domenica 22 febbraio 2015

Omaggio a don Luigi Giussani

"Vorrei comunicarvi alcuni tra gli aspetti più affascinanti e persuasivi del cammino che ho fatto nella mia vita.
Innanzitutto mi permetterete di ricordare l’istante della mia vita in cui, per la prima volta, ho capito che cos’era l’esistenza di Dio.
Ero in prima liceo classico, in seminario, e facevamo lezione di canto; normalmente, per il primo quarto d’ora, il professore spiegava storia della musica, facendoci anche ascoltare alcuni dischi. Anche quel giorno si fece silenzio, incominciò a girare il disco a 78 giri e improvvisamente, si udì il canto di un tenore allora famosissimo, Tito Schipa; con una voce potente e piena di vibrazioni ha incominciato a cantare un’aria del quarto atto de "La Favorita" di Donizetti: «Spirto gentil de’ sogni miei, brillasti un dì ma ti perdei. Fuggi dal cor lontana speme, larve d’amor fuggite insieme».
Dalla prima nota a me è venuto un brivido.
Che cosa significasse quel brivido l’avrei capito lentamente con gli anni che passavano; solo il tempo, infatti, fa capire che cosa è il seme, come dice l’omonima, bella canzone, e cosa ha dentro. Uno può capire cos’è un seme se ne ha già visto lo sviluppo; ma la prima volta che vede il seme non può capire che cosa contenga. Così fu per me quel primo istante di brivido in cui ebbi la percezione di quello struggimento ultimo che definisce il cuore dell’uomo quando non è distratto da vanità che si bruciano in pochi istanti."

- Luigi Giussani -
da: "Realtà e giovinezza. La sfida", Sei, Torino 1995




Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam!
"Abbiate il gusto delle giaculatorie, che sono gli adempimenti che Dio ottiene per se stesso nel vuoto, nella distrazione altrimenti vasta delle nostre giornate.
La giaculatoria che vi raccomando per la vostra santità, perché la permanenza della fede e della carità in voi sia più assicurata, è Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam: vieni, o Spirito Santo, tu che hai creato il mondo, che hai creato il mondo e che l’hai redento, l’hai ricreato nella tua azione contro il male, tu che hai reso presente nell’uomo la possibilità di combattere il male; veni per Mariam, vieni in me attraverso la mediazione della Madonna, attraverso l’applicazione del disegno di Dio sulla madre di Cristo."

- Luigi Giussani -




"Vorrei ricordare qui che don Giussani mi raccontava in segreto il momento in cui ha scoperto il senso più abissale della sua posizione di prete e di uomo. Poco dopo essere stato ordinato, in una delle prime confessioni, si trovò di fronte a un giovane che non riusciva a parlare. Don Giussani lo esortava: “Non c’è niente che tu abbia fatto che non possa essere perdonato”. Ma l’altro faceva fatica, e don Giussani, con le parole che riesce a tirare fuori dalla sua fede e dalla sua umanità, lo invitava fraternamente. A un certo punto sentì questo giovane dire: “Ho ucciso un uomo”. Don Giussani stette lì un attimo, un’eternità, e poi rispose: “Solo uno?”. Mi raccontava quindi che lì capì che cosa siano la carità, la fraternità, l’amore, che cosa sia il perdono. Il ragazzo scoppiò a piangere. Da allora divennero, credo, amici; il ragazzo andò a confessare alle autorità il suo gesto e divennero amici».

(da un'intervista a Giovanni Testori)




"La solitudine infatti non è essere da solo, ma è l’assenza di un significato. 
Si può essere in mezzo a milioni di persone ed essere soli come cani, se non hanno significato quelle presenze."
“ L’incomunicabilità come difficoltà di dialogo e comunicazione rende a sua volta più tragica la solitudine che l’uomo prova di fronte al proprio destino. Di fronte al destino come assenza di significato l’uomo prova una solitudine terribile. La solitudine infatti non è essere da solo, ma è l’assenza di un significato. Si può essere in mezzo a milioni di persone ed essere soli come cani, se non hanno significato quelle presenze.
La solitudine che si accusa nella vita comune è accusa ad una propria presenza nella vita comune senza intelligenza del significato. 

Si è lì senza riconoscere ciò che unisce, e allora il più piccolo sgarbo diventa una obiezione che fa crollare tutta la impalcatura della fiducia.
Inversamente, quando uno ha coscienza del motivo adeguato per cui è con gli altri, anche se tutti fossero distratti o incomprensivi, non sarebbe affatto solo.”.

- Don Luigi Giussani -
da "Il senso religioso", Rizzoli 




"...La famiglia missionaria è quella che guarda l'orizzonte: guarda tutto l'orizzonte aperto da Cristo e col desiderio lo percorre tutto, mentre con pazienza quotidiana, intelligente costruisce la Chiesa in se stessa e attorno a sé".

Luigi Giussani in 
"Breve catechesi sul matrimonio"
di Antonio Sicari 






La santità è abbracciare gli uomini e le cose
 trasformando questo in cammino e in grido,
un grido che proclama
come la sostanza di tutto sia Cristo,
come quell'abbraccio sia Suo e non nostro.

- don Luigi Giussani -





Buona giornata a tutti. :-)







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