lunedì 18 febbraio 2013

Mi puoi sostituire? - Eric Pearlman -

Mi puoi sostituire, Signore?

Non per molto.

Forse bastano anche solo

un paio di giorni.

Prendi il mio posto.

Diventa me:

mettiti i miei pantaloni,

il mio giaccone blu,

il mio berretto di lana.

Timbra il cartellino alle 7

e, nella pausa pranzo,

vai tu a parlare col capo officina.

Quando torni a casa,

spiega tu a mia moglie

che anche questo mese sarà dura.

Spiega tu a Michele

che si deve tenere gli occhiali vecchi

ancora per un po'

perché mancano i soldi

per quelli nuovi.

Passa tu la notte da mia madre,

in quell'ospedale

che sembra una prigione.

Sistema tu,

almeno qualcuno dei mille casini

che mi sono piovuti addosso.

Non sono un vigliacco, Signore!

Se ti chiedo di prendere il mio posto

è solo perché ho paura

di non essere all'altezza

e so che tu potresti sistemare tutto.

Se ti chiedo di prendere il mio posto

è perché forse non ho ancora capito

che tu l'hai già preso una volta

e non hai scelto scorciatoie.

Ci sei stato dentro nella vita,

fino al collo,

fino alla croce

fino al mattino di Pasqua.

Resto io al mio posto, Signore.

Ma tu

stammi vicino.
(Eric Pearlam)




"Se vuoi diventare qualcuno, caro ragazzo, cara ragazza, genitore, sacerdote, vescovo, se vuoi diventare qualcuno, se vuoi raggiungere una certa maturità e la pienezza del tuo essere umano, ricordati: ciò deve costare. La croce è infissa al centro stesso dello sviluppo essenziale dell'uomo". 

- Beato Giovanni Paolo II -



Inno alla Carità, Inno all'Amore San Paolo

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità,
sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante.
Se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne,
ma non avessi la carità,
non sarei nulla.
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo per essere arso,
e non avessi la carità,
non mi gioverebbe a nulla.
La carità è paziente,
è benigna la carità;
la carità non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
ma si compiace della verità;
tutto tollera, tutto crede,
tutto spera, tutto sopporta.
La carità non verrà mai meno.
Le profezie scompariranno;
il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà;
conosciamo infatti imperfettamente,
e imperfettamente profetizziamo;
ma quando verrà la perfezione, sparirà ciò che è imperfetto.
Quando ero bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Da quando sono diventato uomo,
ho smesso le cose da bambino.
Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro;
ma allora vedremo faccia a faccia.
Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente,
come perfettamente sono conosciuto.
Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità;
ma la più grande di esse è la carità.

S. Paolo – Prima lettera ai Corinzi 13,1



Gesù si mostra solidale con noi, con la nostra fatica di convertirci, di lasciare i nostri egoismi, di staccarci dai nostri peccati, per dirci che se lo accettiamo nella nostra vita Egli è capace di risollevarci e condurci all’altezza di Dio Padre. E questa solidarietà di Gesù non è, per così dire, un semplice esercizio della mente e della volontà. Gesù si è immerso realmente nella nostra condizione umana, l’ha vissuta fino in fondo, fuorché nel peccato, ed è in grado di comprenderne la debolezza e la fragilità. 

Benedetto XVI Omelia Domenica, 13 gennaio 2013




Buona giornata a tutti. 






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