoro.